Dopo le prime settimane di avvio, il Ristoro San Francesco lavora a pieno regime. Sono quaranta le persone che beneficiano, tre volte alla settimana, di un pasto completo (primo, secondo, frutta e pane). Sono sessanta i volontari, appositamente formati e organizzati in turni, che svolgono servizio in cucina, in sala e per le consegne a domicilio. Le persone che beneficiano dei pasti sono in gran parte italiani (85%), con una lieve prevalenza maschile (60%) e costituiti in nuclei familiari, anche con presenza di minori.
L’accesso alla mensa, che si trova in via G. B. Odierna, nei locali messi a disposizione gratuitamente dalle suore dell’Immacolata di Lourdes, avviene esclusivamente su segnalazione delle parrocchie della città, dei centri di ascolto o delle altre realtà in sostegno alla povertà. Il servizio permette il consumo dei pasti nelle modalità consumo in loco, da asporto o con consegna a domicilio per quei casi impossibilitati a raggiungere la mensa.
“Il ristoro di San Francesco – dice Domenico Leggio, direttore della Caritas – dopo un periodo di sperimentazione è pronto ad accogliere le necessità delle persone più fragili, a patto che siano inseriti in un percorso di fuoriuscita dalla povertà. L’accesso al Ristoro non è la certificazione della povertà e quindi il ricorso ad una misura assistenziale, ma un periodo limitato di sostegno concordato con chi ha in cura il singolo o la famiglia. La nostra tensione è quindi rivolta ad ampio raggio: alle persone che hanno bisogno, ma anche alla buona qualità del cibo che forniamo, alla formazione dei volontari e a tutti coloro che nel territorio possono sostenere il Ristoro, ad esempio fornendo alimenti o facendosi carico del costo dei pasti”. [01]
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