NOMINE CEI: “TESTIMONIANZA CONCRETA DI ATTENZIONE AL PROSSIMO”
Sono quattro i vescovi siciliani eletti a presiedere altrettante Commissioni episcopali nazionale e, a questo titolo, inseriti tra i 30 membri del Consiglio permanente della Cei, presieduto dal cardinale presidente Angelo Bagnasco. È nell’ambito della 68° Assemblea generale, aperta a Roma lo scorso 18 maggio, in seduta ordinaria, che sono state rese pubbliche le nomine.
Il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, presiederà la Commissione episcopale per il Servizio della Carità e la Salute e, in quanto tale, diventa il nuovo presidente di Caritas Italiana e della Consulta ecclesiale degli Organismi socio – assistenziali. Lascia la Fondazione Migrates che guidava dal 2013.
Mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, è il nuovo presidente della Commissione episcopale della Cei per la Famiglia e la Vita.
Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, sarà al vertice della Commissione Cei per la Cultura e le Comunicazioni sociali.
Mons. Mariano Crociata, siciliano, ex segretario generale della Cei, diventa presidente della Commissione per l’Educazione cattolica, la Scuola e l’Università.
Intanto mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, è stato nominato Assistente ecclesiastico nazionale dell’Associazione Cattolica Internazionale al servoizio della giovane, l’Acisjf.
A commentare all’Ufficio stampa della Conferenza episcopale siciliana la forte presenza siciliana – quattro Presidenze tra le dodici Commissioni episcopali esistenti – è Fabio Zavattaro, vaticanista del Tg1. “Una notizia che in qualche modo va letta per il valore che essa rappresenta per la terra siciliana – dice-; una regione ferita dalla criminalità e dalla corruzione, ma anche segnata dalla vivacità e dall’onestà del popolo di Dio, e dalla presenza fattiva di sacerdoti e vescovi. È in questa chiave che bisogna guardare a queste nomine che vogliono essere una testimonianza concreta per quanto la Chiesa sta facendo in favore dei giovani in cerca di lavoro, e spesso adescati dalle organizzazioni criminali; delle famiglie in difficoltà che trovano sempre più difficile riuscire a mettere assieme il pranzo con la cena; delle vecchie e nuove povertà; e dei migranti che approdano sulle coste dell’isola, e che rischiano la vita in quel braccio di mare che separa il primo lembo dell’Italia, anzi dell’Europa, dalle coste africane. Una tragedia senza fine, denunciata con forza dai vescovi e in modo particolare dal neo cardinale Francesco Montenegro, che ha parlato del Mediterraneo come di una tomba liquida per moltissime persone che, in cerca di un futuro migliore, fuggono da guerre, violenze, miseria, e affrontano la traversata a bordo di carrette del mare.
Oltre alla presidenza della Commissione episcopale per il servizio della carità e della salute, affidata proprio all’arcivescovo di Agrigento, anche la Commissione famiglia e vita è nelle mani di un vescovo dell’isola, monsignor Pietro Maria Fragnelli di Trapani. Così la cultura e le comunicazioni sociali, monsignor Antonio Raspanti, Acireale, e l’educazione cattolica, monsignor Mariano Crociata, vescovo di Latina. Quest’ultimo in Sicilia ha le sue radici, è stato vescovo di Noto prima di ricoprire la carica di Segretario generale della Cei e oggi appunto pastore della città pontina.
Nei loro ruoli – prosegue Zavattaro -, insieme agli altri componenti il Consiglio episcopale permanente, i presuli dell’isola saranno chiamati a tradurre quella sensibilità ecclesiale e pastorale che per Papa Francesco “si concretizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono. In realtà, i laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo. Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore”.
In questa scelta operata dall’assemblea dei vescovi – secondo il vaticanista -, rientra anche la visione della realtà nell’ottica di Papa Francesco, cioè quell’attenzione alle periferie dalle quali si capisce e si legge meglio il centro. Nomine, ancora, che trovano una motivazione in più nell’imminente Anno della Misericordia, che, nelle intenzioni del vescovo di Roma, deve vivere non solo di appuntamenti di folla in piazza san Pietro; ma anche di segni concreti, di gesti che possano tradurre le opere di misericordia corporale e spirituale in altrettanti momenti di testimonianza concreta di attenzione al prossimo, a coloro che si trovano in difficoltà, a quanti vivono le privazioni di una crisi economica che rende i poveri sempre più poveri”. [01]
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