RAGUSA. LA DIOCESI DÀ IL VIA AL 1° CORSO DI CUCINA MEDITERRANEA
Con i primi 15 allievi ospiti l’Antico Convento dei Cappuccini di Ibla, Ragusa, prende il via 1° Corso di Cucina Mediterranea della Scuola di Enogastronomia Mediterranea “Nosco”. I “padri” istituzionali della Scuola sono innanzitutto la Diocesi di Ragusa e la Fondazione San Giovanni Battista, oltre all’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Ragusa Stefano Martorana, che ha espresso la propria “gratitudine per aver recuperato una struttura di questa importanza e di questo valore, determinando un arricchimento per tutta la città”.
“Sono tanti i motivi di gioia: pensiamo innanzitutto a questi allievi – dice Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni – non nascondiamo di aver avuto un momento di trepidazione all’idea di far partire il primo corso proprio in estate, ma la loro motivazione è stata più forte. Anche con loro condividiamo l’ambizione di creare una scuola che possa nel tempo consolidarsi e diventare volano di promozione della straordinaria tradizione enogastronomica del territorio: mi piacerebbe che questo diventasse un luogo di sapori e di saperi, un luogo in cui si rispetta la tradizione ma si ricerca anche l’innovazione, un luogo dove realizzare un’esperienza di qualità totale”.
Il Vescovo di Ragusa, Mons. Paolo Urso, oltre a ringraziare “tutti coloro che hanno permesso ai sogni di diventare realtà”, invita gli allievi “ad essere esigenti ed appassionati: qui non vogliamo fare cose mediocri – dice – ed è giusto che voi vi aspettiate molto da coloro che vi guideranno in questo percorso. Vi faccio il mio augurio affinché questa esperienza possa esservi davvero utile”.
Il Direttore della scuola Nosco, lo chef Peppe Barone, spiega la filosofia di questa nuova istituzione: “Per questo obiettivo molte persone hanno lavorato, per molto tempo. Non mi riferisco solo al progetto in quanto tale, ma a tutte quelle persone che hanno fatto sì, negli anni, che la tradizione enogastronomica di questo territorio si trasformasse in eccellenza. Un cuoco non è altro che un mediatore tra la terra e colui al quale vuole raccontarla. La provincia di Ragusa ha, in questo senso, una marcia in più: la nostra gente conserva un legame profondo con la propria terra e ha la naturale propensione a esprimerla. La coerenza sarà la parola chiave del nostro percorso. Noi non vogliamo insegnare solo tecnica, vogliamo formare i nostri allievi alla responsabilità di ciò che fanno: ogni piatto che si porta in tavola è un messaggio, ed è un dono. Ogni cuoco non lavora per se stesso, ma per gli altri: pensarci come coloro che hanno il compito di interpretare al meglio il territorio e le sue tradizioni, ci porrà su un livello più alto. Inoltre vogliamo che questo sia un luogo aperto al Mediterraneo, al confronto e allo scambio culturale”.
A Settembre partirà anche il 1° Corso di Sala e bar. [01]
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