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“INSIEME VERSO LA STESSA DIREZIONE, PER VOLERE DI DIO”

La celebrazione eucaristica ha concluso il Convegno organizzato dall’Ufficio regionale per la Catechesi sul tema “Trasmettere la fede in e con la famiglia” (17 – 19 aprile 2015, Cefalù). A presiedere il card. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana.

La celebrazione eucaristica ha concluso il Convegno organizzato dall’Ufficio regionale per la Catechesi sul tema “Trasmettere la fede in e con la famiglia” (17 – 19 aprile 2015, Cefalù). A presiedere il card. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana.
“La famiglia è certamente luogo privilegiato per la trasmissione della fede, ma è anche istanza, esigenza”, ha detto, proponendo ai partecipanti al convengo l’esempio delle donne nel giorno di Pasqua che “vanno al sepolcro, lo trovano scoperchiato e fanno avvertire la loro gioia. Non solo non possono più tacere – ha aggiunto il cardinale – ma ricevono un mandato”. E ancora i discepoli di Emmaus che, nel Vangelo del giorno, “lo riconoscono non dalle parole, ma allo spezzare del pane, quando fanno esperienza”. Anche ai discepoli, quando incontrano il Risorto, “Cristo porta loro quanto di più prezioso ha: le sue piaghe, testimonianza del suo amore, del suo venire incontro all’uomo. È questa la buona novella che dobbiamo annunciare – ha detto Romeo -, e cioè che Dio ci ama. Non ha maggiore importanza il fatto che sia potente, ma che ci ama. La pienezza della vita che Gesù ha portato è conoscere il Padre”.
Il cardinale ha poi consegnato ai catechisti e alle famiglie presenti una parola: ricucire. “È questo che fa Gesù: ricuce l’unità tra i dodici andandoli a cercare. Loro erano tornati alla vita di prima, di nuovo pescatori e Gesù li va a cercare. Anche Tommaso non viene abbandonato, ma il Risorto torna per lui. Ecco la nostra missione: ricucire, riportare a Dio. Non possiamo tacere: ognuno di noi è un dono di Dio dato all’interno della famiglia umana ed ecclesiale. È come un seme, un albero che cresce e si articola in rami… ma è lo stesso seme! La prima responsabilità è nella famiglia – ha detto ancora -: chi può dare a un bambino una testimonianza di fede più grande di quella che può offrirgli un genitore? Impegnarci per la famiglia è nel disegno di Dio. La responsabilità e corresponsabilità sono gli intrecci tra la grazia che crescono in modo organico. Non ci sono implicazioni sociologiche, culturali, economiche: è volere di Dio. Anche nelle parrocchie occorre trovare il senso della famiglia”.
E, parlando dell’Anno giubilare della Misericordia, il presidente della CESi ha invitato a sperimentarla “per essere noi stessi misericordiosi. È nella misericordia che dobbiamo rivedere tutta la nostra pastorale. È un’opera di misericordia consolare gli afflitti; e chi è più afflitto di chi è lontano, di chi non si sente amato, di chi è solo e soffre? Ecco allora le conclusioni, le linee, gli orizzonti, le prospettive”.
Il pensiero corre a don Pino Puglisi: “Occorre chiederci verso dove camminiamo e come camminiamo, per accompagnrte l’atleta, ma anche chi zoppica. Dio si è fatto carico di me e, in un certo senso, mi ha aspettato nei miei momenti in cui ho smesso di guardarlo, mi sono voltato altrove. Ecco l’impegno: camminare insieme verso una stessa direzione”. [01]
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