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Sessione invernale 2009

COMUNICATO FINALE


    Nei giorni 16-18 febbraio 2009 la Conferenza Episcopale Siciliana ha tenuto nella propria sede di Corso Calatafimi la sua sessione invernale.
    I lavori sono stati presieduti da S.E. Mons. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, il quale, anche a nome dei confratelli ha manifestato gli auguri più fervidi e le congratulazioni a S.E. Mons. Salvatore Muratore, vescovo eletto di Nicosia e a S.E. Mons. Antonio Staglianò, vescovo eletto di Noto, presenti alla sessione dei lavori.

1. L’attuale crisi economica e il comune impegno.
    L’incontro dei presuli siciliani ha avuto luogo dopo il Consiglio permanente della CEI svoltosi a Roma nei giorni 26-28 gennaio 2009, e all’indomani del Convegno delle Chiese particolari del Mezzogiorno e del Sud d’Italia (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) sul tema: “Chiesa nel Sud, Chiese del Sud. Nel futuro da credenti e responsabili”, tenutosi il 12-13 febbraio a Napoli. Il Convegno celebrato a vent’anni dal documento della CEI “Chiesa italiana e mezzogiorno” ha registrato la presenza di vescovi, presbiteri, laici ed esperti delle varie circoscrizioni ecclesiastiche delle suddette cinque Regioni, che in un confronto aperto e sincero hanno riflettuto sulla situazione ed hanno cercato di individuare il perché a vent’anni dal citato Documento, il Sud sembra come bloccato in una situazione di stallo, senza riuscire ad avviare a soluzione i gravi e complessi problemi di sempre e quasi ad aggiungere nuove emergenze che rischiano di diventare anch’esse mali endemici.

    Con riferimento a questi due eventi ecclesiali, i vescovi di Sicilia hanno approfondito alcuni aspetti che più direttamente riguardano l’Isola con l’apporto di un qualificato contributo sull’attuale situazione dell’economia siciliana offerto dal Prof. Salvatore Butera, e dal direttore dell’ufficio della Caritas regionale, don Sergio Librizzi. Quest’ultimo si è soffermato in particolare sulla sollecitudine delle comunità ecclesiali nel venire incontro con precise iniziative caritative e con rinnovato impegno di sensibilizzazione e coinvolgimento dei fedeli nell’affrontare in modo solidale le problematiche sociali.

    E’ sotto gli occhi di tutti come già a partire dallo scorso anno i mercati mondiali sono entrati in una crisi molto grave e profonda di matrice finanziaria. Il problema è ora quello della ricaduta della crisi finanziaria sull’economia reale, cioè sui settori della produzione, con preoccupante calo della domanda, calo degli ordini, del fatturato, perdita di posti di lavoro, che vanno assumendo proporzioni ogni giorno più ampie. In questo contesto, è evidente, e sotto gli occhi di tutti, l’impoverimento progressivo dei ceti medi e degli strati a più basso reddito della popolazione. Bisogna ricordare a riguardo che secondo un’indagine recente dell’Istat più di un terzo delle famiglie siciliane sono già oltre la soglia di povertà. Con lo sguardo rivolto all’intera nazione, così si esprime il comunicato della CEI (28-30 gennaio 2009) “La crisi tocca i singoli , le famiglie, le comunità. Quel lavoro che già prima era precario ora lo è di più, e quando si interrompe lascia senza garanzie di affidabile sussistenza”. Se ciò è valido a livello nazionale, quanto più grave, devastante e preoccupante è nel sud del Paese dove la disoccupazione colpisce fasce molto più ampie di quelle nazionali.

    Queste problematiche socio economiche che il Paese vive determinano l’aggravarsi della crisi che attraversa le famiglie, le quali devono essere sostenute da politiche organiche e forti. La famiglia è una priorità, poiché costituisce il nucleo vitale su cui si articola la comunità civile ed ecclesiale.

