24 novembre 2023
Osservatorio giuridico-legislativo
CLIMA E COP28: LE RELIGIONI, LE PROFESSIONI E LE ISTITUZIONI SCIENTIFICHE FIRMANO UNA CARTA DI INTENTI. “INSIEME E CON RESPONSABILITA'”. CRONACA, FOTO E VIDEO
Le religioni, le professioni e le istituzioni scientifiche insieme a San Marino delle scale per tutelare il pianeta. Promosso dalla Fondazione Dusmet e con il patrocinio anche della Conferenza episcopale siciliana, quello realizzato a Monreale è stato un appuntamento su “Clima e COP28”: legato alla “Laudate Deum”, “da esso è ‘provocato’, sospinto” e pensato anche in preparazione e in occasione della prossima Coop 28.
Per mons. Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale, parte integrante del Comitato organizzativo dell’evento, “l’intento è di promuovere soluzioni pratiche e condivise per affrontare il cambiamento climatico coinvolgendo “tutti”: tutte le religioni, tutte le professioni, tutte le istituzioni scientifiche. Tutti – precisa –, perché tutti viviamo in questa nostra terra e tutti ne siamo responsabili, tutti ne dobbiamo avere cura. Chi può sentirsi esonerato?“. Intervenendo nella prima sessione di lavoro che, moderata dal direttore del Sir, Amerigo Vecchiarelli, si è sviluppata come confronto tra le religioni sulle questioni ecologiche. mons. Pennisi ha sottolineato “la responsabilità della scienza e della tecnologia“, ma ponendo l’accento su quella, “non meno pressante e urgente, della responsabilità etica“.
Mons. Pennisi ha presentato ai partecipanti l’enciclica di papa Francesco e, parlando delle emergenze che la Sicilia vive e condivide con tanta parte del mondo ha detto che “pensare che queste questioni siamo distaccate da ciò in cui crediamo, da Colui in cui crediamo è omertà e follia: inconcepibile per i credenti, inaccettabile e assolutamente lontano da ogni religione e religiosità“.
“Non è possibile separare la sicurezza climatica ambientale dalla pace, che è sicurezza spirituale, fisica e intellettuale in questa delicata fase storica. Oggi, le priorità dei leader religiosi sono cambiate, dopo che i loro sermoni si sono concentrati sulla fratellanza, sul dialogo, sul rifiuto del fanatismo e sulla ricerca di un terreno comune tra le loro convinzioni, e questo è un percorso che deve continuare, ma sono diventati più preoccupati di mettere in guardia contro pericolo imminente del cambiamento climatico. Perché sanno che suona il campanello d’allarme sulla necessità di un’azione seria e decisiva per combattere i pericoli del cambiamento climatico e per proteggere il futuro dell’umanità da questo pericolo reale”. Così l’imam della Moschea al Jamila al Gran Cancelliere di Palermo, sheyk Badri Al Madani, intervenendo all’incontro su “Clima e COP28” promosso dalla Fondazione Dusmet. L’imam ha ribadito che “anche l’Islam considera la preservazione e la protezione del clima e dell’ambiente un dovere religioso: le religioni, nei loro testi e insegnamenti, attribuiscono grande importanza alla preservazione del pianeta Terra e di tutte le sue creature, perché sono tra le creazioni del Creatore e le Sue benedizioni sugli esseri umani”.
All’evento monrealese hanno preso parte anche: Paolo Patricolo, vicario per la Sicilia dell’Arcidiocesi ortodossa Italia del Patriarcato di Costantinopoli, e padre Martinian Epure della Chiesa ortodossa romena. Collegati online Mustafa Ceric, grand mufti di Bosnia e Herzegovina, Ivan Ivanov, della Chiesa ortodossa Bulgara, e Cesare Moscati, rabbino capo di Napoli. Da quest’ultimo l’invito ad interrogarsi sull’eredità che la nostra generazione lascerà a chi verrà dopo e a “piantare alberi per i nostri nipoti con la gratitudine che dobbiamo a chi, generazioni prima, li ha piantati per noi permettendoci oggi di godere dei loro frutti”.
Quello ospitato dall’Abbazia di San Martino delle Scale non è stato un evento, ma “un luogo”, un luogo in cui si prende insieme un impegno: a custodire il creato innanzitutto, ma anche a fare comunione. Nel video dom Vittorio Rizzone, abate dell’abbazia di San Martino delle Scale.
Non solo confronto: l’incontro, che a San Martino delle Scale ha unito religioni, istituzioni scientifiche e gli ordini professionali prevedeva una sorta di “livello pratico”. Dopo gli interventi della lunga mattinata infatti, nel pomeriggio, un tavolo di condivisione ha raccolto le proposte dei partecipanti in ordine alle “scelte da porre in essere per la salvaguardia del clima”. Proposte che sono confluite in un unico documento condiviso e lì stesso firmato.
PROTOCOLLO DI CONDIVISIONE “CLIMA e COP28”
Il Protocollo di condivisione dà il via libera all’attivazione di una collaborazione strategica tra tutti i sottoscrittori, nell’ambito delle rispettive competenze. L’impegno è quello di realizzare “processi di stabile, reciproca connessione e condivisione, al fine di assumere orientamenti condivisi su questioni specifiche, sia in una prospettiva interna di approfondimento e confronto, sia in una prospettiva esterna, implementando lo sviluppo sinergico e la coerenza delle decisioni da adottare per affrontare efficacemente la crisi ambientale globale“.
Oltre alla trasmissione del rispetto della casa comune e all’istruzione all’ecologia integrata, nel solco del cammino inaugurato dall’iniziativa della Fondazione Dusmet si preparano azioni mirate a ridurre le emissioni di gas serra da un lato, e a sostenere e sviluppare le energie rinnovabili dall’altro. Si affaccia, infatti, all’orizzonte anche l’idea di un progetto concreto: il riuso delle acque reflue come misura virtuosa in un’ottica di economia circolare.
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