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SETTIMANA SOCIALE. “LA FAMIGLIA, IL SOGNO DI DIO”

L’Azione Cattolica contribuisce alla fase di preparazione della Settimana sociale, che si svolgerà dal 12 al 15 settembre 2013 a Torino, sul tema “Famiglia: speranza e futuro per la società italiana” promuovendo in ciascuna delle Regioni ecclesiastiche, tra novembre 2012 e maggio 2013, sedici convegni tematici sugli argomenti che saranno oggetto di riflessione durante i lavori della Settimana sociale. A Siracusa la decima tappa, quella che interessa la Sicilia.

“Dio ha creato uomo e donna destinandoli a essere segno e sacramento del suo amore. La famiglia è il suo sogno, potenza su cui edificare, nonostante i limiti e le fragilità delle creature”. Così monsignor Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa, ha introdotto, lo scorso sabato 2 Marzo, nel salone “Giovanni Paolo II” del Santuario della Madonna delle lacrime di Siracusa il convegno sul tema “Il sogno della comunione tra Chiesa, famiglia e società. Sfide e prospettive a cinquant’anni dal Concilio”, decimo dei sedici appuntamenti promossi dall’Azione Cattolica in preparazione alla Settimana Sociale di Torino.

Annunciare, difendere, accompagnare. Un sogno, quello disegnato da Dio per i suoi figli, che per mons. Pappalardo “si scontra con la realtà che oggi la famiglia vive” ma non impedisce alla Chiesa di “annunciarne la verità, col suo magistero” e “fronteggiare le sfide di una società che sceglie norme di convivenza non basate sulla stabilità”. Senza mai dimenticare, ha aggiunto l’arcivescovo di Siracusa, “chi vive problemi e divisioni”, e garantendo, “con l’aiuto dello Spirito Santo”, la difesa del matrimonio, “dalla preparazione per la sua nascita, prima, all’accompagnamento spirituale, poi”.

Ricchezza da mettere in circolo. Secondo monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone e delegato per la famiglia e i giovani della Conferenza episcopale siciliana, “il vero problema risiede nelle relazioni, che oggi sono difficili da vivere, a qualsiasi livello”. Al centro della sua riflessione, il rapporto di reciprocità tra la Chiesa e la famiglia, il cui modello è “originale e originario”, ma anche “sorprendente, perché le relazioni vengono date, non scelte, sono regolate dall’amore, stabili, gratuite, e, al contempo, equilibranti di tutta l’esperienza umana”. La famiglia, ha proseguito, “è il luogo in cui si sperimenta la fratellanza, i rapporti possono pure andare male ma non si perdono: in essa tutti gli ordini delle differenze vengono integrati e superati. È un’enorme ricchezza – ha concluso – che non va tenuta nascosta ma messa in circolo per l’edificazione comune”.

All’insegna della continuità. Della “dimensione nuova” e dello “stile di famiglia percepibile quando cogliamo l’eco dei nonni nei nipoti”, ha parlato Luigi D’Andrea, docente di diritto costituzionale dell’Università di Messina. Nella famiglia, ha detto, “va valorizzato il rapporto intergenerazionale” perché “la capacità di mettere insieme passato, presente e futuro conta moltissimo per la società civile: la storia, d’altra parte, è un intreccio di cui riusciamo a cogliere alcuni profili”, che sono assieme “di novità e permanenza, fedeltà e creatività”. E se la relazione familiare s’instaura “con persone con cui abbiamo consuetudine, le cui vite s’intrecciano alla nostra” configurandosi come “una relazione assorbente”, rimane da scongiurare “il rischio dell’autoreferenzialità”.

Quella “speranza grande”. Un richiamo alla responsabilità è stato lanciato dalla teologa Anna Gioeni: “La famiglia – ha auspicato – deve uscire dal privato, prendersi la responsabilità della propria comunità parrocchiale, e poi della società in cui vive, ripartendo dal basso per consegnare ai figli un patrimonio a misura d’uomo”. Sul rapporto tra famiglia e Concilio, “esperienza viva da attualizzare”, è intervenuto Franco Miano, presidente di Ac, definendo il nucleo fondante della società “risorsa per tutti, non solo per noi cattolici”. Da qui, secondo Miano, il bisogno di “uscire dalla discrezione e dire cosa la famiglia porta con sé, raccontarne sempre di più la bellezza”. Alle situazioni di difficoltà, ha concluso, “occorre rispondere con situazioni positive di vita”, con il racconto di una “speranza grande” e camminando al fianco di tutti coloro “che vivono ferite e difficoltà”. [01]

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