Le parole di don Pino Puglisi e l’icona biblica dei discepoli di Emmaus hanno aperto il 3° Percorso per Animatori vocazionali, organizzato dal Centro regionale per le Vocazioni. Il sussidio liturgico utilizzato è, infatti, lo stesso preparato da don Pino Puglisi quando si occupava di vocazioni. Ad accompagnare la preghiera è l’immagine dei due di Emmaus in cammino accanto a Gesù.
Le parole di don Pino Puglisi e l’icona biblica dei discepoli di Emmaus hanno aperto il 3° Percorso per Animatori vocazionali, organizzato dal Centro regionale per le Vocazioni. Il sussidio liturgico utilizzato è, infatti, lo stesso preparato da don Pino Puglisi quando si occupava di vocazioni. Ad accompagnare la preghiera è l’immagine dei due di Emmaus in cammino accanto a Gesù. A mostrarla a sacerdoti e consacrati, a giovani, catechisti e coppie che prendono parte ai lavori è stato mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e delegato CESi per le Vocazioni. “Il Signore toccherà la nostra testa e il nostro cuore, anzi ci ha già toccati. Allora prendiamo coscienza della scelta che abbiamo fatto – ha detto -, soprattutto noi che lo abbiamo incontrato e ascoltato, che abbiamo vissuto questa comunione: dobbiamo sentire la gioia di tornare in mezzo alla gente e vivere il frutto della nostra gioia e del nostro incontro. Scoprirsi chiamati e amati – ha concluso -significa saper dare ragione di ciò che stiamo vivendo”.
“Pastorale vocazionale in uscita significa rendersi pellegrini nella vita. La strada diventa, pertanto, per noi animatori vocazionali, il pezzetto di mondo in cui Dio di volta in volta ci manda, è il luogo della santità – ha detto don Giuseppe Licciardi, direttore del Centro regionale per le Vocazioni, introducendo i lavori -. E se ci stanchiamo di camminare, fermiamoci pure o, per essere più spediti, mettiamoci in sella ad una bicicletta e proseguiamo il cammino.
Nel “viaggio in uscita” presentato dal Centro regionale per le Vocazioni sono previste quattro soste. Così le presenta don Licciardi:
–GIUSTO EQUIPAGGIAMENTO: anche noi, nel camiciotto mettiamo la Santa Bibbia con la storia dei due di Emmaus che, nel loro viaggio per un nuovo inizio, riconoscono il Signore nel gesto eucaristico; “la vocazione nasce dalla riconoscenza. Nasce sul terreno fecondo della gratitudine, poiché la vocazione è risposta, non iniziativa del singolo: è essere scelti, non scegliere” (NVNE, 36 c).
–APPROCCIO AL PERSONAGGIO: è per noi Marianna Amico Roxas, della Compagnia di Sant’Orsola (San Cataldo, 1883 – 1947). La sua esistenza è stata una continua offerta di carità e amore per il prossimo. “Marianna ha scelto due fondamenti per restare salda nella fede – ha scritto il vescovo mons. Mario Russotto -, e cioè l’Eucaristia e Gesù Crocifisso. La santità di Marianna non sta nelle cose grandi, ma nelle cose piccole, nel vivere nella semplicità, nello stupore continuo, nell’attenzione agli altri, soprattutto ai più poveri, nel sentirsi costantemente avvitata dalla presenza di Gesù e percepire questa presenza e fare ogni cosa per Dio, per fare piacere a Gesù”.
–GLI ATELIERS: “Grati perché Dio… irrompe, e seduce e sceglie. Compito degli animatori vocazionali è educare all’inedito, alla novità e alla fiducia; educare ad entrare in relazione con l’altro a partire della conoscenza della propria storia; educare a scegliere nella libertà.
–TIRIAMO LE SOMME: “… Ci prende in mezzo al popolo e ci invia al popolo” (EG 268): quale pastorale vocazionale oggi? Reclutamento o accompagnamento per suscitare risposte 1ad una chiamata che attrae e rimanda oltre sé stessi…”? [01]
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