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Sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana

Nei giorni 22 – 23 Aprile 2013 la Conferenza Episcopale Siciliana ha svolto la sua Sessione primaverile presso il Seminario Vescovile di Noto. I lavori sono stati presieduti dal Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo.

I Vescovi si sono stretti attorno a S.E. Mons. Salvatore Nicolosi, vescovo emerito di Noto, durante la Celebrazione Eucaristica nella quale hanno reso grazie al Signore per il 50° Anniversario della sua Ordinazione Episcopale. Mons. Nicolosi ha avuto il privilegio di partecipare ad alcune sessioni del Concilio Vaticano II ed è stato un testimone entusiasta del rinnovamento conciliare, entusiasmo che ha trasmesso a tutti i presenti a conclusione della celebrazione giubilare, quando nel suo discorso ha voluto richiamare gli elementi essenziali della dottrina conciliare e del suo lungo ministero episcopale. 

 

  1. COMUNICAZIONI  CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI

In apertura il Cardinale ha dato le comunicazioni relative ai lavori del Consiglio Permanente della CEI, tenutosi il 18 e 19 marzo scorso a Roma. Ha richiamato due appuntamenti assai significativi per la vita delle Chiesa italiana. Il Consiglio Permanente ha elaborato la proposta di titolo – da sottoporre alla prossima Assemblea – per il V Convegno Ecclesiale Nazionale, che si svolgerà a Firenze nel novembre 2015: “In Cristo Gesù un nuovo umanesimo”, con il quale la Chiesa italiana intende riflettere, a partire dal prossimo autunno con il cammino di preparazione nelle diocesi, sulla visione antropologica che nasce dalla fede in Gesù Cristo, diversa rispetto a quella veicolata dalla cultura dominante.

A maggio sarà pubblicato il documento preparatorio della 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Torino il 12-15 settembre prossimo avente per tema: “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”.

 

  1. MESSAGGIO DEI VESCOVI  PER LA BEATIFICAZIONE DEL SERVO DI DIO

     DON GIUSEPPE PUGLISI

Il prossimo 25 maggio avrà luogo a Palermo, il Rito di Beatificazione del Servo di Dio don Giuseppe Puglisi, sacerdote palermitano martire, ucciso dalla mafia in odio alla fede il 15 settembre 1993. Questo evento gioioso ci fa guardare ad un autentico testimone della fede e dà una connotazione particolarmente significativa all’Anno della fede che le nostre Chiese particolari stanno vivendo ricordando il 50° anniversario di inizio del Concilio Vaticano II e il 20° della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.

           

Quella di don Pino Puglisi è la vicenda di un sacerdote totalmente conformato a Cristo che visse il suo ministero presbiterale come servizio a Dio e all’uomo. Reso forte da una intensa vita spirituale, fatta di ascolto della Parola di Dio, di preghiera, di riferimento costante all’Eucaristia che celebrava quotidianamente, egli attuò un apostolato di promozione umana avendo come riferimento costante l’annuncio del Vangelo. 

Promosse un’azione educativa che contribuiva al cambiamento della mentalità e della visione della vita, favorendo la maturazione della fede del popolo a lui affidato. Svolse instancabilmente il suo ministero sacerdotale per l’edificazione del Regno di Dio richiamando tutti alla conversione, al pentimento e all’incontro con la tenerezza di Dio Padre. Per questo volle che il Centro di accoglienza parrocchiale da Lui fondato fosse chiamato “Padre Nostro”. La sua mitezza e la sua incessante azione missionaria, evangelicamente ispirata, si scontrò con una logica di vita opposta alla fede, quella dei mafiosi i quali ostacolarono la sua azione pastorale, con intimidazioni, minacce e percosse fino a giungere alla sua eliminazione fisica, in odio alla fede. 

