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PATTI. CHIESA IN FESTA: MONS. GUGLIELMO GIOMBANCO E’ VESCOVO

Con la solenne celebrazione dell'ordinazione episcopale nel Santuario mariano della Madonna nera del Tindari, mons. Guglielmo Giombanco è stato consacrato vescovo e ha dato inizio al suo ministero nella "amata" Chiesa di Patti. "Andiamo insieme lungo i sentieri della storia - sono state le prime parole pronunciate dopo l'ordinazione episcopale da mons. Giombanco - e percorriamo le strade indicate dal Vangelo, con l’integrità della fede, con la passione degli apostoli, con l’audacia della carità e con la fiducia dei figli, perché il mondo veda e creda". Alla celebrazione hanno partecipato trenta vescovi e oltre 300 sacerdoti. A presiedere il rito mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania e presedente della Conferenza Episcopale Siciliana. I vescovi coordinanti sono stati mons. Ignazio Zambito, amministratore apostolico della Diocesi di Patti e immediato predecessore di mons. Giombanco, e mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, diocesi di provenienza del nuovo presule. "Amata Chiesa di Patti, andiamo insieme lungo i sentieri della storia - sono state le prime parole pronunciate dopo l'ordinazione episcopale da mons. Giombanco - e percorriamo le strade indicate dal Vangelo, con l’integrità della fede, con la passione degli apostoli, con l’audacia della carità e con la fiducia dei figli, perché il mondo veda e creda".

Con la solenne celebrazione dell’ordinazione episcopale nel Santuario mariano della Madonna nera del Tindari, mons. Guglielmo Giombanco è stato consacrato vescovo e ha dato inizio al suo ministero nella “amata” Chiesa di Patti. “Andiamo insieme lungo i sentieri della storia  – sono state le prime parole pronunciate dopo l’ordinazione episcopale da mons. Giombanco – e percorriamo le strade indicate dal Vangelo, con l’integrità della fede, con la passione degli apostoli, con l’audacia della carità e con la fiducia dei figli, perché il mondo veda e creda”. Mons. Giombanco è il 102° vescovo della Diocesi.
Alla celebrazione hanno partecipato trenta vescovi e oltre 300 sacerdoti. A presiedere il rito mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania e presedente della Conferenza Episcopale Siciliana. I vescovi coordinanti sono stati mons. Ignazio Zambito, amministratore apostolico della Diocesi di Patti e immediato predecessore di mons. Giombanco, e mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, diocesi di provenienza del nuovo presule. “A te che divieni vescovo, auguriamo un contatto sempre più vitale con il Risorto perché tu sei chiamato a guidare i fedeli a “toccare” Gesù. E questo – ha detto mons. Gristina, presiedendo la prima parte della celebrazione – deve avvenire con la coinvolgente spiegazione che la Chiesa ha sempre illustrato e che Papa Francesco ogni giorno rende più urgente e vuole più operativa anche a motivo delle circostanze in cui ci troviamo: dobbiamo toccare Gesù risorto nel suo vero corpo, cioè nelle persone ferite e umiliate nella loro dignità, come pure nei fratelli e delle sorelle ammalate, abbandonate, nei minori a rischio e negli immigrati che ogni giorno incontriamo. Guardandoli ed accogliendoli con rispetto ed amore, essi ci offrono la possibilità di un vero e salvifico incontro con Lui”.
Poco prima della celebrazione, incontrando ufficialmente il sindaco di Patti e delle città che fanno parte della diocesi, insieme con i rappresentanti tutti della società civile, politica e sociale, mons. Giombanco aveva posto l’accento sulla caratteristica cristiana del “vivere la fede immergendosi nella storia e nella sua opacità, nelle sue contraddizioni, nelle sue problematiche, e mai evadendo dalla storia che è l’ambito del manifestarsi di Dio. Tutto ciò richiede – ha aggiunto -, creatività, intelligenza, coraggio e responsabilità. Stiamo accanto alla nostra gente! Sosteniamola e incoraggiamola – ha esortato – facendo crescere un clima di legalità e di impegno per la giustizia. Aiutiamo chi è ancora più colpito dalla crisi economica promuovendo la cultura della solidarietà. Le nostre comunità, civili e religiose, hanno un grande passato ricco di storia, di cultura, di tradizioni religiose e sociali. Il ricordo di un passato glorioso, luminoso e fecondo deve suscitare in tutti il desiderio e l’audacia di costruire un grande futuro”. [01]
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