QUARESIMA 2016
“Astinenza e digiuno sono ancora attuali, in particolare per ciò che può appesantire la vita dei cristiani”, ma occorre soprattutto “cambiare stile di vita”. Lo ha spiegato il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e membro del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, presentando in Vaticano il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2016, “Misericordia io voglio e non sacrifici (Mt 9,13). Le opere di misericordia nel cammino giubilare”, e sottolineando l’importanza di queste ultime per uno stile di vita nuovo. Le opere di misericordia, ha sostenuto, “possono rendere la nostra fede frizzante, capace di avere e di dare vita, e di compiere gesti d’amore verso i poveri”. A volte, ha osservato, “si tende a pensare che la fede la si possa vivere solo partecipando ai sacramenti o pregando nelle forme più svariate, escludendo dalla vita spirituale i bisogni dell’uomo e soprattutto dei più poveri” con il risultato che quel tipo di fede “diventa sterile e insipida”. Richiamando l’esperienza “gioiosa e contagiosa” vissuta a Lampedusa “durante gli sbarchi di migliaia di persone, in tante altre comunità che hanno accolto la sfida di aprirsi alle diverse forme di povertà del territorio” e con “i seminaristi chiamati a fare esperienze pastorali in realtà segnate dal dolore e dalla povertà”, l’arcivescovo di Agrigento ha assicurato: “Nella mia piccola esperienza mi sento di dire che è una strada possibile e, soprattutto, è quanto ci chiede Gesù nel Vangelo”.
Per mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, “non si tratta di avvicinarci alla Pasqua solo temporalmente quanto piuttosto spiritualmente, attraverso la conversione e il cambiamento di vita. L’inizio della Quaresima, con l’austero rito dell’imposizione delle ceneri, ha ricordato ai cristiani di fare seriamente un cammino di trasformazione. In questo anno particolare in cui il Papa ha indetto il Giubileo Straordinario della Misericordia, questo cammino quaresimale è il tempo propizio per far sì che il Giubileo non resti solo un momento esteriore ma possa entrare nel cammino ordinario di vita cristiana, per rappresentare il punto di arrivo di quei 40 giorni che il Signore ci concede perché possiamo convertirci e vivere. Siamo invitati a confrontarci su cosa conta per davvero per Dio: il nostro rapporto con gli altri, che sia autentico, vero, di stima, di incoraggiamento e di aiuto e il rapporto con Dio grazie ad una preghiera fatta non solo con le labbra ma con le profondità del nostro essere”.
“La Quaresima di quest’Anno Giubilare, con l’ascolto della parola di Dio, la preghiera assidua e la carità operosa, costituisce un tempo favorevole per celebrare e sperimentare l’amore del Padre misericordioso, che raggiunge il suo vertice nel suo Figlio fatto uomo che è la “misericordia incarnata”. La notizia gioiosa della misericordia di Dio deve provocare la nostra riconoscenza, che si esprime nella conversione del nostro cuore e nella capacità di misericordia”. Così scrive nel suo Messaggio per la Quaresima mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, che collega le opere di misericordia sia corporali che spirituali, alla vita quotidiana. “Alcune di esse – si legge nel Messaggio – sono di particolare attualità nel momento storico che stiamo vivendo nel nostro territorio: l’accoglienza dei migranti, l’aiuto alle famiglie sfrattate, la distribuzione di viveri e vestiti a tante persone colpite dalla crisi economica, il prendersi cura dei malati e delle loro famiglie, il doposcuola ai ragazzi in difficoltà, l’annuncio della certezza dell’amore di Dio a chi vive nel dubbio,la testimonianza dei valori evangelici a coloro che non sanno più distinguere il bene dal male,la preghiera per chi non sa pregare o per chi muore di morte improvvisa senza sapere quale è il significato ultimo della sua vita. Sarebbe bello che queste opere di misericordia, come risposta all’amore gratuito di Dio , diventassero la nostra quotidiana palestra di conversione e di esercizio della carità a partire dalla nostra famiglia per estendersi a tutti coloro che soffrono nel mondo a causa delle varie forme di povertà materiali e spirituali”. [01]
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