LA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA APRE ALL’ETEROLOGA E NON SOLO: L’ESODO DELLA FAMIGLIA
E mentre l’estate avanza e tutti pensiamo alle vacanze – ovviamente con sentimenti diversi suggeriti dalle condizioni di vita: occupati e disoccupati, studenti e operai, giovani spensierati e anziani pensierosi, bagnanti e bagnini -, una categoria di persone non meno speciale si dà da fare per consegnare al Paese il testo costituente della nuova Italia politica. Nel bel mezzo della discussione abbondantemente emendata, come in un film cruente in cui il fuoco incrociato miete vittime, l’azione di copertura dei compagni di ventura permette al Ministro della Salute di affondare nelle trincee della Legge 40 per sgominare quanto ancora le Sentenze di Cassazione avevano lasciato in piedi seppur minato: la procreazione medicalmente assistita apre all’eterologa e non solo. La Sentenza fa giurisprudenza per i casi che appellano un’ingiustizia: non basta. In tre punti si consuma la più grande violazione dei diritti umani: è riconosciuto, senza legge, il diritto a procreare con donatori esterni alla coppia; il diritto alla procreazione eterologa, come una patologia, sarà sostenuto dal Servizio Sanitario Nazionale; dato che le Sentenze, non la norma, non escludono, sono incluse anche le donazioni di entrambi i gameti.
L’Esodo della famiglia nel tempo della crisi non fa certo riferimento alla vacanza fuori porta, oggi negata ai più, ma proprio a queste decisioni che confermano la crisi di una istituzione e dei valori di cui era, certamente insieme ad altre “cellule della società civile”, custode. Se è interessato il Ministero della Salute è lecito chiedersi quale patologia si cerca di combattere ed è ancorché lecito concludere che un figlio non può ritenersi semplicemente una terapia. Il valore assoluto di una persona risiede nel fatto che, già Kant affermava, non si può ritenere mai un mezzo ma sempre un fine. La disciplina che regola la tecnica eterologa, poi, tutela il diritto di privacy del donatore, ma non quelli del nascituro che, Dio piacendo, diventerà bambino dell’età evolutiva, adolescente, giovane, persona matura, che oltre al diritto di nascere in modo umano si vede negato il diritto a conoscere la sua storia e non solo quella dei fatti di cui vantarsi o aver vergogna, ma anche delle familiarità caratteriali o patologiche.
Sì che il Ministro qualche dubbio lo nutre. Nel divieto d’essere donatore più di dieci volte si esplicita il timore di un incontro incestuoso casuale che metterebbe a rischio salute l’ulteriore nascituro, sempre che la mappatura genica che negli anni ’90 era già in cantiere non riesca a fornire una banca dati facilmente accessibile che permetta la scelta dei gameti. Ma, ci si può chiedere, perché non le viene qualche altro dubbio: l’esodo è una immagine davvero interessante, non è soltanto fuga, cammino, viaggio della speranza, terra promessa, ma è anche deserto, insidie, violenza.
La famiglia non può stare sotto scacco: a perdere la partita sarebbe la persona e tutta la società.
Mons. Francesco Casamento
Direttore della Segreteria Pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana
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