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“UN UMANESIMO SEMPRE NUOVO, DISTILLATO DAL VISSUTO UMANO DI GESÙ”

“Il cristianesimo dal volto umano, l’umanesimo che serve nel nostro tempo, sono il cristianesimo e l’umanesimo che si prendono cura, che sono disposti a una grande diaconia storica, a un grande servizio, e che riescono a contemplare nel mondo l’immagine secondo la quale esso attende di essere trasfigurato”. Così don Massimo Naro, membro della Giunta del Comitato preparatorio del V Convegno ecclesiale nazionale, ha presentato ai delegati diocesani, riuniti a Cefalù, “L’orizzonte tematico del Convegno ecclesiale: in Cristo Gesù un umanesimo sempre nuovo”.

Ai laici, diaconi, religiosi e sacerdoti siciliani che si preparano a rappresentare la Chiesa siciliana a Firenze, don Naro ha mostrato che l’uomo che incontra Cristo non può e non deve vivere in modo di verso da Lui. E Lui ha vissuto la sua umanità nel segno della cura o, più precisamente, il “prendersi cura”. Questo significa custodire, prendersi in carico, toccare, fasciare, dedicare attenzione, “proprio come faceva Gesù”.

Parlando di servizio e pensando a “problemi contemporanei particolarmente urgenti, come quelli della cultura, dell’economia, della politica, della convivenza sociale, occorre maturare un’intelligenza credente, in forza cioè dell’intreccio reciproco tra fede e ragione, e ancor più radicalmente in forza dell’intreccio tra il dirsi di Dio e il vissuto dell’uomo. Occorre verificare – ha detto Naro – in che senso ragioni dell’uomo e prassi ecclesiale possono e debbono incontrarsi. Si dovrebbe riuscire a far dialogare competenze e saperi differenti, dalla sociologia alla politica, all’economia, per proiettarci con cognizione di causa verso quelle che Papa Francesco chiama le ‘periferie esistenziali’ di oggi”.

A concludere l’intervento di don Massimo Naro “un’avvertenza”, un “appello alla contemplazione”: l’uomo è capace di meravigliarsi guardando il mondo e ciò che egli è chiamato a realizzare in esso e per esso. Si tratta di una meraviglia che accompagna la ragione e l’intelletto. L’accompagnamento è, a sua volta, garantito dalla fede. Questa “meraviglia credente” diventa “contemplazione, cioè capacità di vedere dentro le pieghe e le piaghe della storia umana, per discernervi il seme della speranza, la possibilità del futuro, la premessa del cambiamento. [01]
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