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MARIA DONNA DELLA CONSOLAZIONE

Maria è celebrata nelle nostre litanie lauretane come Consolatrice degli afflitti e può esserlo in quanto ha vissuto momenti bui, prove, incomprensioni. Altro è vivere da soli altro è la contiguità di chi ci consola. Si può vivere ripiegati su se stessi o accanto ad altri che ci aiutano ad andare avanti. La consolazione è forma dell’amore vissuto con tenerezza che lenisce le ferite. Camminare vicino significa essere in grado di comunicare speranza.

Maria è celebrata nelle nostre litanie lauretane come Consolatrice degli afflitti e può esserlo in quanto ha vissuto momenti bui, prove, incomprensioni. Altro è vivere da soli altro è la contiguità di chi ci consola. Si può vivere ripiegati su se stessi o accanto ad altri che ci aiutano ad andare avanti. La consolazione è forma dell’amore vissuto con tenerezza che lenisce le ferite. Camminare vicino significa essere in grado di comunicare speranza.
Quando parliamo di consolazione non parliamo di consolazione amicale ma di una consolazione basata sul rapporto intimo con il Signore. La consolazione arriva al cuore e permette di guardare la realtà con occhi rinnovati di fede: riuscire a vedere con occhi di fede grazie all’altro che ci accompagna.
Dio ci consola e chi prova la consolazione di Dio diventa cuore generoso. Paolo introduce il tema della Consolazione come catena fraterna che fonda la comunità. In assoluto il migliore consolatore è colui che ha vissuto le proprie ferite e comprende quelle di altri.
Si può essere feriti in una situazione di coppia conflittuale, si può essere feriti nell’assistere un nostro caro malato. Si può essere feriti nelle diverse situazioni della vita.
Bisogna, però, guardare a Maria. Ella è “esperta” nel soffrire, ha avuto una vita inedita in una famiglia multiproblematica. Una famiglia forte perché nella consapevolezza nel disegno di Dio. Maria ha sofferto ma è stata una donna che si è ricreata in ogni situazione, anche in quell’ultimo momento, quello in cui Lei, Maria, “stabat” ai piedi della croce.
Maria ha sperimentato sulla sua pelle che ciò che è impossibile all’uomo, è possibile a Dio. Ciò che uno pensa non possa avvenire accade. Lei, donna nella sofferenza, ha sperimentato per prima la Consolazione. Ella vive un’esperienza intima con la Trinità: è consolata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo.
Ella, consolata, consola; ci ha aperto e sempre ci apre uno spiraglio di quella luce che ci fa vedere l’Oltre, Ella è la donna che per prima è arrivata lì dove tutti dovremmo andare. Maria ha superato la soglia tra la fede e la visione faccia a faccia. L’apertura della porta verso la vita eterna Maria la fa transitando ed ora lei accorcia le distanze tra Dio e noi. Ella non lascia la presa di un’umanità tentata alla quale svela l’amore del Padre.
Il compito di Maria non è quello di aggiungere qualcosa di nuovo rispetto alla rivelazione compiuta dal Figlio, ella ci visita per nutrirci e guidare i figli peccatori, lei contagia alla chiesa l’amore per i figli perduti. Maria sa cosa significa recuperare quelli che si sono perduti.
La Madonna Consolata diventa Consolatrice, fa percepire quella Misericordia che arriva dal cielo e che lambisce la terra, la penetra. Lei, che è nella gloria, assunta in cielo, sa che per gli uomini è facile smarrire la via della Carità, sa che le famiglie attraversano periodi di smarrimento. Maria ci dà coraggio. Lei fuga le paure e ci attira al Cristo Salvatore.
Le lacrime di Maria ci dicono la sensibilità di una donna che rimane tale, capace di condividere la gioia e il dolore; ci mostrano la preoccupazione di questa madre per le famiglie, soprattutto di quelle che pensano di potere fare a meno di Dio. Le lacrime dicono compassione, tenerezza, silenzioso dispiacere per le piaghe della Chiesa, per l’efferatezza della Chiesa, per la resistenza all’amore, senso più profondo della vita.
Maria richiama tutti consolati a Cristo. Lei sa che ogni sofferenza, vissuta in Cristo e per Cristo, diventa tesoro. Lei è custode degli afflitti, compagna della nostra quotidiana peregrinatio.
Attingiamo alla bellezza di Maria consolatrice per essere sacramento di consolazione nella vita di tutti i giorni per tutti. Lei c’è nei nostri momenti di stasi, di poco entusiasmo, di stanchezza; lei c’è sempre nella vita di tutti noi.
 
 
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