3 febbraio 2019
Consulta regionale delle Aggregazioni Laicali
LAICI CRISTIANI PORTATORI DI SPERANZA NELLA CULTURA SICILIANA
Il tema sviluppato è stato “Testimoni cedibili della speranza”. L’arcivescovo mons. Corrado Lorefice si è ispirato all’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, per allargare l’orizzonte agli altri episodi evangelici dai quali emergono i protagonisti della speranza: Maria, i poveri, la vedova di Nain, che attendono la liberazione dall’oppressione sociale o dalla malattia.Nella preghiera che caratterizza l’attesa del Signore, i discepoli sono chiamati a vegliare nella speranza. “Nella pagina di Emmaus – ha detto mons. Lorefice – emerge la disperazione dei due discepoli di fronte al fallimento di Gesù. Ma la vicenda si conclude con il loro ritorno a Gerusalemme dove narrano l’incontro col Risorto e il suo riconoscimento nella Parola e nel Segno del pane pieni di speranza. È la prossimità misteriosa del Risorto a riempire di speranza i suoi discepoli ai quali si mostra di volta in volta con i segni della sua kenosi (viandante, giardiniere, pescatore) per indicare la sua solidarietà con l’uomo. Questa – ha sottolineato l’arcivescovo – è la speranza cristiana: l’incontro di ogni discepolo con il Risorto, presente nella sua parola. Troppe, infatti, nella Chiesa sono le parole umane. Saremo testimoni di speranza come gruppi, movimenti e associazioni solo accogliendo la Parola, dicendo la Sua Parola. Ciò è avvenuto il primo giorno dopo il sabato, cioè nel giorno del Signore, cioè nell’eucarestia. Senza di essa – ha concluso – non possiamo vivere perché siamo tutti nell’attesa della domenica senza tramonto“.
È seguita la relazione del Segretario generale della CRAL Stefano Vitello sul tema “Prospettive di un impegno missionario nei nostri territori”, come spunto per un programma quinquennale. Citando l’art. 1 dello Statuto, Vitello ha rimarcato il compito del laicato cristiano di animare la realtà temporale. Da qui la responsabilità ecclesiale (amare e vivere a Chiesa, sinodalità e accoglienza), la responsabilità culturale (fermentare il sistema di saperi, opinioni, comportamenti, dando alla cultura anima e cuore attraverso la testimonianza), la responsabilità sociale (creare sinergie, inventare opportunità di sviluppo, risvegliare il gusto dell’incontro e del pensare insieme), la responsabilità politica (educare ed educarsi alla politica). Le tappe di questo cammino il Segretario generale le ha così elencate: “Promuovere una vera fraternità, stimolare la fatica del pensare insieme, impegnarsi gomito a gomito“. Concretamente Stefano Vitello ha suggerito di “sollecitare la convergenza della CRAL verso alcune tematiche socio-politiche (lavoro-famiglia-giovani-fragilità), riprendere il Tavolo della fraternità politica, stimolare le scuole di formazione socio-politica, creare laboratori per approfondire la conoscenza della realtà e organizzare la speranza“.
È seguito un ampio confronto assembleare con numerosi interventi degli oltre 90 partecipanti, rappresentanti delle Consulte diocesane della Sicilia e delle 70 aggregazioni ecclesiali rappresentate alla CRAL.
Dopo la S. Messa e la pausa pranzo, i lavori si sono concentrati su tematiche di natura tecnica per definire meglio il buon funzionamento della stessa Consulta: proposte di emendamento allo Statuto e Regolamento, l’attivazione di una newsletter, del sito web e di un blog, la comunicazione interna, la distinzione in macroaree. Inoltre è stata comunicata la situazione di cassa e le proposte di sostegno economico alla CRAL.
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