30 novembre 2018, Ragusa
LA CARITAS CONTRO IL CAPORALATO E LO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI NELL’AGRICOLTURA: ARRIVA IL “PROGETTO PRESIDIO 3.0”
Ampio risalto all’impegno della Caritas della diocesi siciliana che da cinque anni è in prima linea al servizio dei lavoratori e delle loro famiglie nelle serre di Marina di Acate. “Qui ci sono migliaia di migranti che lavorano nelle aziende agricole. Tra loro molti bambini che non vanno a scuola. Con Presidio 3.0 – si legge in una nota stampa – pensiamo di allargare le attività ai colleghi di Noto e al resto della Sicilia, fornendo formazione ai colleghi siciliani dove c’è presenza di lavoro agricolo e avviare una interlocuzione con i rappresentanti dei produttori, cercando insieme delle soluzioni. Oltre all’assistenza e tutela legale e sanitaria, alla distribuzione di beni di prima necessità – continua il comunicato -, ora nelle diocesi coinvolte, tra cui Ragusa, si lavorerà anche in ambito culturale, coinvolgendo i datori di lavoro e le comunità dei territori”.
L’appuntamento romano è stato occasione per esprimere alcune preoccupazioni per gli effetti nel territorio del decreto sicurezza. Se n’è fatto portavoce Vincenzo La Monica, che così ha dichiarato: “Il timore è che si possa creare un vero e proprio commercio dei permessi di soggiorno. Tutte le persone che hanno ora un permesso di tipo umanitario – ha spiegato– cercheranno di convertirlo in permesso di lavoro. Questo sarà oggetto di commercio, come già succede per i contratti di lavoro, le residenze, gli affitti. L’altra grande preoccupazione è che persone con diritti sempre meno riconosciuti possano finire molto più facilmente nelle mani del lavoro sfruttato, così come avveniva per i ragazzi che erano ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria”.
Intanto venerdì 30 novembre la Caritas di Ragusa riceverà a Bologna il premio ‘‘Colombe d’oro per la pace’’ per le attività promosse proprio nel contesto del Progetto Presidio.
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