28 novembre 2018
Ragusa
“NON POSSIAMO PROFESSARCI CRISTIANI E POI ASSUMERE COMPORTAMENTI CHE NEGANO IL VANGELO”
“Come vescovo di Ragusa, quanto accaduto in Neonatologia mi induce a chiedere scusa: ad agire sono stati ragusani, sicuramente battezzati che magari si professano cristiani. E allora spetta anche al vescovo chiedere scusa perché l’umanità non ha colore, perché siamo tutti figli dello stesso Padre, perché non possiamo professarci cristiani e poi assumere comportamenti che negano il Vangelo”. Così mons. Carmelo Cuttitta, pastore della Chiesa ragusana e Presidente della Segreteria pastorale della Conferenza episcopale siciliana. Queste sue parole, pronunciate ieri in una Cattedrale gremita di sacerdoti e fedeli laici, hanno concluso l’omelia nella ricorrenza del terzo anniversario del suo ingresso in Diocesi. Il riferimento del presule è alla donna eritrea fatta allontanare dal reparto di Neonatologia dell’ospedale Maria Paternò Arezzo, dove è ricoverato il suo bambino nato durante uno dei viaggi della speranza attraverso il Canale di Sicilia.
“Viviamo in un clima di crescente insofferenza, alimentato anche da una politica che mira a dividere, a creare allarmi e genera paura e su questa paura e su un linguaggio e su atteggiamenti spregiudicati fonda la sua capacità di accrescere i consensi. Quanto accaduto – ha aggiunto il vescovo – è frutto di questo clima che vuol negare valori come l’accoglienza e la solidarietà e vuol privare a una consistente parte di umanità anche il diritto al futuro e alla speranza. Questa donna, mamma di un bambino appena nato, si era avvicinata ed è stata allontanata in malo modo. Non possiamo rimanere inerti quando ne va di mezzo la vita degli altri e i disagi degli altri. Ecco, cari fratelli e sorelle, – ha esortato mons. Cuttitta – guardiamo attorno a noi, scopriamo tutto ciò che c’è da scoprire e sbracciamoci e lavoriamo perché in questo mondo siamo tutti fratelli e sorelle e tutti veniamo dallo stesso Dio”.
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