E’ stato Giona il protagonista del momento iniziale della seconda giornata del Convegno della Cei, in corso di svolgimento (31 maggio – 2 giugno 2015) a Campofelice di Roccella, Cefalù. A presentare l’esperienza ai partecipanti è stato don Natale Ioculano, direttore dell’Ufficio nazionale per l’Apostolato del mare.
E’ stato Giona il protagonista del momento iniziale della seconda giornata del Convegno della Cei, in corso di svolgimento (31 maggio – 2 giugno 2015) a Campofelice di Roccella, Cefalù, organizzato dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della Famiglia, insieme con Caritas italiana, Fondazione Migrantes, l’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, l’Ufficio nazionale per l’Apostolato del mare.
A presentare l’esperienza ai partecipanti è stato don Natale Ioculano, direttore dell’Ufficio nazionale per l’Apostolato del mare. “Dio agisce attraverso l’agire degli uomini, per farsi conosce – ha detto – lo fa sempre, ma non sempre l’agire degli uomini coincide con l’agire di Dio. Giona ci rivela il cuore di Dio, si situa all’interno. Anche quando è chiamato, ‘Alzati e annuncia’, anche dopo tutto il percorso, Giona non si converte e rimane ancorato. Anche quando si allontana, Dio comunque gli parla: parla in diversi modi, parla a Giona attraverso i marinai, attraverso il capitano che gli dice anche lui ‘Alzati’. E parla il mare: la tempesta supera la capacità degli uomini di dominare. Si chiedono perché accade questo e pregano il loro Dio, liberandosi delle cose superflue: l’ascesi”.
Per don Ioculano “È Dio il vero attore: lui conduce la storia e la conduce indipendentemente dalla disponibilità che trova nelle persone. E porta pazienza, attende che ognuno cambi. Del resto Dio raggiunge sempre il suo scopo, che è quello della salvezza.
Cosa vuole Dio da me? Cosa mi sta chiedendo? Sono preso dalle mie categorie mentali dentro le quali vorrei che fossero tutti allineati? Cosa provo?
Vuole la conversione del cuore! La conversione di chi non lo conosce, ma anche di chi lo conosce e lo ha dimenticato, così come di chi si sente già salvato, ma resta chiuso al nuovo che accade.
L’esperienza di Giona offre due possibilità: la prima è la “sindrome di Giona” che fa sentire perfetti e puliti come appena usciti da una tintoria, diversi da chi si deve arrangiare da solo, la seconda è “il segno di Giona”, che è la misericordia di Dio. ‘Alzati, va da Ninive’ è dire ‘dov’è tuo fratello’, è ‘Alzati e annuncia’, ‘Alzati e accogli’”. [01]
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