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DALLA STRADA ALLA CASA

E' stato presentato nella sede della Conferenza Episcopale Siciliana il Progetto "Housing first", opera-segno della Caritas per offrire una risposta al problema abitativo andando oltre i sistemi tradizionali basati su forme di alloggio temporaneo. "Hounsing first Sicilia" si rivolge a persone senza fissa dimora o con difficoltà a mantenere l'abitazione e le inserisce direttamente all’interno di alloggi, fornendo loro supporto sociale e multidisciplinare “a partire dalla casa”.

E’ stato presentato nella sede della Conferenza Episcopale Siciliana il Progetto “Housing first”, opera-segno della Caritas per offrire una risposta al problema abitativo andando oltre i sistemi tradizionali basati su forme di alloggio temporaneo. “Hounsing first Sicilia” si rivolge a persone senza fissa dimora o con difficoltà a mantenere l’abitazione e le inserisce direttamente all’interno di alloggi, fornendo loro supporto sociale multidisciplinare “a partire dalla casa”. A spiegare le peculiarità di questa “ambiziosa idea” è don Vincenzo Cosentino, direttore dell’Ufficio regionale per la Carità della CESi e delegato regionale Caritas: “Il progetto rappresenta un’esperienza unica in grado di interessare tutte le Chiese di Sicilia attraverso il coinvolgimento di strutture di proprietà delle diocesi e delle parrocchie, oltre che di privati.  Occorre superare la logica dei centri di accoglienza, seppur necessari ma sempre intesi come misure emergenziali, – aggiunge —  per realizzare un percorso di ospitalità completo ed attento alla persona, rispondendo all’invito di Papa Francesco per un nuovo utilizzo dei luoghi ecclesiali, che diventa un valido e verificato strumento di fuoriuscita dal bisogno e di promozione della persona e di interi nuclei familiari. In Sicilia i senza dimora non sono solo i barboni, ma ancor più gli immigrati. Accanto a loro una sempre più folta schiera di uomini e donne che vivono una grave emarginazione adulta. Per loro questo nuovo percorso in stretta connessione con altri di accompagnamento organico e di sostegno reale all’inclusione sociale messi in atto in Italia”.

Storicamente, una delle più diffuse “Opere segno” portate avanti dalle Caritas diocesane è quella dell’accoglienza: sotto il nome di Foresteria, Ostello, Casa di accoglienza e sinonimi vari, le Caritas diocesane e parrocchiali da anni offrono una risposta immediata al bisogno abitativo dei senza dimora. “Con Housing first si va oltre: si accompagna la persona verso la fuoriuscita dalla propria posizione di marginalità sociale. Chi aderirà al progetto avrà a disposizione per un tempo determinato un vero e proprio appartamento arredato, autonomo, dignitoso”. Quello proposto coralmente dalle Caritas di Sicilia è un percorso verso la capacità di riprendere in mano la propria vita, ma con le caratteristiche del cammino partecipativo: “viene stipulato un contratto  e si sottoscrive un regolamento disciplinare” aggiunge Cosentino, il quale evidenzia che “la Caritas offre certamente il proprio sostegno, ma viene chiesto un piccolo contributo, una partecipazione  in denaro o anche in servizi, in base ai differenti casi. Certamente gli alloggi assegnati dovranno essere curati proprio come se fosse la propria casa”.

Il progetto è frutto di una verifica sui servizi di accoglienza attualmente gestiti dalle Caritas, ma è anche il segno di una progettazione unitaria regionale che coinvolge anche enti e privati, impronta di unità e comunione nello studio, nella programmazione e nella realizzazione operativa, oltre che un’esperienza pilota da offrire alle altre delegazioni regionali.

Offrire un aiuto concreto di questo genere può eliminare i rischi di ghettizzazione e di cronicizzazione della situazione di disagio, aumentando i benefici e riducendo costi sia economici che sociali: “vogliamo offrire una dimora – è la voce della Caritas – come punto di partenza di un processo che, coinvolgendo una intera equipe di professionisti – legali, pedagogisti, psicologi… -, accompagni verso l’inclusione sociale”.

“Il Progetto si rivolge a target differenti in base alle diocesi – spiega Marco Iazzolino, referente Network Housing First Italia promosso dalla FIOPSD (Federazione Italiana Organizzazioni Persone Senza Dimora) – così Palermo punterà alle famiglie, Ragusa ha già iniziato con l’integrazione abitativa e sociale degli immigrati, mentre Agrigento lavora già con i padri separati. Anche le strutture sono differenti: appartamenti, luoghi ecclesiali ripensati e ristrutturati, coabitazioni con spazi comuni e privati. “Housing first Sicilia” ad oggi coinvolge 15 diocesi siciliane e rende disponibili 35 alloggi a persone senza dimora o con difficoltà a mantenere l’abitazione.  Ha la durata complessiva di 18 mesi. Il progetto Housing First Sicilia beneficia, attraverso Caritas Italiana, di un contributo della Conferenza Episcopale Italiana che ha stanziato 500mila euro derivanti dall’8 x1000 e prevede forme di cofinanziamento da parte delle singole diocesi che, in Sicilia, hanno impegnato in totale 130mila euro”.

“Housing first Sicilia” vuole porsi, appunto, come misura efficace di contrasto alla povertà estrema che può rappresentare un modello per le Chiese siciliane in cammino verso il prossimo Convegno Ecclesiale,  in programma dal 5 al 13 novembre 2015 a Firenze, dal tema: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. [01]

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