Pubblicato il

31 maggio 2020

Catania

PENTECOSTE: VEGLIA CON LE AGGREGAZIONI LAICALI

PENTECOSTE: VEGLIA CON LE AGGREGAZIONI LAICALI

E’ con la Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali che mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, ha celebrato la veglia di Pentecoste.

In Cattedrale, ogni associazione o movimento o comunità che aderisce liberamente alla Consulta diocesana era presente con una piccola delegazione, secondo le normative relative al contrasto e contenimento del Covid-19 e secondo precise indicazione del parroco.

Ad aprire la celebrazione il delegato per la Consulta, don Antonio De Maria. “Quella comunione che in Cristo si è compiuta tra l’umano e Dio Trinità agapica – ha detto – diventa esperienza generativa della Chiesa per opera dello Spirito Santo. Per questo è nello Spirito che possiamo dire – ha proseguito, riprendendo il tema della giornata – che noi siamo il popolo sacerdotale, la nazione santa, primizia dell’umanità redenta dal Risorto. Questa consapevolezza, questo noi, non nasce dallo sforzo dell’uomo ma è dono dello Spirito: in lui siamo nati dentro questo noi che ci costituisce: per questo, questo Noi ci precede e svela il senso della nostra appartenenza a Cristo“.

Per padre Antonio, “Lo Spirito è l’armonia che genera la Chiesa del Risorto come un’armonia la cui unità è data dalla polifonia di voci concordanti nella loro diversità e nei loro specifici doni: così – ha proseguito – ogni aggregazione è frutto di questo Spirito, in quanto lo Spirito stesso la genera dentro questa unità armonica. Si tratta di prenderne sempre più consapevolezza, riconoscendosi dentro quel Noi che ci fa essere e che siamo“.

Facendo riferimento al 50° di sacerdozio dell’arcivescovo celebrato da poco e al suo desiderio che si lavori per le vocazioni sacerdotali, il delegato per le Aggregazioni laicali dell’arcidiocesi di Catania ha evidenziato che “una vera pastorale vocazionale nasce dentro una comunità viva, nella quale la gioia della fede diventa fraternità. Questa fraternità, a sua volta, diventa ambito educativo alla personalità cristiana e luogo di discernimento delle diverse chiamate del Signore. Può capitare di confondere un proprio pio desiderio con la convinzione di una chiamata del Signore al sacerdozio o alla vita consacrata: mentre una comunità viva è capace di discernere i segni di Dio e a sostenere la fragilità della risposta del chiamato o della chiamata. Essi sono innanzitutto figli e frutto di questa comunità dove il Signore fa la sua pesca“.

L’arcivescovo ha ripercorso le letture proclamate come il definirsi di una scelta progettuale che non può nascere solo dall’impegno dell’uomo ma che nasce e si compie nell’opera dello Spirito che fa della Chiesa il sacramento della salvezza e una Pentecoste vivente. Ha esortato il laicato a discernere i segni di questo tempo e a lasciarsi investire dalla creatività dello Spirito, per un rinnovamento della testimonianza e dell’impegno ecclesiale nel mondo.

La segretaria della Consulta, la professoressa Febronia Lamicela, ha rinnovato il ringraziamento all’arcivescovo e ha auspicato che l’impegno della Consulta che, pur nelle ristrettezze non si è mai fermato, possa continuare.

A nome della Consulta ha poi offerto un piccolo dono all’arcivescovo per il suo 50° e sottolineato l’impegno della Consulta a sostenere la Caritas diocesana: il dono economico che permetterà di aiutare molte famiglie che si rivolgono ai suoi servizi.