“Un passo che le Chiese compiono per rendersi sensibili e presenti, per leggere quello che il Papa ha nuovamente definito uno dei segni del nostro tempo attraverso cui Dio parla ed interpella le Chiese e le coscienze dei credenti”. Così mons. Salvatore Pappalardo, Vescovo di Siracusa, ad apertura del Seminario dell’Ufficio regionale per le Migrazioni e dell’Ufficio regionale per la Carità della Conferenza Episcopale Siciliana.
Un passo che le Chiese compiono per rendersi sensibili e presenti, per leggere quello che il Papa ha nuovamente definito uno dei segni del nostro tempo attraverso cui Dio parla ed interpella le Chiese e le coscienze dei credenti”. Così mons. Salvatore Pappalardo, Vescovo di Siracusa, ad apertura del Seminario dell’Ufficio regionale per le Migrazioni e dell’Ufficio regionale per la Carità della Conferenza Episcopale Siciliana. L’appuntamento, in corso di svolgimento ad Augusta ha per tema “Migrazioni forzate ed accoglienza” e si propone un “ascolto di ciò che lo Spirito dice oggi alla Chiesa”. “L’arrivo di tanti fratelli interpella certamente la nostra società a vari livelli – locale, regionale, nazionale, internazionale – ma interpella con urgenza anche la comunità cristiana. Dobbiamo riconoscere con onestà – ha aggiunto il presule – che, pur in presenza di tanta generosità da parte di singoli e gruppi impegnati nell’accoglienza, nel sostegno e nella promozione della dignità umana e dei diritti dei fratelli migranti, le nostre comunità mostrano di essere, nel loro complesso, sensibili, preparate a relazionarsi con la realtà drammatica dell’immigrazione. Diffidenze e paure inconfessate, difficoltà di interpretare ed aprirsi a ciò che è nuovo, il permanere di prassi pastorali conosciute e rassicuranti costituiscono uno spessore ed una barriera difficile da superare da parte delle nostre comunità”. [01]
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