Come Pastori delle Chiese di Sicilia, ispirandoci alla vita di don Pino, intendiamo rinnovare il nostro impegno per l’annuncio del Vangelo e la sua incarnazione nella nostra amata terra che da due millenni ha dato, e continua a dare, luminosi esempi di fedeltà a Cristo nei suoi figli migliori, tra cui i tanti martiri, il cui sangue ha fecondato e fatto crescere molteplici opere di carità e di promozione umana.

 

In quest’ottica desideriamo leggere la vita del Servo di Dio don Pino Puglisi. Il suo ministero sacerdotale, attento all’uomo e fedele al Vangelo, fu modellato sull’esempio di Cristo, che venne a portare il lieto annuncio della salvezza e a liberare l’uomo da ogni forma di costrizione fisica e di condizionamento morale, restituendogli la dignità di persona e di figlio di Dio. Egli cercò di realizzare quest’opera difficile con privilegiata sollecitudine verso le giovani generazioni, proponendo un cambiamento di mentalità che ha la sua forza nella potenza salvifica del Vangelo, convinto che la Parola di Gesù umanizza la società.  

La sua azione pastorale  nella logica dell’incarnazione si è svolta nella ferialità di una vita “normale”, senza compromessi, senza protagonismi, senza vetrine mediatiche, testimoniando nella quotidianità della vita la fedeltà al suo ministero sacerdotale e l’amore alle persone a lui affidate. Questo schietto modo di essere di don Pino Puglisi incoraggia tutti noi, vescovi, presbiteri, diaconi, consacrati e laici, ad attingere alla Parola di Dio e all’Eucarestia il sostegno necessario per la nostra missionarietà nella diffusione del Regno di Dio e per la promozione dell’uomo.  

Nel fare ciò vogliamo valorizzare soprattutto il dialogo con cui coinvolgere anche quelli che sembrano più refrattari ad aprirsi alla conversione. Questa fu una delle vie perseguite dal nostro Beato. Diceva infatti don Pino in una sua omelia: “Mi rivolgo ai protagonisti delle inutili intimidazioni che ci hanno bersagliato. Parliamone, spieghiamoci, vorrei conoscervi e conoscere i motivi che vi spingono a ostacolare chi cerca di educare i vostri figli al rispetto reciproco, ai valori della cultura e della convivenza civile”.

 Consapevole che la cultura mafiosa impera là dove ci sono bisogni primari ancora da soddisfare e che non ci può essere liberazione senza promozione umana, don Puglisi scriveva: “C’è nella parrocchia un buon fermento di persone impegnate in un cammino di fede, nel servizio liturgico, catechistico e caritativo, ma i bisogni della popolazione sono molto superiori delle risorse che abbiamo. Vi sono nell’ambiente molte famiglie povere, anziani malati e soli, parecchi handicappati mentali e fisici; ragazzi e giovani disoccupati, senza valori veri, senza un senso della vita; tanti fanciulli e bambini quasi abbandonati a se stessi che, evadendo l’obbligo scolastico, sono preda della strada dove imparano devianza, violenza e scippi”.

Le sue parole e soprattutto l’esemplarità della sua vita siano per tutti noi, uomini e donne di Sicilia, credenti o persone di buona volontà, uno stimolo per un rinnovato impegno sociale, civile e spirituale: “Non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati – scriveva ancora don Pino -. Si riparte ogni volta. Dobbiamo avere umiltà, coscienza di avere accolto l’invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio. Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno. Un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai giovani. Lo facciamo per poter dire: dato che non c’è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa. E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto…”.

In questo momento, così critico ma carico di aspettative, possano le nostre Chiese locali e la Sicilia tutta guardare al presbitero Pino Puglisi, uomo di fede e di preghiera elevato agli onori degli altari come testimone autentico di Cristo Signore che diffonde su questa nostra terra tribolata una luce di speranza. Mente tutti paternamente esortiamo a guardare a Lui e ad imitarne l’audacia della martirya, confermiamo il nostro impegno per l’annuncio del Vangelo e per un servizio concreto all’uomo del nostro tempo.

