22 dicembre 2018
Cefalù
IL VESCOVO MARCIANTE AI GIOVANI: ” SENTO FORTE IL DESIDERIO DI VEDERVI, DI ASCOLTARVI”
L’appuntamento è annunciato in una lettera della quale i giovani sono i destinatari e nella quale il vescovo esprime il desiderio di “raggiungere con te, mio compagno di viaggio, non solo le periferie geografiche del nostro territorio, ma anche le periferie delle nostre anime per dare un significato autentico alla vita, al presente”. Ai giovani mons. Marciante dice che “c’è una regola d’oro che sta al centro del mio servizio pastorale: ascoltare e condividere. Stare nella storia dei miei fratelli… Voglio vivere tra la vita e la storia dei miei giovani – continua nella lettera -, rispettandone le idee e qualsiasi condizione”.
A loro, rivela un sogno: “vorrei essere costruttore di libertà e dignità”. Ma è lo stesso presule a ricordare che “chi è senza lavoro non ha dignità e libertà” e che “in Italia ci sono all’incirca tre milioni di persone senza lavoro”. Per questo, scrive: “Ho bisogno dei tuoi occhi per leggere insieme la storia che viviamo, le ferite del nostro territorio, per far camminare le nostre coscienze sulla via della responsabilità personale e collettiva attraversando e contemplando dal ponte “incrollabile” del bene comune la bellezza del nostro territorio. Ho bisogno dei tuoi sogni, li voglio conoscere, custodire e, se possibile, realizzarli insieme a te. Non dobbiamo avere paura del nuovo, altrimenti ci sarà impossibile anche sognare: dobbiamo osare senza mai rassegnarci! Sono certo che nei nostri paesi, tra i tuoi coetanei, ci siano grandi intelligenze, miniere forse nascoste di grandi talenti”.
Ribadendo “fiducia illimitata” in loro e “nella nostra gente”, mons. Marciante evidenzia che “costringere i giovani con la potente arma della sfiducia a lasciare le nostre terre, ad andare oltre per sognare, significa ipotecare il futuro; significa trasformare i nostri paesi in cimiteri. Vorrei dunque condividere con te un progetto, un sogno – prosegue -, che è il “Laboratorio della Speranza”, dove tu e gli altri giovani mettiate insieme le vostre idee e i vostri progetti. Un laboratorio – spiega – che, valorizzando il nostro ambiente naturale, artistico e culturale e mettendo a disposizione i beni della Diocesi, possa aprire le porte della speranza ai nostri Comuni”.
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