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LA FAMIGLIA CUSTODE DEL FRATELLO

“Dov'è tuo fratello? Il Mediterraneo crocevia e via crucis di un nuovo Esodo" è il titolo del Convegno organizzato dall'Ufficio per la famiglia della Conferenza Episcopale Siciliana in collaborazione con Ufficio nazionale CEI per la Pastorale familiare. Le famiglie siciliane “si interrogano su itinerari, dinamiche e progetti di accoglienza e di evangelizzazione” nel corso di un appuntamento che s'inserisce in pieno nel cammino corale delle Chiese di Sicilia che, in questo quinquennio, riflettono su "L'esodo della famiglia nel tempo della crisi", tema al quale lo scorso mese è stato dedicato un seminario di studi organizzato dalla Segreteria pastorale della CESi.

“Dov’è tuo fratello? Il Mediterraneo crocevia e via crucis di un nuovo Esodo” è il titolo del Convegno organizzato dall’Ufficio per la famiglia della Conferenza Episcopale Siciliana in collaborazione con Ufficio nazionale CEI per la Pastorale familiare. Le famiglie siciliane “si interrogano su itinerari, dinamiche e progetti di accoglienza e di evangelizzazione” nel corso di un appuntamento che s’inserisce in pieno nel cammino corale delle Chiese di Sicilia che, in questo quinquennio, riflettono su “L’esodo della famiglia nel tempo della crisi”, tema al quale lo scorso mese è stato dedicato un seminario di studi organizzato dalla Segreteria pastorale della CESi.
“Interrogarsi sul fenomeno dell’esodo vuol dire analizzare e riflettere su un evento che è certamente drammatico, ma di grazia nello stesso tempo. Un fenomeno dai tanti e differenti aspetti, e dai tanti volti. Quello che vogliamo fare – dice mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone e delegato CESi per la Famiglia – è provare insieme a leggere una questione così complessa e contraddittoria, laica, e vedere se è possibile operare in essa un discernimento cristiano. Perché siamo certi – e le Chiese di Sicilia lo hanno annunciato più volte – che il dramma e la fatica dell’accoglienza è anche opportunità, occasione per la Chiesa tutta. Perché non dobbiamo dimenticare, ad esempio, che i primi missionari che approdarono alle nostre coste  non furono solo singole persone, ma intere famiglie, immigrate, straniere. Approdarono in Sicilia, portando la loro esperienza di fede e compiendo un lavoro di evangelizzazione che ha portato ad essere chi oggi siamo.
Allora le Chiese di Sicilia si fermano a leggere, rivedere e rivisitare il fenomeno – aggiunge il Presule – attribuendo senso e opportunità e coinvolgendo la famiglia. Le famiglie, infatti, non sono estranee o esterne al fenomeno, non possono pensare di viverlo da spettatrici. Occorre che ci si attrezzi per non rimanere stupiti e stupidi, ma elaborare progetti e processi di integrazione significativi, profondi, a lungo termine, lungimiranti. Un accompagnamento che la famiglia sa vivere al suo interno nella quotidianità dei rapporti tra i suoi membri e che oggi deve riproporre all’intera società. È lo sguardo della famiglia sul fenomeno migratorio che può contribuire a renderlo non solo, non tanto e non più grembo di morte, ma grembo di speranza e di integrazione. È questa la filosofia e direi anche la teologia di questo incontro regionale: la famiglia è soggetto di pastorale a pieno titolo, con il peso e la gioia che questa responsabilità consegna!”.
Mons. Francesco Casamento, direttore della Segreteria Pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana, sottolinea che “la presenza di cinque direttori regionali al Convegno delle famiglie permette di concretizzare gli orientamenti che i nostri Vescovi ci hanno indicato per una Pastorale integrata. La famiglia è così al centro di un cammino che coinvolge tutti gli ambiti della Pastorale. Il tema scelto, con la riflessione sul “Mediterraneo crocevia e via crucis di un nuovo esodo”, potrebbe sembrare a primo acchito un tema tecnico, lontano dalla vita quotidiana della famiglia e talvolta della Chiesa. Non è così – spiega -, anzi al contrario: ci pensiamo protagonisti della evangelizzazione, dell’accoglienza, … non pensiamo invece, a quanto siamo altrettanto protagonisti dell’esodo e della sofferenza che, tanto il partire quanto l’accogliere, procurano alle nostre famiglie oggi. Allora interrogarsi su itinerari, dinamiche e progetti di accoglienza e di evangelizzazione, come avverrà nel corso del Convegno, significa rilevare che è necessario una coscientizzazione del problema della famiglia in esodo”. [01]
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