05 settembre 2020
Agrigento
MONS. ALESSANDRO DAMIANO È VESCOVO
Mons. Alessandro Damiano è da oggi vescovo e coadiutore dell’arcidiocesi di Agrigento. Si è svolta nella cattedrale intitolata da San Gerlando a Maria Santissima Assunta, nel giorno della Dedicazione della stessa basilica, la celebrazione solenne della sua ordinazione episcopale. A presiederla il card. Francesco Montenegro, al fianco del quale mons. Damiano opererà prima di esserne di diritto il successore.
“La maestosità, ma anche la precarietà di questa cattedrale dedicata a San Gerlando che oggi ci ospita, ci sprona ad andare oltre il tempio materiale, per amare la nostra Chiesa locale con le sue bellezze e le sue fragilità, con i suoi santi e peccatori. Oggi davvero tutti sentiamoci chiamati a crescere nell’appartenenza alla Chiesa per costruire l’unità dello spirito nel vincolo della pace e dare la nostra comunità diocesana un volto sempre più credibile luminoso”. Sono state queste le parole pronunciate oggi da mons. Alessandro Damiano, arcivescovo coadiutore di Agrigento, alla fine della solenne celebrazione della sua ordinazione episcopale.
Nella chiesa cattedrale aperta sulla antistante Piazza Don Minzoni, dove è stato montato uno schermo gigante, c’erano i fedeli di Trapani, diocesi di appartenenza del nuovo vescovo, e quelli di Agrigento, pur con le limitazioni dovute alle norme di contenimento del Covid-19. Presenti anche le deputazioni nazionali e regionali, le autorità locali, i sindacati, le associazioni di categorie. A loro il neo vescovo, citando il suo motto “Servare unitatem Spiritus” e la Gaudium et Spes, ha augurato di essere “solleciti nel mantenere l’unità dello spirito nel vincolo della pace”, di potere “tutti, comunità ecclesiali ed istituzioni civili, essere solleciti nel costruire il vincolo della pace in vista di quel bene comune che consenta e favorisca in tutti gli esseri umani, nelle famiglie e nelle associazioni, il conseguimento più pieno della loro perfezione”.
“In questo giorno di festa ti consegno questa amata chiesa agrigentina affinchè, dopo il tempo in cui la serviremo insieme, tu continui a proteggerla sull’esempio dei santi Vescovi agrigentini e di tutti i pastori che per essa si sono spesi con cura e sapiente generosità. E’ una comunità arricchita di tanti doni – ha detto il card. Montenegro durante l’omelia – è una sposa bella, desiderosa di camminare; è una madre a cui non mancano le rughe e le ferite ma è ricca di tanto bene fatto e di altrettanto bene ricevuto. Hai già iniziato a conoscerla e, ne sono certo, ad amarla. Il Signore – ha proseguito – ci chiede di sostenerla e di incoraggiarla affinchè il cammino iniziato agli albori dell’era apostolica, sia affrontato con sempre maggiore slancio“.
Il presule ha poi presentato alcune delle “tante sfide” che “il Signore ha messo in questa porzione di territorio” e che “chiede di affrontare: i disagi a motivo della mancanza di lavoro, la criminalità organizzata con tutte le sue ramificazioni e poi la mancanza di progettualità per il futuro con interi comuni che si stanno svuotando e i giovani che ogni giorno sono costretti a lasciare questa magnifica terra. E poi – ha proseguito il cardinale – le sfide del Mediterraneo: il fenomeno immigratorio, l’apertura verso il continente africano, la complessità di come coniugare accoglienza e bisogno di futuro. E poi la povertà con tutte le sue conseguenze, dal gioco d’azzardo al rifugiarsi in quelle forme di protezione che tolgono libertà e sono causa di morte“. Ma anche, davanti a mons. Damiano, il pastore della Chiesa agrigentina ha posto anche e al contempo “una bellezza naturale notevole, un patrimonio architettonico di speciale interesse e tantissime potenzialità espresse da un popolo generoso e intraprendente“.
Ad imporre le mani sul capo del vescovo per la consacrazione, prima di tutti i vescovi di Sicilia ritrovatisi per la gioiosa occasione, il cardinale Montenegro stesso, mons. Giuseppe Mani, arcivescovo emerito di Cagliari e mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo della diocesi di Trapani dalla quale mons. Damiano proviene.
“Ho la certezza che don Alessandro possa essere un vescovo ponte: è uomo e presbitero capace di collegare e di unire le diverse istituzioni, le diverse persone, le diverse anime, le diverse risorse. Sarà vescovo capace di intraprendere percorsi di maturazione, di ricercare soluzioni concrete e condivise” era stato l’augurio a mons. Damiano da parte del pastore della Chiesa trapanese poco prima dell’inizio della celebrazione. “Ogni tuo gesto fatto in questa realtà tornerà a beneficio della Chiesa tutta. Non temere, avrai per guida il Signore: sarà Lui – ha detto mons. Fragnelli – a portarci alla terra promessa. Tu fai impegno a te stesso ad avere e mantenere la dimensione della comunione”.
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