“QUALE PASTORALE VOCAZIONALE, PER UN ANNUNCIO DI MISERICORDIA E GRATITUDINE?”
Don Nico Dal Molin, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni, interviene al 3° Percorso per Animatori vocazionali (Caltanissetta, 27 – 29 agosto 2015) organizzato dal Centro regionale per le Vocazioni della CESi. Tema della sua relazione è “Ci prende in mezzo al popolo e ci invia al popolo (E.G. 268). Quale pastorale vocazionale, per un annuncio di Misericordia e Gratitudine?”.
“Parlare di pastorale vocazionale oggi, ma forse potremmo dire semplicemente, parlare di pastorale, significa imparare a leggere una realtà in un gioco continuo di “chiaro-scuri”, di luci e di ombre. Dovremmo anche noi riconoscere con verità che “accanto a situazioni difficili, che pur è necessario guardare con coraggio e verità, vanno registrati alcuni segnali di ripresa, soprattutto dove si formulano proposte chiare e forti di vita cristiana (PVMS n. 2). Questa prospettiva di positività e di incoraggiamento è il “cantus firmus” che colloca la pastorale vocazionale in un orizzonte costante di sfide e di speranza”. Così don Nico Dal Molin, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni, intervenendo al 3° Percorso per Animatori vocazionali (Caltanissetta, 27 – 29 agosto 2015) organizzato dal Centro regionale per le Vocazioni della CESi. Tema della sua relazione è stato “Ci prende in mezzo al popolo e ci invia al popolo (E.G. 268). Quale pastorale vocazionale, per un annuncio di Misericordia e Gratitudine?”.
Il direttore impegnato presso la CEI ha parlato della pastorale vocazionale come “sfida permanente per la Chiesa”. Ha affrontato diversi aspetti: “la fatica della scelta”, la chiamata ad essere “Annunciatori forti e miti del Vangelo della Vocazione”, “La scelta di vita come un sì d’amore”. Ha invitato i rappresentanti delle diciotto diocesi dell’Isola a crescere interiormente nell’umiltà, “come consapevolezza della propria povertà e del proprio limite che possono divenire risorsa di accoglienza”, nella gratuità, “ per farci costantemente memoria che tutto è grazia” e nella passione “come full immersion in un servizio di annuncio e di accompagnamento fondato sulla promessa che ‘Non la forza, ma la bellezza, quella vera, salverà il mondo’”.
A chiudere l’intervento di don Nico, insieme con “uno sguardo aperto sul prossimo futuro… guardando al Convegno Ecclesiale di Firenze”, l’invito alla gratitudine, all’essere “Grati perché amati dal Dio della Misericordia”. [01]
di Giorgio Infantino
Il Giubileo è sostanzialmente un dono che parte dall’iniziativa salvifica di Dio per il suo popolo e si traduce in «Anno di misericordia», in «Anno di grazia». È un prolungato e intenso invito alla santità, un a...
di Giuseppe Firenze
Motivato circa il rinnovamento delle associazioni laicali, così nella corretta gestione e purificazione di devozioni, delle feste religiose, processioni e nel rispetto delle immagini sacre, nella totale umiltà e servizio ...
Condividi