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MAZARA DEL VALLO. L’ITALIA CHE VOGLIAMO

Saranno centinaia i giovani della diocesi di Mazara del Vallo che il 2 giugno parteciperanno a Gibellina alla IX edizione di Giovaninfesta. Il tema della giornata è “L’Italia che vogliAmo” In prossimità dell’evento il Vescovo, mons. Domenico Mogavero, scrive una lettera, ricordando l’incontro dell’anno precedente e suggerendo domande, spunti utili per pensare e progettare una Italia nuova, migliore, da Amare...

Saranno centinaia i giovani della diocesi di Mazara del Vallo  che il 2 giugno  parteciperanno a Gibellina alla IX edizione di Giovaninfesta. Il tema della giornata è “L’Italia che vogliAmo”
 In prossimità dell’evento il Vescovo, mons. Domenico Mogavero,  scrive una lettera, ricordando l’incontro dell’anno precedente e suggerendo domande, spunti utili per pensare e progettare una Italia nuova, migliore, da Amare.
 
Così si legge:
 
“Carissimi giovani,
ancora nella mia mente ritornano le immagini di tutto ciò che abbiamo vissuto lo scorso anno il 19 giugno 2010, a Pantelleria per la Giovaninfesta: il mare, la musica, la preghiera, gli incontri, le fontane di luce, i momenti di fraternità… grandi emozioni di una indimenticabile esperienza.
Percio’, per rinnovare quella appassionante avventura, vi invito fin da ora il 2 giugno a Gibellina per la IX edizione della Giovaninfesta.
Insieme al Servizio diocesano per la pastorale giovanile quest’anno abbiamo scelto come tema guida “L’Italia che vogliAmo”, dopo aver riflettuto molto in questi mesi sull’interrogativo:
qual è l’Italia che vogliamo? e sulle conseguenze concrete di tale domanda.
Vogliamo un paese chiuso nei suoi confini? Incapace di accogliere?
Che ha dimenticato di quando anche i nostri bisnonni e nonni sono dovuti partire per andare in terre
lontane per trovare condizioni migliori di vita e di lavoro?
O vogliamo un’Italia capace di esprimere al meglio la multiculturalità e la capacita’ della nostra
gente di fare spazio a chi è straniero e di vedere oltre i campanilismi, oltre le piccole chiusure locali?
Vogliamo un paese in cui voi avete difficoltà a trovare lavoro, a guardare con speranza verso il futuro, a “progettare” un’esistenza carica di donazione, di fede e di speranza?
O vogliamo un’Italia dove la scuola possa aiutare tutti per una crescita completa, in cui la ricerca
viene considerata fra le priorità?
Dove, soprattutto nella nostra regione, le politiche giovanili siano indirizzate affinché nessuno debba andare via dalla propria casa e dalla propria città?
Vogliamo un paese dove chi non paga le tasse viene considerato “intelligente”? Dove chi è diversamente abile viene insultato o non considerato?
O vogliamo un’Italia in cui chi amministra la res publica si impegna nella costruzione del bene
comune, dove la realizzazione della sussidiarietà orizzontale è il primo desiderio delle nostre amministrazioni locali? Dove chi è diversamente abile è un valore aggiunto? Dove chi lotta per la
legalità lo fa per il bene di tutti e perché tutti possiamo vivere meglio? Vogliamo un paese dove si dimenticano le radici cristiane?
Dove la domenica non è più giorno di riposo e di festa? Dove la trasmissione della fede all’interno
della famiglia è blanda? O vogliamo un’Italia che riscoprendo da dove viene, sa dove
vuole andare; che recupera la bellezza e la serenità del giorno del Signore? Dove la tua e la mia famiglia sono il pilastro del nostro vivere quotidiano?
Questi sono solo alcuni spunti, ma ce ne sono tanti altri che riguardano un’Italia che vogliamo e che possiamo costruire insieme.
Come Vescovo vedo tanti segni di speranza, tanti giovani capaci di costruire una realtà migliore,
di sperimentare dinamiche di accoglienza e di donazione nuove.
Siamo sicuramente chiamati a volgere il nostro sguardo al Mediterraneo cercando non di alzare
muri, ma di costruire ponti che possano assicurare prospettive nuove di lavoro per il futuro; che
possano farci vedere la bellezza del nostro essere amici di Cristo, capaci di dialogare con fratelli e
sorelle di altre religioni; che possano farci comprendere che c’è più gioia nel dare, che nel ricevere.
Con questi punti di riferimento potremo sicuramente affrontare con speranza il nostro futuro”.
 
Un fraterno abbraccio, il vostro
Vescovo Domenico.
 
p.s. Se vi venisse voglia di scrivermi,
il mio indirizzo é: vescovo@giovaninfesta.it.
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