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PIAZZA ARMERINA. “LA MESSA È FINITA?”. UN’INDAGINE

“Pratica cattolica e minoranze religiose nella Sicilia centrale” è il tema di un’indagine svolta con i metodi della ricerca globale, di quella campionaria e dell’osservazione partecipante. Si tratta non solo di una raccolta quantitativa di dati dei “messalizanti” o dei “dominicantes” che dall’inchiesta risultano essere il 18,3% esclusi i bambini fino ai 10 anni. Si sono volute verificare le credenze e le appartenenze attraverso la frequenza ai riti religiosi ripetitivi ed in qualche modo “obbligatori”, i “precetti” della partecipazione alla messa domenicale e l’accostarsi ai sacramenti della comunione e della confessione almeno una volta l’anno.

“Pratica cattolica e minoranze religiose nella Sicilia centrale” è il tema di un’indagine svolta con i metodi della ricerca globale, di quella campionaria e dell’osservazione partecipante. Si tratta non solo di una raccolta quantitativa di dati dei “messalizanti” o dei “dominicantes” che dall’inchiesta risultano essere il 18,3% esclusi i bambini fino ai 10 anni. Si sono volute verificare le credenze e le appartenenze attraverso la frequenza ai riti religiosi ripetitivi ed in qualche modo “obbligatori”, i “precetti” della partecipazione alla messa domenicale e l’accostarsi ai sacramenti della comunione e della confessione almeno una volta l’anno.
 
Prefazione
 
PIAZZA ARMERINA. “LA MESSA È FINITA?”. UN’INDAGINE     Come vescovo della diocesi di Piazza Armerina sono grato al Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR) che, con il contributo dell’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Siciliana, ha realizzato questa importante ricerca di sociologia religiosa, al quale hanno dato la loro preziosa collaborazione i professori Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli, il dr. Albero Maira ma anche i tanti volontari che , dopo essere stati adeguatamente motivati e preparati, hanno collaborato alle rilevazioni sul campo. Si è trattato di un indagine complessa che ha utilizzato i metodi della ricerca globale, di quella campionaria e dell’osservazione partecipante.
     Non si tratta di un’approccio puramente sociografico che si contenta della semplice raccolta quantitativa di dati dei “messalizanti” secondo la terminologia di Le Bras o dei “dominicantes” che dall’inchiesta risultano essere il 18,3% esclusi i bambini fino ai 10 anni, ma di un lavoro sociologico che elabora e interpreta questi dati qualitativamente in funzione di una ipotesi da verificare e i cui risultati possono avere una qualche utilità per conoscere lo spaccato demografico e religioso del territorio della Diocesi di Piazza Armerina inteso come ambiente antropologico.
     Si sono volute vericare le credenze e le appartenenze attraverso la frequenza ai riti religiosi ripetitivi ed in qualche modo “obbligatori” che, per quanto riguarda la Chiesa cattolica, sono i “precetti” della partecipazione alla messa domenicale(cfr. il can. 1247 del Codice di Diritto Canonico) e l’accostarsi ai sacramenti della comunione(can.920) e della confessione(can.989) almeno una volta l’anno. Questi “precetti” sono riassunti nel n. 1389 del Catechismo della Chiesa Cattolica:” La Chiesa fa obbligo ai fedeli di partecipare alla divina liturgia la domenica e le feste e di ricevere almeno una volta all’anno l’Eucaristia, possibilmente nel tempo pasquale, preparati dal sacramento della Riconciliazione. La Chiesa tuttavia raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la santa Eucaristia la domenica e i giorni festivi, o ancora più spesso, anche tutti i giorni”(cfr. anche i nn. 1388 e 2042).
     La rilevazione globale ha confermato che il 71,1% di coloro che partecipano alla messa domenicale si sono anche accostati alla comuione. Questo dimostra che buona parte dei fedeli hanno recepito l’insegnamento del Concilio Vaticano II (cfr. Sacrosanctum Concilium n.55). Dalla rilevazione campionaria emerge, con tutti i limiti che la contraddistinguono, che il 27 % dichiara di partecipare alla Messa domenicale, il 17,3% di accostarsi alla comuione a cui va aggiunto il 3,7% che dichiara di andare a Messa più volte la settimana. Per quanto riguarda il cosidetto “precetto pasquale” dichiara di osservarlo il 71,1 % per quanto riguarda la comunione e il 56,7% per quanto riguarda la confessione a cui si aggiunge il 10,9% che dichiara di confessarsi a distanza di anni.
     L’analisi dei dati in relazione al sesso evidenzia una maggioranza femminile nella frequenza alla messa domenicale e anche nell’accostarsi alla comuione.
     La percentuale degli uomini supera le media diocesana del 13 % oltre che a Butera(28,3%), anche a Gela(15,3%) , ad Enna(15,2%), a Valguarnera(16,7%). La maggiore percentuale per Gela si può attribuire alla presenza dei nuovi movimenti ecclesiali come il Cammino neocatecumenale(alle cui celebrazioni sono presenti il 43,9 uomini e il 56,1 donne mentre la media della città è rispettivamente del 15,3 e e del 23,7) mentre ad Enna presumibilmente alla presenza delle 15 Confraternite che hanno circa 2500 aderenti. Per quanto riguarda il Cammino neocatecumenale dalla ricerca globale risulta che i partecipanti alla messa prefestiva sono stati in diocesi 1.706(4,7%) rispetto al totale dei frequentanti che è stato 35.918 e nella sola Gela 1.135(8,5%) su 13.315.
     Per quanto riguarda il numero degli abitanti mentre Butera con 5.290 abitanti e 3 parrocchie ha il 36,4 % dei “dominicantes”, Villarosa con 5.433 abitanti e 3 parrocchie ne ha il 18,2% e mentre Enna con 28.125 abitanti ha una percentuale del 21,2%, Niscemi con una popolazione di 24.488 raggiunge appena il 9,4%. La frequenza domenicale non dipende quindi dalle dimensioni di un comune, ma da altri fattori.
     Riguardo al numero delle parrocchie, dei presbiteri e delle messe celebrate mentre ad Enna( con 13 parrocchie, 12 rettorie e 4 istituti religiosi maschili con 12 presbiteri) fra il sabato pomeriggio e la domenica vengono celebrate 60 messe, a Niscemi(con 6 parrocchie e nessuna comunità religiosa maschile) ne vengono celebrate appena 19, contro le 39 di Piazza Armerina con 20.808 abitanti , 7 parrocchie e 6 rettorie e nessun istituto religioso maschile e una percentuale di frequentanti del 14,9%. A Mazzarino con 12.136 abitanti , 6 parrocchie di cui una affidata ai Cappuccini e 5 rettorie, la percentuale dei frequentanti è del 19%, mentre a Riesi con 11.385 abitanti , 5 parrocchie (di cui 4 affidate ai Salesiani) e 1 rettoria la percentuale dei “messanillizzanti” è dell’11,4%, forse a causa della presenza storica dei Valdesi. Ma a Gela (con 13 parrocchie di cui due affidate a religiosi) , dove c’è una una cospicua presenza di comunità non cattoliche , il dato dei frequentanti domenicali è del 19,6.
 
