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PALERMO. L’ORATORIO DI SANTA MARIA DEL SABATO ALLA COMUNITÀ EBRAICA

L’arcivescovo mons. Corrado Lorefice, all’interno del fecondo cammino del dialogo interreligioso che coinvolge la nostra città di Palermo, ha concesso in comodato d’uso gratuito l’Oratorio di S. Maria del Sabato alla Comunità ebraica.
Mons. Raffaele Mangano, vicario episcopale, ne ha dato annuncio nel corso del Convegno dal titolo “Siciliani senza Sicilia. Ebrei di Sicilia in terra d’altri”, che si è tenuto presso l’Aula Damiani Almeyda dell’Archivio storico comunale giovedì  12 gennaio 2017, in memoria della espulsione degli Ebrei dalla Sicilia, avvenuta proprio il 12 gennaio 1493.
“E’ con grande gioia – afferma mons. Lorefice che proprio il 12 gennaio si trovava a Gerusalemme – che rispondiamo alla richiesta pervenutaci tramite Evelyne Aouate, presidente dell’Istituto siciliano di Studi ebraici, di avere un luogo di studio e di culto per la comunità ebraica di Palermo. Santa Maria del Sabato, da tempo inutilizzata per le celebrazioni liturgiche, ci è sembrata particolarmente significativa per il riferimento allo shabbat. Stiamo cogliendo, in questo momento storico così difficile, passo dopo passo, i frutti di un sincero cammino di dialogo e di cordiale amicizia”.
L’Oratorio di S. Maria delle Grazie, detta del Sabato, sorge nell’area un tempo occupata dagli antichi borghi ebrei della “Guzzetta” e della “Meschita”.
Il quartiere ebraico di Palermo, compreso tra via Maqueda e via Roma, mantiene ancora oggi, anche dopo cinquecento anni, alcune delle caratteristiche strutturali dell’edilizia ebraica, che prevedeva la possibilità di chiusura degli accessi identificabili in alcuni passaggi ad arco, inseriti nelle cortine edilizie delle strade.
E’ proprio attraverso una cornice di passaggio, lungo l’attuale via Calderai, costituita dall’arco della Meschita, che è possibile accedere all’Oratorio della Compagnia di San Nicolò da Tolentino, che nel 1507 aveva edificato la propria chiesa lì dove esisteva, fino al 1492, una sinagoga, detta “Meschita”, nome con cui i cristiani chiamavano qualsiasi edificio sacro non cristiano. [01]

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