27 aprile 2019
Catania
L’APPELLO DELL’ARCIVESCOVO GRISTINA PER UN “PATTO DI CORRESPONSABILITÀ”
Mons. Salvatore Gristina ha invitato i rappresentanti del mondo produttivo, sindacale, delle cooperative e delle associazioni ad un confronto con le istituzioni. Lo scopo è quello di aprire un dialogo costante per trovare soluzioni e proposte da realizzare in sinergia con l’amministrazione comunale, per dare una risposta concreta alla crisi che continua ad attanagliare il nostro territorio, aggravata dal dissesto finanziario di Palazzo degli elefanti (sede del Comune di Catania).
Molti hanno risposto all’appello dell’arciescovo. Il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha fatto un quadro dettagliato della difficile situazione che la città sta attraversando, facendo notare ed avvertendo che se il governo nazionale non si dovesse mobilitare, una vera e propria bomba sociale potrebbe esplodere in città.
“Certamente questo è un momento che viviamo insieme – ha sottolineato l’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina –, un buon auspicio per questo patto di corresponsabilità che vogliamo incoraggiare. Un momento che ci deve vedere uniti, con le nostre competenze e capacità, con le nostre professionalità, per un impegno comune. Questo incontro va letto in prospettiva di un’azione sinergica per la costruzione di una rete solidale da realizzare col contributo di tutti”.
Nel corso dell’incontro moderato dal giornalista Giuseppe Di Fazio, sono stati diversi gli interventi e molteplici le proposte dopo svariate analisi del contesto attuale da parte dei rappresentanti sindacali, di categoria e del mondo delle associazioni, che hanno voluto concorrere alla discussione, indicando criticità e priorità da considerare: Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania; Enza Meli, segretaria generale della Uil di Catania; Giovanni Musumeci, segretario dell’Ugl di Catania; Gaetano Mancini, presidente regionale di Confcooperative Sicilia; Dino Barbarossa, presidente della Fondazione Ebbene; rappresentanti dell’Ance; amministratori locali.
“Il dissesto inciderà sulla vita quotidiana di tutti – ha evidenziato Agatino Cariola, docente dell’Università di Catania, relatore che ha approfondito il documento “Voi restate in città” – ma uno dei problemi più gravi è il progressivo degrado della classe dirigente e una progressiva fuga di “cervelli” dal nostro territorio. Otto diciottenni su dieci immaginano il loro futuro fuori dalla Sicilia. La fuga dei giovani dall’Italia e dal Sud – ha proseguito – è più preoccupante del problema dell’immigrazione perché toglie il futuro a questo territorio. Per questo il messaggio che invita a restare in città è attuale e al centro della nostra attenzione”.
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