Giornata mondiale dei poveri
“QUESTO POVERO GRIDA E IL SIGNORE LO ASCOLTA”, ANCHE DALLA SICILIA
AGRIGENTO. “Il grido del povero arriva non solo alle orecchie di Dio, ma deve toccare il nostro cuore e le nostre coscienze per rispondere concretamente attraverso gesti di carità e di solidarietà”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas italiana, card. Francesco Montenegro, nel suo messaggio per la Giornata mondiale dei poveri. “I poveri non sono una categoria da relegare entro dei parametri ben precisi, né tantomeno l’oggetto di qualche articolo riportato da qualche rivista di economia – aggiunge il porporato -. I poveri sono persone da incontrare, accogliere, amare. Hanno un nome, hanno il volto di donne, di uomini, di bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro, sono segnati dal dolore, dall’emarginazione, dal sopruso, dalla violenza, dalla prigionia e dalla guerra”. Il cardinale invita a non considerare poveri sono coloro che sono privi di “risorse materiali quali cibo, acqua, vestiti, casa”. “A questi bisogni primari se ne devono aggiungere altri non meno importanti quali il lavoro, la giustizia, l’assistenza sanitaria, i rapporti sociali”. “Tutto questo – ammonisce il card. Montenegro – garantisce una pacifica e ordinata convivenza”. Il porporato osserva che “i poveri fanno paura alla nostra coscienza di ‘buoni e bravi cristiani’; ma fanno paura anche ai ricchi e ai potenti, tanto da schierare interi eserciti davanti a gente inerme che, armata solo dal desiderio di una vita più dignitosa, si mette in cammino, attraversando il deserto e il mare, in cerca di un po di pace e di un pezzo di pane”. Infine, l’incoraggiamento a “non essere cristiani soltanto per tradizione: dobbiamo fare entrare i poveri nelle nostre esistenze”.
PALERMO. “I poveri sono cartina al tornasole del nostro rapporto con il Signore ed oggi dobbiamo inginocchiarci davanti ad essi come ci invita Papa Francesco”. Lo ha affermato mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, intervenuto al Convegno organizzato, nei giorni scorsi, dalla Caritas diocesana sul tema: “La Compagnia del Vangelo per una Chiesa povera per i poveri”, che si è svolto presso l’Istituto Don Orione. “Solo se noi incontriamo il Cristo-Parola e il Cristo-Spezzato, possiamo conoscere i poveri – ha aggiunto il presule -. Il Vangelo non è una nozione sociologica, ma concretezza dell’incontro con gli uomini. I poveri poi, sono un luogo teologico e nella loro concretezza dobbiamo avere un approccio di amore e accoglienza”. Nel suo intervento, invece, il direttore della Caritas diocesana, p. Pino Noto, ha detto che “la carità evangelica prima di essere un fare, è un dono, un’urgenza”. “Noi crediamo che si debba partecipare al cammino di questa Compagnia del Vangelo che è la Chiesa senza enfasi ma con accoglienza”. Quindi, l’invito a “contribuire a non disperdere e a non annacquare la novità del cammino di Chiesa che Papa Francesco ci indica”. “Il punto di partenza è la povertà intesa come categoria teologica, cioè come percorso necessario e urgente per comprendere la novità del Vangelo e riscoprirlo nella storia che viviamo”. Infine, l’incoraggiamento a “ripartire dai poveri, dalla povertà come condizione esistenziale”. “Questa povertà è popolata dal volto degli ultimi, dei piccoli, dei fragili, di coloro che non hanno voce. Sono costoro a fare la nostra storia, la nostra obbedienza e per questo dobbiamo ascoltare i poveri e rifiutare ogni atteggiamento di utilizzo dei poveri, ogni uso della carità ‘di potere’”.
MESSINA. Un momento di preghiera e di fraternità vissuto in strada, tra i più poveri. È quanto ha proposto domenica 18 novembre la Caritas diocesana di Messina – Lipari – S. Lucia del Mela in occasione della seconda Giornata mondiale dei poveri. L’appuntamento, a cui hanno partecipato anche alcune Chiese evangeliche, si è svolto nel piazzale antistante la stazione principale di Messina. “L’intento – spiegano gli organizzatori – è stato quello di vivere, tutti insieme, la quotidianità della condivisione, senza azioni eclatanti o straordinarie, ma nella semplicità del servizio e della vicinanza fraterna. Vicinanza dimostrata ai poveri, attraverso il servizio. Ma anche testimonianza al territorio della vicinanza tra coloro che si prodigano per i poveri, rappresentativi di varie religioni o sensibilità umane, spinti da un unico intento: aprirsi alla condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come segno concreto di fratellanza”. Al termine della preghiera, preparata dalla Comunità di S. Egidio, sono sati offerti a tutti i presenti dolci e bevande calde.
