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Mons. Michele Pennisi… racconta la sua GMG 2013

LUNEDI 29 LUGLIO, RIO DE JANEIRO

 

Ho visitato la favela di Jacarezinho dove sono presenti i salesiani con una parrocchia di cui è parroco don Dario e un oratorio. Mi ha accompagnato fratel Raimondo Mesquita che si occupa da oltre 40 anni dei bambini di strada. Michele Pennisi

 

DOMENICA 28 LUGLIO, RIO DE JANEIRO

Finalmente dopo la pioggia e il freddo é arrivato il sole e la GMG ha avuto il suo epilogo caloroso e luminoso. I giovani hanno mostrato coraggio e allegria sia nella veglia che nella messa finale. Papa Francesco ha indicato loro il cammino dopo questo evento con degli slogan che ha fatto ripetere ai giovani. Nella veglia ha indicato  tre verbi che facevano riferimento al “campus fidei” dove si sarebbe dovuto svolgere la festa finale: seminare, allenarsi, costruire. La veglia é stata preceduta da una scena della vita di san Francesco con la costruzione di una chiesa di legno e il papa ha invitato  i giovani ad essere  le pietre vive della comunità ecclesiale. Il verbo che ha fatto più fortuna tra i giovani é stato quello che ha fatto riferimento allo sport ed in particolare al campo di calcio. Papa  Francesco ha chiamato i giovani “atleti di Dio” pronti a sacrificarsi per  diffondere il Vangelo fra i loro coetanei e a dare una risposta cristiana ai problemi sociali e politici. Nella messa alla quale hanno partecipato  quasi tre milioni di persone il papa ha usato tre slogan: andare per le vie del mondo, non avere paura di andare contro corrente e servire. I giovani sono stati invitati ad essere protagonisti del loro destino e del futuro del mondo per una missione di amore a tutte le periferie fisiche ed esistenziali e ad essere creativi e audaci. La creatività  brasiliana assieme alla grande allegria é stata una caratteristica di questa GMG. Alla messa ha partecipato nella delegazione ufficiale del Pontificio Consiglio dei Laici,organizzatore della Giornata anche il siciliano Salvatore Martinez presidente del Rinnovamento dello Spirito. Per la veglia , la messa e l´´incontro con Kiko Arguellio hanno partecipato un centinaio di migliapa di giovani  fra i quali centocinquanta  siciliani. Il papa Francesco ha annunciato che la prossima GMG si terrá a Cracovia per ricordare il prossimo santo Giovanni Paolo II, che ha avuto l´´idea geniale di istituire questo evento importante per la vita di tutta la Chiesa. Domani prima di partire visiterò una favela di Rio accompagnato da un salesiano.

+ Michele Pennisi 

 

 

 

SABATO 27 LUGLIO, RIO DE JANEIRO

Sono arrivato all’aeroporto di Rio da Recife  martedì 23 assieme ad altri vescovi del Nord Est accolto non ostante la gentilezza dei volontari,  da una certa disorganizzazione, che  non ci ha permesso di partecipare alla messa  di accoglienza presieduta dall´´arcivescovo di Rio, ma ci ha risparmiato la pioggia battente che non impedito ai giovani di partecipare  a questo primo evento come agli altri eventi che hanno avuto come protagonista indiscusso papa Francesco, che non si è presentato come una superstar, ma come un amico di casa capace  di entrare in una anonima baracca di una favela per chiedere un bicchiere d’acqua o un caffè. Giovedì ho partecipato all’università statale ad una catechesi tenuta da mons. Mariano Crociata sul tema della speranza. Ho presieduto la celebrazione eucaristica alla presenza  della delegazione  ufficiale della pastorale giovanile siciliana, composta da trenta Giovani e accompagnata da don Calogero Manganello della diocesi di Agrigento e da alcuni preti. Io sono l´´unico vescovo siciliano, anche se ho incontrato altri vescovi provenienti dalla Sicilia: il salesiano mons. Rosario Vella missionario in Madacascar e  e i vescovi di origine nissena Paruzzo e Migliore, operanti in Brasile. Tra gli addetti sala sala stampa vaticana c´è un prete della diocesi di Monreale don Antonio Chimenti, che si sta specializzando in comunicazioni sociali.

