"Oggi la famiglia sta soffrendo gravi difficoltà e subisce attacchi di ogni genere, stiamo andando verso una minoranza di coppie ancora unite. Questo sembrerebbe condurre verso una pastorale prevalentemente protesa alle coppie in difficoltà, senza fare proposte troppo impegnative, per non perdere gli ultimi che rimangono. E’ certo un aspetto che non va trascurato, ma al quale va data energia e prospettiva spirituale e pastorale. Certamente possiamo continuare il percorso pastorale fin qui costruito, proponendolo nel modo migliore che possiamo fare; ma nello stesso tempo dobbiamo incominciare a coltivare il seme di una novità".
“Famiglia: realtà educante non solo per i figli ma per l’intera comunità” è stato il tema trattato da mons. Renzo Bonetti, già direttore dell’ufficio per la Pastorale familiare della CEI e presidente di Presidente della Fondazione Famiglia Dono Grande. Il suo intervento è stato il primo tra quelli previsti nel programma del Convegno regionale organizzato dall’Ufficio per la Catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana sul tema “Trasmettere la fede in e con la famiglia”.
“Il titolo previsto per questa conferenza è realmente innovativo e molto significativo: la famiglia è realtà educante – ha detto -, prima e oltre le strutture del catechismo. Trasmettere la fede in e con la famiglia è molto spesso visto in un’ottica restrittiva, cioè si pensa solamente alla iniziazione cristiana. L’educazione alla fede va, dunque, quasi a coincidere con gli anni del catechismo, che poi sono quelli legati particolarmente ai sacramenti della prima Comunione, della prima Confessione e della Cresima. La famiglia è coinvolta solo relativamente a questo periodo e solo per ciò che riguarda i propri figli. Questo impianto catechetico porta ad una gestione dell’educazione alla fede pensata, concentrata sul presente e meno attenta a quello che è il futuro della fede”.
Parlando della ministerialità che scaturisce dal sacramento del matrimonio, mons. Bonetti ha detto: “Purtroppo è poco conosciuto e ancor meno insegnato che, per il sacramento delle nozze, gli sposi hanno nella Chiesa una “ministerialità” che possiamo chiamare anche missione specifica, servizio specifico, originale, compito proprio”.
Mons. Bonetti ha poi continuato approfondendo il tema della “missione educativa specifica degli sposi per la comunità”: “Oggi purtroppo si fa coincidere l’orientamento educativo solo con la proposta di ciò che offre la parrocchia – ha detto-, seguendone le indicazioni e le attività, più che ad una scelta di fede della famiglia, dimenticando che è nella famiglia che le stesse attività e proposte parrocchiali trovano origine e compimento, in una dimensione spirituale molto più ampia e costante. Oggi la famiglia sta soffrendo gravi difficoltà e subisce attacchi di ogni genere, stiamo andando verso una minoranza di coppie ancora unite. Questo sembrerebbe condurre verso una pastorale prevalentemente protesa alle coppie in difficoltà, senza fare proposte troppo impegnative per non perdere gli ultimi che rimangono. E’ certo un aspetto che non va trascurato, ma al quale va data energia e prospettiva spirituale e pastorale. Certamente possiamo continuare il percorso pastorale fin qui costruito, proponendolo nel modo migliore che possiamo fare; ma nello stesso tempo dobbiamo incominciare a coltivare il seme di una novità.Il problema della educazione alla fede nella comunità cristiana – ha aggiunto -, troverà una adeguata risposta quando scopriremo da dove esso realmente inizia. Incomincia dal fidanzamento, quando germoglia una nuova unità coniugale”.
Arrivando alle conclusioni, il presule ha sottolineato che “occorre «volare alto» con la potenza e la fantasia sempre nuova dello Spirito, per immaginare cosa può essere e compiere nella Chiesa e nella società una coppia cristiana così formata. Paolo VI diceva che la Chiesa ha bisogno di testimoni. Dobbiamo cominciare ad avere nelle nostre comunità cristiane dei testimoni della bellezza della famiglia, dei testimoni di qual è il ruolo sacramentale della famiglia nella Chiesa. Questo costituirà il nuovo – ha aggiunto -, questo ci darà garanzia del futuro. Occorrono coppie e famiglie preparate non alla celebrazione del sacramento del matrimonio, ma formate alla coscienza della propria missione, così come è la preparazione dei seminaristi nel cammino per diventare sacerdoti.Questo – ha concluso mons. Bonetti – è il tempo di seminare, di donare con fede”. [01]
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