     Anche se questi aspetti della pratica religiosa legata all’osservanza del “precetto festivo” non possono essere considerati centrali ed esclusivi, hanno tuttavia la loro importanza. Per una analisi più approfondita bisognerebbe ulteriormente indagare la valenza religiosa o culturale e le motivazioni soggettive che spingono i singoli individui a partecipare a tali riti e l’effettiva comprensione dei contenuti conoscitivi o simbolici in essi contenuti come anche i valori morali e gli orientamenti culturali, gli atteggiamenti sociali e politici. Bisognerebbe inoltre tener presente come indicatori oltre il sesso anche l’età, la scolarità e la professione degli intervistati , la loro partecipazione ad associazioni religiose e aggregazioni ecclesiali.
     Bisognerebbe poi chiedersi in che misura ci sia coerenza fra appartenenza e coerenza nei comportamenti morali.
     I risultati forniti dall’indagine potrebbero essere incrociati con altri dati come per esempio quelli degli alunni iscritti avvalentesi dell’insegnamento della religione cattolica, che nell’anno scolastico 2009-2010 per la scuola dell’infanzia sono stati il 98,67 %, per la scuola primaria il 98,25 % per la scuola secondaria di primo grado il 97,37% e per quella secondaria di secondo grado il 97,92 %. Se consideriamo i singoli paesi Butera raggiunge il 100% , Pietraperzia il 99,88 % Valguarnera il 99,31 mentre Niscemi il 96,14 e Gela il 97,57 ed Enna il 98,12.
     Per quanto riguarda i battezzati al 31 dicembre 2009 nel primo anno di vita sono stati 1722, da 2 a 7 anni 455, oltre i 7 anni 45. Le prime comuinoni sono state 2433 mentre le cresime 2585 e i matrimoni in chiesa 934.
     Anche se la ricerca ha una sua esigenza conoscitiva di carattere scientifico e un suo valore autonomo essa può essere utile come punto di partenza per gli appartenenti alle varie confessioni religiose ed in modo particolare per quelli che nel linguaggio “ecclesialese” della Chiesa Cattolica vengono chiamati “operatori pastorali” per monitorare la situazione religiosa dei vari paesi in vista di una programmazione pastorale organica che parta dall’analisi della realtà per puntare ad una “nuova evangelizzazione” che si apra al dialogo ecumentico e tenga presente l’importanza del “giorno del Signore” e dei sacramenti dell’Eucaristia e della Penitenza o Riconciliazione.
 
+ Michele Pennisi
 
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