PAV 2016. APPLICATION MUSICAL: “CHI GLIEL’HA FATTO FARE”
Per l'applicazione musical del Percorso per animatori vocazionali, la canzone di Dinastia. Il titolo è "Chi gliel'ha fatto fare". Ad introdurla ai partecipanti è stato don Marco Catalano, dell'Udc di Acireale.
Lo stile rap, una musica per giovani, in stile quasi aggressivo, certamente incisivo, è stato il sottofondo musicale che ha accompagnato il secondo giorno del Percorso per animatori vocazionali in trasferta proprio nei luoghi del giudice Rosario Livatino. È la musica di Maurizio Musumeci, in arte Dinastia, con la canzone che ha vinto la VI edizione del premio “Musica contro le mafie” nel 2015. Il titolo è “Chi gliel’ha fatto fare” e si apre non con una introduzione musicale ma con la voce del giudice Giovanni Falcone. “Una musica che che possa scuotere le coscienze e promuovere l’uomo” spiega don Marco Catalano, direttore dell’Ufficio diocesano per le vocazione della diocesi di Acireale, che, per il PAV, guida i momenti artistici.
“La canzone vuole suscitare una risposta: non c’è rassegnazione, ma spirito di reazione. Sappiamo bene che bisogna non convivere con la mafia – ha detto don Catalano -, ma prendere la distanza. Ma fino a che punto? Fino al sacrificio? È questo il punto: lottare significa mettere a rischio la propria vita. Ecco allora la domanda che il giovane artista siciliano ripete nel ritornello della canzone: ‘E se ti chiederai chi glielo ha fatto fare, tu guarda il sole e poi guarda il mare; e se non trovi la risposta che cercarvi, guarda gli occhi di tuo figlio e pensa al suo domani’. Un invito a svegliarsi dal sonno che ci assopisce: esiste la mafia – ha aggiunto il sacerdote – e con essa i giudici che la combattono. I martiri diventano spartiacque, si offrono alla nostra tensione come opportunità dalla quale ripartire. C’è contenuto un forte messaggio di speranza che deriva anzitutto dal saper mantenere la memoria di coloro che si sono battuti per la giustizia, per il bene di tutti. Lottare la mafia significa desiderare e coltivare il bene di tutti; significa muoversi e non solo commuoversi”. [01]
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