    I vescovi, pertanto, fanno un vibrante appello a quanti nei vari livelli si sono resi disponibili nel mettersi a servizio della società, perché superando interessi e dinamiche di parte, uniscano i loro sforzi per rispondere ai bisogni della popolazione ed aprire orizzonti di speranza per il futuro della nostra Isola. In particolare invitano le Istituzioni ad investire maggiori risorse economiche a vantaggio delle fasce più deboli della società, alle famiglie oggi sempre più povere, ed esortano gli Amministratori pubblici a mobilitarsi, con particolari programmi di sviluppo, per risolvere gli annosi problemi che toccano le zone più povere del territorio e i quartieri più degradati delle grandi città.
Numerose sono le iniziative promosse nelle Diocesi e dalla comunità parrocchiali, anche attraverso il canale delle Caritas, a favore di quelle famiglie che attestate attualmente sulla soglia della sussistenza, rischiano di accrescere il numero degli indigenti. I vescovi plaudono al lavoro capillare e continuativo che svolgono le diverse realtà ecclesiali a favore dei bisognosi, quale espressione dell’amore che Cristo ci ha insegnato, ed esortano tutti ad intensificare le attività e i servizi per rispondere, in questa situazione di disagio, a quanti sono in stato di necessità. Essi esortano, altresì tutte le forze buone della società a collaborare insieme e a promuovere ogni genere di aiuto, anche con apposite fondazioni, a sostegno delle famiglie in difficoltà.

2. Inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale

    Come negli anni passati, i vescovi hanno ascoltato la relazione del presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale sull’attività svolta nel 2008. Essi hanno espresso viva riconoscenza a quanti, a vario titolo e secondo le rispettive competenze, operano in questo delicato settore della pastorale familiare e hanno provveduto alle nomine di tutti gli officiali e operatori del Tribunale per il prossimo quinquennio.

    La prolusione nella seduta inaugurale dell’Anno giudiziario del Tribunale è stata tenuta da S.E. Mons. Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, sul tema: “Il problema del ‘vetitum’ di passare ad altre nozze”.

    I vescovi in questo contesto rivolgono un pressante invito alle comunità cristiane affinchè sia dato il dovuto risalto e lo specifico impegno alla preparazione al matrimonio, come pure a tutte quelle specifihe iniziative che preparano i giovani alla vita coniugale e a formare autentiche famiglie cristiane.

3. Formazione dei candidati agli ordini.

    Singolare attenzione i vescovi hanno dedicato al tema della formazione dei futuri presbiteri, prestando grande attenzione al mutato contesto sociale, culturale ed ecclesiale, come pure ai rapidi e profondi mutamenti del mondo giovanile in cui vi sono da una parte segnali fortemente positivi che fanno ben sperare per il futuro, senza sottovalutare che d’altra parte non mancano elementi meno rassicuranti come per esempio la fragilità, il soggettivismo, il relativismo etico assai diffusi nell’universo giovanile.

    In tale contesto una solida formazione teologica e pastorale dei futuri presbiteri deve stare a cuore di tutti i membri delle diverse Chiese particolari. E’ questo motivo che i vescovi si sono confrontati sulle esperienze delle singole Diocesi, interrogandosi sul modello di presbitero per questo tempo e per il nostro territorio siciliano. Essi hanno avviato una riflessione per meglio definire il curriculo di studi teologici e di preparazione pastorale, con particolare riferimento al VI anno di teologia.

    Sempre sul versante della formazione dei presbiteri, per iniziativa del Centro Madre del Buon Pastore per la formazione permanente del clero, si è tenuto dal 16- 21 corrente, un Corso di formazione e di approfondimento per i Ministri del Sacramento della Penitenza destinato particolarmente ai nuovi presbiteri delle Diocesi siciliane che iniziano a svolgere il delicato compito della Confessione sacramentale.

    4. I vescovi hanno preso in esame il testo dell’Intesa tra la Regione Siciliana e la Regione Ecclesiastica Sicilia per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei Beni Culturali appartenenti ad Istituzioni ed Enti ecclesiastici e lo schema di un “Accordo” relativo alla verifica dell’interesse culturale di immobili di proprietà di Enti ecclesiastici sottoposti ai disposti del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, la cui esecuzione risale ad oltre cinquant’anni, il cui autore non è più vivente. I vescovi auspicano una maggiore celerità nell’esitare le numerosissime pratiche che riguardano la dichiarazione di interesse culturale degli immobili di proprietà ecclesiastica, che rischiano di bloccare qualunque progetto per la loro valorizzazione e di impedire di concorrere ai bandi europei 2007-2013, che con notevole ritardo ancora devono essere banditi.

Palermo, 21 febbraio 2009

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