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Messaggio per la Solennità di Pentecoste – 3 giugno 2001

Messaggio di Pentecoste 2001

“Nella Storia Fermento per il Regno”

Vieni, o Spirito Santo
Manda a noi dal cielo
Un raggio della tua luce.

Sorelle e fratelli in Cristo, figli carissimi,
Sono trascorsi appena due mesi dalla celebrazione del IV Convegno delle nostre chiese su “I laici per la missione della Chiesa in Sicilia nel terzo millennio”. L’eco di quell’evento di grazia risuona ancora nei nostri cuori, suscitando lode e ringraziamento, propositi e invocazione.

Lodiamo il Signore che ci ha convocati
Noi lodiamo il Signore perché ci ha convocati come suo popolo e lo ringraziamo perché la sua voce è risuonata con forza nei giorni del Convegno per dirci il suo progetto:
Io conosco, dice il Signore, i progetti che ho fatto a vostro riguardo, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza (Ger 29,11).
Ed ecco, i nostri occhi si illuminano e si dilata il cuore, il progetto di Dio è “un futuro pieno di speranza”.
Dio ci propone di abitare la speranza! Rallegriamoci, godiamone.
La nostra storia non è caotica, ma salvifica. Ha una direzione, un senso, una meta.
Le strade del nostro tempo, in cui si gioca la qualità della vita, l’incontro tra le persone, la fatica culturale nell’orizzonte del pluralismo, la questione etica, la complessità della comunicazione, l’ambiguità della tecnica, il rischio della globalizzazione e la sfida dell’economia, la salvaguardia dell’ambiente, il futuro dell’ingegneria genetica hanno un loro posto e una loro direzione nel progetto di Dio saldo e indefettibile. I suoi occhi sono aperti sul mondo, le sue pupille scrutano ogni uomo (Sal 11,4): non è indifferente Dio al travaglio della nostra storia; si coinvolge in essa con amore: Tu vedi l’affanno e il dolore, tutto tu guardi e prendi nelle tue mani (Sal 10,35).
Nel Figlio fatto uomo per noi Dio si è fatto a noi vicino; ha piantato tra noi la sua tenda (Gv 1,14); è diventato l’Emmanuele, il Dio con noi, il Dio per noi. Ci ha amati e ha dato se stesso per noi (cf. Gal 2,20).
Una Chiesa sulle orme di cuo Figlio: ecco il sogno di Dio nostro Padre. Ogni vero discepolo ci Cristo Gesù deve poter gridare dietro a Lui: Ti seguirò dovunque tu vada (Lc 9,57). Ogni povero, ogni disabile, ogni ammalto, ogni carcerato, ogni anziano, ogni drogato, ogni emarginato ci ripresenta i tratti caratteristici del volto di Cristo, chino su ciascun sofferente fino a identificarsi con lui.

I nostri propositi
Attaccarci alle orme del Figlio di Dio fatto uomo: è questo il nostro proposito. Esso scaturisce da una reale conversione del cuore ed esige una rinnovata e più autentica ricerca della santità: la santità di una Chiesa serva dell’uomo.
Vogliamo che le nostre chiese divengano scuole permanenti di spiritualità, radicate e fondate sulla Parola di Dio, alimentate dalla preghiera, nutrite dalla carità.
Vogliamo che la Parola di Dio corra e si diffonda nelle nostre famiglie, nei paesi, nei quartieri delle nostre città, tra i gruppi; vogliamo che essa sia la luce là dove si prendono le piccole e le grandi decisioni, nel cuore degli avvenimenti quotidiani come nei laboratori della ricerca scientifica e tecnologica.
Una santità, quella a cui pensiamo, che non è evasione dal mondo. L’imperativo categorico di oggi è quello di una Chiesa che, alla luce dell’Incarnazione, riscopre la sua dimensione secolare. Essa si sente chiamata a uscire dal tempio per «perdersi», illuminata dalla Luce del Tempio, per le strade del mondo, a collocarsi in diaspora per farsi tutta a tutti, pur di guadagnara a Cristo qualcuno (cf. 1 Cor 9,22).
Di questa Chiesa voi, carissimi fedeli laici, siete per vocazione la frontiera avanzata nel mondo. In esso voi siete in modo speciale chiamati ad assumervi, con la varietà delle vostre competenze, le responsabilità del nostro tempo per affrontare, con matuirtà e incisività, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, le sue questioni cruciali e le sue sfide.
E’ infatti attraverso il vostro valido e qualificato apporto alla costruzione di un mondo sempre più degno dell’uomo che voi potete contribuire, nella maniera a voi più propria, all’avvento del Regno di Dio. Il vostro stesso diuturno impegno a incentivare, in proporzione alle vostre possibilità di ingegno e di mezzi, competenza professionale e perizia nel lavoro, ma anche quella conoscenza di fede e consapevolezza ecclesiale richieste a ogni battezzato adulto, vi colloca già nell’orizzonte della missione della Chiesa.
Voi lo sapete: “il mondo, vasto e complicato, della politica, della realtà sociali, dell’economia, della cultura, della vita internazionale” (cf. Evang. nunt. 70) è il cmapo proprio dell’attività evangelizzatrice dei fedeli laici, il luogo nel quale voi siete chiamati a farvi annunciatori della presenza di Cristo al mondo e fermento evangelico nella storia. Noi vi auguriamo che questo luogo di annuncio evangelico sia anzitutto, per ciascuno di voi, la proporia famiglia, piccola chiesa, santificata dal sacramento del matrimonio.
Ma anche all’interno della comunità ecclesiale voi, come soggetti, dovete dare il contributo generoso e responsabile della vostra collaborazione. La bellezza e la varietà dei carismi, che lo Spirito Santo distribuisce ad ogni fedele è per sua natura orientata alla edificazione del corpo di Cristo. Egli stesso, lo Spirito, vi suggerisca creatività e ordinata partecipazione, disponibilità e desiderio di comunione.
Sposi, famiglie, lavoratori, studenti, educatori, intellettuali, sindacalisti, operatori sociali, uomini politici…: tutti impegnati in uno sforzo epocale, quello di rianimare in senso cristiano le realtà temporali. C’è bisogno per questo di uno sforzo educativo senza precedenti, a cui le nostre comunità dovranno impegnarsi con generosità, on il contributo di tutti, impostando, sotto la guida dei leggittimati Pastori, adeguati percorsi pedagogici.

La nostra invocazione
Allo Spirito Santo di Dio, dono pastorale di Cristo ai credenti e divino Elargitore dei doni perfetti, in questa luminosa Pentecoste affidiamo i propositi pastorali emersi dal recente Convegno delle nostre chiese di Sicilia. A Lui, che edifica e adorna di variegata bellezza la Chiesa, Sposa di Cristo, chiediamo con umile fiducia di aprire i cuori di tutti, dei Pastori come dell’intero popolo di Dio.
Inclini Egli i cuori di tutti all’accoglienza obbediente di ogni vero dono e alla disponibilità fattiva. Egli stesso, che utto compone nell’amore, ci disponga a sapere accordare felicemente ogni apporto originale e autentico con le esigenze di una pastorale veramente organica, a edificazione comune e per l’unica missione.
Alla Vergine Maria, infine, all’Odigitria, a cui la nostra Isola è filialmente devota, chiediamo di alimentare nei figli e nelle figlie delle amate chiese di Sicilia il desiderio sincero di abitare il progetto di Dio intravisto.
Ottenga Ella stessa a tutti l’operosità della fede, l’ardimento della speranza, lo slancio della carità.

Solennità della Pentecoste 2001

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