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DALL’EMERGENZA ALL’URGENZA: LA TEOLOGIA DELLE MIGRAZIONI

Per mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone e delegato CESi per la Famiglia "quello che viviamo non è un’odissea, un movimento che poi ritorna alla sua origine: l’esodo è un movimento senza ritorno, che va avanti verso un orizzonte vasto e spazioso, che si muove verso una terra promessa. È un’ispirazione capace di mettere in movimento i popoli, un orizzonte diverso di vita, di felicità e libertà per tutti e per sempre”.

Mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone e delegato CESi per la Famiglia ha offerto ai partecipanti al Convegno dal titolo “Dov’è tuo fratello? Il Mediterraneo crocevia e via crucis di un nuovo Esodo” una doppia riflessione che potesse contestualizzare il fenomeno dell’immigrazione e soprattutto aiutasse a capire che “si è dinanzi ad un fenomeno eccezionale, perché non è tanto il movimento di singoli o di gruppi, ma un movimento di popoli. Un movimento che porta sempre ad un cambiamento storico.

Nella storia, appunto – ha detto il Vescovo – da fenomeni come questo sono di fatto nate nuove civiltà, nuove società. Dinanzi ad ogni spostamento che coinvolge così tante persone, sempre e normalmente gli atteggiamenti di chi riceve sono state innanzitutto di chiusura e resistenza, solo poi ci si è interrogati per arrivare alla comprensione e solo infine si giunge all’accoglienza e, dopo tempo anche all’integrazione. Pensiamo alle grande invasione dei Barbari, dalla quale, dopo secoli, è nata la civiltà dei Comuni, è nato il Medioevo ed una nuova era.

Attualmente – ha aggiunto mons. Peri – siamo di fronte ad un fenomeno simile: si sono messi in movimento i popoli, la geografia dei popoli è diventata  liquida e le cartine già dopo pochissimo tempo non sono più attendibili. Significa che anche noi stiamo ripercorrendo in fondo i gradini di questi passaggi.

E non è più un problema di emergenza, ma di urgenza con cui dobbiamo affrontare il fenomeno”.

Una seconda istanza proposta all’attenzione delle famiglie siciliane che si interrogano sulle dinamiche degli spostamenti, sull’accoglienza e l’evangelizzazione riguarda la scelta della categoria, del termine esodo, scelto dal nostro convegno per classificare l’immigrazione. “L’esodo ha una sua connotazione tipica, è una categoria che non è semplicemente antropologica, per descrivere lo spostamento di tanta gente – ha aggiunto il Vescovo delegato per la Famiglia -, quanto piuttosto una categoria anche teologica per indicare che è un movimento che avviene come disegno di libertà e liberazione che ha come autore Dio. Pertanto ci sono alcuni elementi che caratterizzano questo esodo: la strada verso questa ipotetica ‘terra promessa’ l’uomo non la vede, non la intravede e non la può costruire. Già per l’esodo del popolo di Israele Dio aprì la strada  in mezzo al Mar Rosso e poi nel deserto. Quello che viviamo non è un’odissea, un movimento che poi ritorna alla sua origine: l’esodo è un movimento senza ritorno, che va avanti verso un orizzonte vasto e spazioso, che si muove verso una terra promessa. È  un’ispirazione capace di mettere in movimento i popoli, un orizzonte diverso di vita, di felicità e libertà per tutti e per sempre”.

Infine mons. Peri ha incoraggiato i cristiani di Sicilia, le famiglie soprattutto, a “offrire e insieme cogliere gli spunti di un discernimento cristiano del fenomeno dell’immigrazione che è diverso dall’analisi fenomenologica, sociologica, storica o scientifica. Che ci sia un discernimento teologico significa che se non leggiamo il fenomeno alla luce dello Spirito rischiamo di appiattirlo, di non  comprenderlo e soprattutto di non saperlo utilizzare come un’occasione chiaramente feconda”. [01]

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