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TREMILA GIOVANI A SIRACUSA

Circa tre mila giovani sono attesi a Siracusa provenienti da tutta la Sicilia. Sabato e domenica i giovani di Sicilia, insieme ai loro Vescovi, si ritroveranno ai piedi del quadretto della Madonna delle Lacrime. Siracusa ospita la “Giornata Regionale dei Giovani”, in occasione del Sessantesimo Anniversario della Lacrimazione. Nella mattinata del 10 ottobre presso l’Hotel Santuario, dove si sta svolgendo la Sessione autunnale della Conferenza Episcopale siciliana, ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione dell’evento alla quale hanno preso parte il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone e delegato della CESi per i giovani e la famiglia, il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, don Dario Mostaccio, Direttore Ufficio regionale per i giovani, don Claudio Magro, Direttore dell’Ufficio di Pastorale giovanile della Diocesi di Siracusa.

“Sono contento di poter accogliere questi giovani – ha detto il sindaco Giancarlo Garozzo – che al di là dei numeri porteranno sicuramente un entusiasmo nell’affrontare la vita. Dovremmo fermarci più spesso e interrogarci invece che farci travolgere dalla quotidianità”.

Il vescovo delegato, mons. Calogero Peri, ha spiegato che l’incontro di Siracusa rappresenta una continuazione ideale della Giornata mondiale della Gioventù di Rio alla quale molti giovani, vista la distanza, non hanno potuto partecipare. “Il tema è chiaro: molti giovani oggi non si pongono il problema della fede. Vuole essere un richiamo ed al tempo stesso un interrogativo. I giovani hanno la speranza di risorgere, sono linfa nuova in questa terra”.

Don Dario Mostaccio è entrato nei dettagli della due giorni: “I giovani troveranno ospitalità nelle parrocchie. Ogni vescovo incontrerà i giovani di una diocesi diversa dalla sua per un momento di catechesi, ma anche di confronto e dialogo. I vescovi proveranno a dare risposte alle domande importanti. In piazza Santa Lucia, sabato sera, vivremo una festa, con canti e riflessioni ed un musical sulla vita di Maria”.

“Naturalmente è un evento aperto a tutta la città – ha aggiunto don Claudio Magro. Mi auguro che i giovani possano veramente trovare risposta ai loro dubbi. Saremo in piazza Santa Lucia, e la giovane martire siracusana è un primo esempio da seguire”.

Infine il cardinale Paolo Romeo: “Siamo pronti ad accogliere le domande dei giovani che si ritrovano insieme riscoprendo l’amore del Signore, condividendo le pesantezze di ognuno. In questo anno di fede, nel sessantesimo anniversario della Lacrimazione, tutte le diocesi di Sicilia sono state pellegrine a Siracusa: vogliamo lasciarci interpellare dalle lacrime di una madre. La situazione nel mondo oggi non è tanto migliore di quella del passato. Accogliamo la sfida di queste lacrime oggi. I giovani sono alla ricerca. È un’occasione per ritrovarci insieme e vivere il mandato che Papa Francesco ha dato ai giovani ad essere testimoni con la loro vita. Giovanni Paolo II ha invitato i giovani ad essere sentinelle, attraverso la loro vita. La sentinella vede, è sempre allerta. Noi non vogliamo solo parlare ai giovani ma anche ascoltarli. Vogliamo conoscere le problematiche ma anche le cose belle. Vogliamo sapere quello che si aspettano. Il giovane vuole una comunità cristiana più trasparente, più viva. Il giovane oggi vuole la fedeltà di un amore. Noi vogliamo proporre Cristo, il Vangelo, autenticamente. Come Papa Francesco ci invita a  mettere sul tavolo la nostra vita cristiana. Dobbiamo mostrare il vero volto della Chiesa. Siamo a Siracusa per guidarli”.

Incalzato da giornalisti sulla tragedia di Lampedusa, il Card. Romeo ha dichiarato: “Quella di Lampedusa è stata una tragedia immane. Fino  a ieri sono stato sull’isola ed ho la tristezza nel cuore se penso a quelle 270 bare in fila ed ancora i cadaveri aumentano. Sono pochissimi i migranti che sono stati identificati. Questo ci fa capire il carattere dell’urgenza e le problematiche che devono essere affrontate”. “In Siria – ha aggiunto – ci sono due milioni di rifugiati alle frontiere. Per ricostruire la Siria ci vorranno due generazioni. L’Europa deve avere un ruolo centrale perché il flusso continuo di migranti non si arresterà. Il fenomeno dei minori non accompagnati è stato sottovalutato. Lampedusa è un territorio di transito. Ma nelle sale transito di un aeroporto non costruisco una città. Abbiamo una Dublino 3. Ma i parenti dei migranti stanno altrove. E non vogliono essere identificati. E sono disposti anche a cancellarsi le impronte dei polpastrelli. Dovremmo fare di più. È possibile – ha concluso – che la nostra coscienza si sia addormentata?”. [01]

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