Altri siciliani  ho incontrato alla festa degli italiani dove, fra le altre bandiere, campeggiava anche quella siciliana portata da un giovane frate. Altri siciliani, fra cui alcuni volontari provenienti da Palermo e da Gela , ho incontrato a  Casa Italia, nella parrocchia di San Paolo dove ha tenuto la catechesi il card. Bagnasco. Dall´arcivescovo di Taranto mons. Filippo Santoro ,che prima era stato vescovo ausiliare di Rio e vescovo di Petropolis sono stato invitato a sostituirlo in una catechesi per i Giovani di Comunione e Liberazione dell’America Latina, che si é svolta in un capannone industriale nei pressi del porto. I circa  seicento Giovani seduti per terra sul pavimento di cemento hanno ascoltato  la catechesi  che ha avuto come tema ,”essere discepoli di Cristo per essere missionari”. Ho insistito sul fatto che Gesù Cristo e papa Francesco non hanno  bisogno di fans che si limitano  a battere le mani, ma di persone disposte a seguire Cristo dopo averlo incontrato nella Chiesa e nei poveri. Durante il tragitto  papa Francesco ha fato fermare diverse volte la papamobile per  baciare bambini e malati, mentre diversi giovani gli lanciavano bandiere e magliette. Suggestiva é stata la via crucis affidata per la regia e la scenografia ad uno dei massimi registi della televisione in Brasile con la partecipazione di famosi personaggi dello spettacolo e varie categorie di persone presenti nelle varie stazioni: dagli operai agli infermieri, dai portatori di handicap ai pompieri.  Papa Francesco ha rivolto tre domande ai giovani: che cosa avete lasciato nella Croce voi? E che cosa ha lasciato la Croce di Gesù in ciascuno di voi? E, infine, che cosa insegna alla nostra vita questa Croce? “Gesù con la sua Croce – ha detto – percorre le nostre strade per prendere su di sé le nostre paure, i nostri problemi, le nostre sofferenze, anche le più profonde”.  Questa mattina c’è stata nella cattedrale di Rio la concelebrazione con  oltre seicento vescovi. Durante l’omelia papa Francesco ci ha detto: “Siamo chiamati da Dio, chiamati ad annunciare il Vangelo e a promuovere con coraggio la cultura dell’incontro”.  Ha suscitato polemiche sulla stampa locale la disorganizzazione nei trasporti pubblici e il fatto che la veglia  e la messa conclusiva non si terranno  nel “Campus fidei” allestito a Guarataiba, invasa dal fango a causa della pioggia incessante di questi giorni, ma  sulla spiaggia di Copacabana. Adesso  é spuntato un timido sole, ma sono sicuro che  anche il freddo e la pioggia non impediranno ai quasi due milioni di giovani di ascoltare la parola di papa Francesco e di impegnarsi ad essere testimoni del vangelo per i loro coetanei negli ambienti in cui vivono.

+ Michele Pennisi 


 
 
 
Il mio viaggio in Brasile per partecipare alla giornata mondiale della Gioventú é iniziato dalla periferia dal Nord Est . Sono sbarcato a Recife, la cittá del famoso vescovo Helder Camara. La mia destinazione era Sapé nello stato del Paraiba a tre ore di viaggio in auto dall´ aeroporto. Si tratta di una cittá di 60.000 abitanti, che non esiste nelle guide turistiche con una economia agrícola, dove é iniziato il movimento contadino. Ci sono due parrocchie e una ventina di chiese protestanti , la maggior parte di origine nordamericana. Venticinque anni fa ha inizato la sua missione la suora siciliana suor Lucia Cantalupo originaria di Enna , che fin dall´inizio si é occupata della educazione religiosa e della alfabetizzazione dei minori e delle loro famiglie per prevenire i fenomeni di devianza sociale. Dal Presidente della Repubblica Italiana la suora ennese é stata insignita dell´onorificicenza di commentatore, anche se lei avrebbe preferito um contributo per i suoi ragazzi. Nel 1995 suor Lucia assieme ad alcuni componenti di una comunitá ecclesiale di base ha dato vita all´Associazione Comunitaria “Nova Vida”, che gestisce un asilo con circa 150 bambini di famiglie disagiate e il centro “Novo Futuro” per adoloscenti. Questi centri si reggono sulle adozioni a distanza e su minimi contributi del município . Edson uno dei primi ragazzi accolto da suor Lucia oggi é vicesindaco della cittá. Ero giá stato a Sapé nel novembre 2011 per inaugurare um laboratório di informática per gli adolescenti. Ho trovato anche una consacrata di Aidone l´insegnante Maria Caccamo, che da dieci anni trascorre le sue ferie estive condivedendo le finalitá della missione. Sono stato ospitato in una casetta alla periferia della cittá nei pressi di una favela. Ho celebrato in um brasiliano nella chiesa matrice della cittá, nella nuova parrocchia di un paese vicino Riachao do Poço e in una comunitá ecclesiale di base all´interno della favela Cuba de baixo. Le celebrazioni sono molto partecipate con canti, mani alzate durante il gloria e il sanctus e battute di mani alla fine del vangelo e in altri momenti, l´abbraccio della pace, tipicamente brasiliano, che coinvolge tutti i partecipanti. Ho occupato il mio tempo incontrando i bambini nella “creche”, come si chiama in portoghese l´asilo e nel centro giovanile. Ho imboccato durante il pranzo alcuni bambini, ho visitato alcuni malati nelle favelas, tra i quali Misael um malato in stato semivegetativo assistito amorevolmente dalla sua famiglia, alla quale suor Lucia ha procurato una casa. Ho partecipato ad un ritiro spirituale degli educatori dell´associazione ,che qui chiamano “mística”, sul tema della giornata mondiale della gioventú. Mi sono recato a dieci chilometri da Sapé attraverso una strada sterrata piena di buche e di fango a Barra de Antas dove ho incontrato i contadini senza terra , che vivono con le loro famiglie in baracche di fango in attesa che il governo distribuisca i terreni fertili che attualmente sono controllati da alcuni grandi latifondisti. Ho visitato il memoriale in onore di Joao Pedro Teixera, un sindacalista dei contadini ucciso nel 1962. Adesso sono in partenza per Rio dove é gia arrivato papa Francesco e dove mi incontreró con i giovani siciliani e particolarmente quelli provenienti da Monreale, da Piazza Armerina.
 
+ Michele Pennisi 
 
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