Pubblicato il

PERI: MARIA DONNA DELLA BELLEZZA E DELLA GIOIA

La bellezza o la gioia sono momenti della nostra vita o sono la nostra vita? La bellezza è una parte della vita o tutta la vita? La bellezza, la gioia non è una stagione dell’esperienza umana, è tutta la vita. Sono necessari occhi nuovi, occhi di amore. Noi diciamo “chi ama è cieco!”, chi ama vede la bellezza nell’amato.

 
La bellezza o la gioia sono momenti della nostra vita o sono la nostra vita? La bellezza è una parte della vita o tutta la vita?
La bellezza, la gioia non è una stagione dell’esperienza umana, è tutta la vita. Sono necessari occhi nuovi, occhi di amore. Noi diciamo “chi ama è cieco!”, chi ama vede la bellezza nell’amato.
C’è una bellezza esaltante, ma c’è una bellezza difficile, oscura, mascherata. Fino a quando non supereremo gli ostacoli, fino a quando non andremo OLTRE, resterà nascosta.
La luce c’è. Noi abbiamo vissuto di poca gioia ma di gioia ce n’è una sola, quella annunciata da Lui che ha parlato di una gioia che non ci verrà mai tolta.
Dio non elemosina, ci vuole contenti, ci vuole dare una misura piena, traboccante, che nessuno possa toglierci. Modo nuovo di vivere la famiglia è collaborare dando voce alla Parola, alla Sua Parola.
Esiste una gioia che merita veramente questo nome. C’è sempre un oltre che merita occhi nuovi, capaci di guardare, di vedere, di penetrare. Nostro compito è salvare la bellezza dal naufragio che affonda le bellezze. Non abbiamo bisogno di piccole speranze, ma di una grande speranza, quella che promette Lui.
La bellezza e la gioia non è una conquista umana né un possesso per sempre. Tutto è dono: la bellezza e la gioia sono dono che non vengono da noi. Noi siamo amministratori di doni ricevuti, che ogni giorno dobbiamo curare.
Camminiamo nel sentiero aperto da Maria. Maria è modello della Famiglia, dell’accoglienza, dell’ospitalità. Lei, madre, fa spazio a Dio, all’altro. Fare spazio a Dio è fare spazio alla gioia. Maria ha sentito battere accanto al suo cuore il cuore di Dio. Ella è modello di un investimento totale sulla relazione con il figlio. Il suo è un si per sempre. Una domanda si impone: il mio investimento nella relazione con Dio è totale? Che tipo di investimento io ho con Dio?
Dio è il Tu. A Lui Maria si relaziona, con Lui è in un mistero come mistero è ogni relazione umana, ogni io e tu. Come Maria è detentrice di un segreto che dà senso alla sua vita, a partire da quel tu che alimenta la sua sicurezza, così in coppia l’uno è detentore e custode del segreto dell’altro. Il segreto del tu umanizza la vita di Maria; il segreto del coniuge umanizza la vita dell’amato in reciprocità.
Nella sponsalità la relazione che umanizza la vita rendendola più a immagine e somiglianza di Dio. Il processo di umanizzazione è un processo unitario, che riconquista all’integro, all’unico unitario ciò che nella vita è disintegrato, non integrato. Questa relazione, questa possibilità di umanizzazione permette di trovare la gioia dove è semplice e possibile. Non declinare l’impossibilità sulla misura umana: quello che è impossibile all’uomo, è possibile a Dio.
La vita non è solo un presente ma è una storia, è un per sempre verso un Oltre. La vita ha un futuro, nel quale ci sarà spazio e tempo per un dolore da vivere e da attraversare. Come attraversarlo?
Ci sono dolori che raggiungono il cuore, altre superficiali. Quei dolori che trafiggono bisogna attraversarli ma non da soli. Con Dio. Fuori non c’è una soluzione al dolore del cuore, ma la soluzione è nel cuore e nel cuore di Dio.
Nella ricerca dell’altro, mondo mai penetrabile fino in fondo, di cui sempre siamo alla ricerca, nell’amore, garanzia di libertà creativa, di inediti viaggi e soluzioni, di inizi sempre nuovi e di sempre nuovi inizi, nella custodia dell’altro, della sua alterità e del suo misterioso segreto, in questo è la gioia. Nella comunione, quella vera, nella relazione reciproca, nello starci dentro e fino in fondo è la gioia.
E ogni relazione ha un tempo che non è il tempo mio, un ritmo che non segue sempre il ritmo del mio cammino.
Maria ci insegna la bellezza di esserci, di volerci essere, quando gli altri non ci sono più. Maria, lei donna dell’amore, uscì quando Lui, il Figlio, rimase solo. Lei rimase in quel buio sotto la croce. Lei stabat anche in quel luogo di bruttura, di dolore, di impotenza. Lei sta rivelando la bellezza dello stare, generando il Figlio con un nuovo amore. C’è un modo di generare il figlio nella gioia e ci sono momenti in cui le madri generano i figli nel dolore. E in ogni madre che resta ai piedi del dolore del figlio c’è bellezza. E in quel buio c’è bellezza e nel silenzio del sabato santo c’è bellezza, la bellezza della relazione, la bellezza dell’attesa, la bellezza della speranza in un Oltre, nella resurrezione.
C’è la gioia di potere cantare la bellezza di una storia, della storia. C’è la gioia di potere cantare un magnificat. E per cantare abbiamo bisogno di un piccolo io, di un Grande Dio. Solo una serva può cantare la grandezza. Solo un Giovanni Battista può cantare la solennità. Nella passione, non nella passività, noi, piccoli, possiamo cantare Dio, seguendo Maria che ci ha donato la bellezza di un amore che piange per Dio e per gli uomini.
 
 
ULTIME NEWS