 

  1. FORMAZIONE PROFESSIONALE

 

I Vescovi, facendosi interpreti del disagio di tante famiglie e degli operatori  degli Enti di formazione che pur non ricevendo da diversi mesi gli stipendi  continuano a svolgere un ruolo educativo e sociale di fondamentale importanza, hanno espresso la loro preoccupazione per i ritardi nell’avviare i Percorsi OIF (= obbligo istruzione e formazione). Si tratta di un canale alternativo alla scuola che assolve i compiti previsti dalla normativa ministeriale in materia Istruzione e Formazione Professionale, strumento educativo e formativo per i minori che intendono assolvere l’obbligo di istruzione nella Formazione Professionale con la peculiare metodologia laboratoriale.  Per evitare la dispersione scolastica e impedire di favorire che  questi giovani diventino manovalanza di organizzazioni criminali è fondamentale garantirel’attuazione  del diritto- dovere all’istruzione  assolvendo l’obbligo di istruzione.

 I Vescovi auspicano la definizione di una politica della formazione professionale che progetti, programmi a garanzia dei ragazzi, dei giovani, dei lavoratori, del bene comune e dello sviluppo economico-professionale della nostra Sicilia. E’ necessario che venga emanato un Testo Unico sulla formazione professionale per dare stabilità e riconoscimento al sistema formativo a garanzia del regolare avvio dell’attività contestualmente alla scuola.

Auspicano inoltre che vengano sbloccati i pagamenti pregressi per evitare la chiusura degli Enti e il licenziamento del personale e  l’immediata  chiusura delle rendicontazioni con l’erogazione del finanziamento degli anni pregressi dal 2007-2011 e l’erogazione delle anticipazioni per l’avviamento dei corsi OIF, e che   nel Bilancio della Regione Siciliana venga garantito l’appostamento delle specifiche  risorse economiche necessarie per l’attuazione in Sicilia, del diritto all’OIF e FP, servizio di interesse pubblico che non può essere interrotto.

 

  1. MOTU PROPRO “INTIMA ECCLESIAE NATURAE”

I Vescovi hanno avuto modo di confrontarsi sul  Motu Proprio “Intima ecclesiae natura” emanato l’11 novembre 2012 dal Papa emerito Benedetto XVI, sul servizio della carità.  Esso fornisce un quadro normativo organico per ordinare nei loro tratti generali le diverse forme ecclesiali organizzate del servizio della carità, che è strettamente collegata alla natura diaconale della Chiesa e del ministero episcopale.

Il documento ribadendo la centralità del ministero del Vescovo per il servizio della carità nella Chiesa particolare li esorta ad esercitare con sollecitudine il servizio della carità quale primo responsabile, favorendo e sostenendo iniziative e opere di servizio al prossimo e suscitando nei fedeli il fervore della carità operosa come espressione della vita cristiana autentica.

E’ ancora il Vescovo che deve vigilare perché l’attività e la gestione dei diversi organismi caritativi osservino le norme della Chiesa. Ai fedeli viene garantito e tutelato il diritto di associarsi e di istituire organismi che mettono in atto specifici servizi di carità in favore dei poveri e dei sofferenti.

I Vescovi hanno inoltre approvato il Rendiconto economico per l’anno 2012 e hanno ascoltato le comunicazioni del Vescovo delegato per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università S. E. mons. Michele Pennisi e del Direttore dell’Ufficio regionale per la pastorale della salute,  Don Mario Torracca.

 

  1. NOMINE

Comitato preparatorio del V Convegno Ecclesiale Nazionale

Rappresentanti della Regione Ecclesiastica Sicilia:

S.E. Mons. Antonio Stagliano, Vescovo di Noto

Mons. Filippo Sarullo, dell’Arcidiocesi di Palermo

Prof.ssa Erina Ferlito, della diocesi di Mazara del Vallo

Dott. Valerio Landri, dell’Arcidiocesi di Agrigento

Consulente Ecclesiastico Regionale dell’Unione Cattolica Stampa Italiana

Don Paolo Buttiglieri sdb.

 

Noto, 23 aprile 2013.

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