TRAPANI. Domenica 18 novembre, raccogliendo l’invito di Papa Francesco, anche nella diocesi di Trapani è stata celebrata la II Giornata mondiale dei poveri, una giornata comunitaria vissuta insieme da animatori e persone in difficoltà a Paceco nei locali della parrocchia “Regina Pacis”. Ha partecipato anche il vescovo mons. Pietro Maria Fragnelli. Dopo la preghiera, spazio a testimonianze, volti e voci di persone a vivere la solidarietà: a cominciare da un’analisi del territorio a cura di Maria Antonia Giliberti. Quindi l’esperienza di una famiglia aperta della Comunità Papa Giovanni XXIII, i coniugi Martorana. A raccontarsi sono stati anche un detenuto immigrato sostenuto nel suo percorso di reinserimento dalla Caritas, Salvatore Agueci e Giovanna Millocca che hanno parlato della loro esperienza di tutor di minori migranti non accompagnati e la Caritas diocesana che ha presentato i frutti del “Prestito della speranza” per giovani che desiderano dare vita ad attività imprenditoriali e hanno bisogno dell’accesso al credito. Infine, la Fraternità delle “Serve di Gesù povero” guidata da suor Maria Goretti ha presentato la figura e la missione di San Damiano. Detenuti e volontari quindi si sono messi al lavoro per organizzare il momento del pranzo al quale hanno partecipato circa 300 persone: operatori pastorali e famiglie in particolari difficoltà delle parrocchie del trapanese. Nel pomeriggio il musical “Una vita per gli altri” sul beato don Pino Puglisi realizzato dall’associazione “Apriti Cielo” di Alcamo. Alle ore 18 tutti intorno alla mensa del Signore con la concelebrazione eucaristica nel corso della quale il vescovo Pietro Maria Fragnelli ha aperto la Visita pastorale del Vicariato di Paceco e ha consegnato gli Orientamenti pastorali diocesani 2018/2019 che quest’anno hanno per tema “La ricerca dei volti con il passo dei poveri”. La scelta preferenziale dei poveri è stata il filo conduttore di riflessioni ed iniziative nelle comunità parrocchiali.
CATANIA. Sono stati trecento i bisognosi di Catania che domenica si sono seduti attorno alla tavola apparecchiata nella navata centrale del santuario di S. Francesco in occasione dell’8ª edizione del “Pranzo di S. Elisabetta”, a cui ha partecipato anche l’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, e il sindaco della città siciliana, Salvatore Pogliese. Il pranzo è stato uno dei due momenti che la l’arcidiocesi di Catania ha promosso in occasione della seconda edizione della Giornata mondiale dei poveri, istituita da Papa Francesco al termine del Giubileo della misericordia, nel 2016. Accanto al pranzo, la Caritas diocesana, sabato 17 novembre (a partire dalle 19.30), sempre al santuario di S. Francesco, ha voluto una veglia di preghiera e una raccolta di alimenti a lunga scadenza per le mense gestite dalla Caritas. All’organizzazione dei due appuntamenti hanno collaborato l’Ordine francescano secolare (Ofs), la Consulta delle aggregazioni laicali, la Caritas diocesana e l’istituto tecnico industriale “S. Cannizzaro”. L’appuntamento per il pranzo di domenica si è svolto dopo la messa che don Piero Galvano, direttore della Caritas diocesana, ha presieduto alle 11 in santuario. “Sul calendario Caritas 2019, c’è un pensiero, ‘Il Signore ci dà la vita libera e noi attratti dal superfluo della società ci sentiamo schiavi di noi stessi’ – spiega don Galvano -. Questo pensiero ci aiuti ad aprire il nostro cuore alla generosità, all’altruismo e a non essere schiavi del nostro egoismo”. “Siamo direttamente coinvolti con le nostre famiglie della fraternità – spiega l’Ofs di Catania – nella preparazione di un pranzo che diventa un momento di festa per circa 300 poveri della città. Per tutti noi non si tratta di un episodio isolato, ma la naturale prosecuzione della nostra esperienza di servizio alla mensa Caritas dell’Help Center”.
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