LA FAMIGLIA, SPERANZA E FUTURO PER LA SOCIETÀ ITALIANA
“La famiglia, speranza e futuro per la società italiana” è il tema della 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si tiene a Torino dal 12 al 15 settembre. La partecipazione all’evento è riservata alle delegazioni diocesane e associative. Tra i partecipanti dalle Diocesi di Sicilia don Sergio Siracusano, segretario dell’Ufficio regionale per i Problemi sociali e il Lavoro della Conferenza Episcopale Siciliana ci accompagna, giorno per giorno, nel corso dell’evento con parole ed immagini direttamente da Torino.
LA CRONACA
12 settembre 2013
Nel pomeriggio di ieri siamo arrivati a Torino da tutta l’Italia, delegati delle Diocesi e dei gruppi e movimenti ecclesiali per vivere l’esperienza della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani.
Dopo i saluti delle istituzioni è stato mons. Arrigo Miglio a introdurre il tema di questi giorni.
Significativo il messaggio inviato dal Santo Padre Francesco che, evidenziando il tema “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”, ha espresso l’apprezzamento “per questa scelta, e per aver associato alla famiglia l’idea di speranza e di futuro. È proprio così! Ma per la comunità cristiana la famiglia è ben più che “tema”: è vita, è tessuto quotidiano, è cammino di generazioni che si trasmettono la fede insieme con l’amore e con i valori morali fondamentali, è solidarietà concreta, fatica, pazienza, e anche progetto, speranza, futuro”. Il suo augurio è che questa Settimana Sociale possa “contribuire in modo efficace a mettere in evidenza il legame che unisce il bene comune alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, al di là di pregiudizi e ideologie. Si tratta di un debito di speranza che tutti hanno nei confronti del Paese, in modo particolare dei giovani, ai quali occorre offrire speranza per il futuro”.
E’ seguita la prolusione del Card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI. Una lunga ed ampia riflessione perché le Settimane Sociali possano essere “espressione della diaconia della Chiesa Italiana al Paese…una diaconia culturale”. Al suo intervento è seguito un lungo applauso dei presenti.
Domani cercheremo di chiedere ai delegati delle Diocesi di Sicilia un commento sulle parole della prolusione che ha avviato i lavori. [01]
13 settembre 2013
La mattinata e’ iniziata presto con la solenne concelebrazione presieduta dal card. Bagnasco che ha sottolineato come la s. Messa è il momento più importante e fondamentale per i lavori della giornata. Al teatro regio i lavori si sono aperti con il lungo saluto del Presidente del Consiglio, Enrico Letta. Egli ha raccontato le sfide e l’impegno di questi tempi e si è soffermato sul termine “fiducia” declinato nel tema “speranza e futuro”.
Son seguite le relazioni programmate. La prof. Violini ha ripercorso gli articoli 29 – 30 -31 della Costituzione.
Il prof. Blangiardo ha esposto alcuni dati statistici e ci ha aiutato a capire come negli ultimi 60 anni la famiglia e’ diventata più fragile perché meno numerosa. Le previsioni per il 2041 prevendono un popolo di 70enni, un potenziale produttivo sempre più debole. Aumenteranno le persone sole.
Il prof. Zamagni ha parlato delle politiche familiari per il bene comune. Si è domandato perché in Italia si dà il 4,1% per la spesa sociale mentre in Europa l’8%; perché si fanno provvedimenti frammentati (per l’infanzia, per i giovani, per gli anziani) e non unitari per la famiglie. La Famiglia va vista come soggetto dotato di propria autonomia. Bisogna affermare la soggettività economica della famiglia, vista non sono come luogo di affetti ma in primo luogo come soggetto economico. La famiglia come prima impresa, come bene comune. È necessario attuare il Piano per la famiglia, chiedere il fattore famiglia, permettere il Diritto di voto secondo la nascita, istituire la Giornata della famiglia, avviare i Distretti familiari come zone a burocrazia zero e pratica di sussidiarietà circolare. Zamagni suggerisce di dare avvio al marchio famiglia, valutare la responsabilità familiare d’impresa, creare un Fondo per le politiche familiari, armonizzare e non conciliare i tempi del lavoro e della famiglia.
Nel pomeriggio si terranno le assemblee tematiche nelle quali i delegati si confronteranno nei vari ambiti di riflessione. [01]
14 Settembre 2013
Nel pomeriggio di venerdì hanno avuto inizio le assemblee tematiche. Otto gruppi che hanno approfondito i vari ambiti al centro della Settimana Sociale. I circa 1300 partecipanti insieme ai 90 vescovi si sono distribuiti nei gruppi. Le assemblee son continuate anche sabato mattina e si sono contraddistinte per la possibilità data a tutti i partecipanti di intervenire.
15 Settembre 2013
Mattinata conclusiva iniziata con la Celebrazione Eucaristica in Cattedrale presieduta dall’arcivescovo di Torino, mons. Nosiglia.
Poi al Teatro regio i lavori si sono aperti con le sintesi delle assemblee tematiche. Molteplici e interessanti spunti per la riflessione e l’azione pastorale che possono essere consultati direttamente sul sito delle Settimane Sociali.
Conclusioni
Le conclusioni sono state delineate dal prof. Diotallevi e mons. Miglio.
Luca Diotallevi ha precisato che fare discernimento significa chiedersi alla luce del vangelo ciò che c’e’ e ciò che dovrebbe essere.
Gli spunti delle assemblee (valenza pubblica dell’impegno educativo,
ruolo dello Stato, pressione fiscale, ecc.) hanno mostrato con chiarezza la scala dei problemi che emergono.
Consapevoli di questa scala – che costituisce un punto di non ritorno – siamo costretti a inserire nel dibattito la famiglia come un fatto non privato. La tesi del prof. Diotallevi e’ che l’architettura della famiglia e’ parte essenziale dell’architettura della civitas.
La Caritas in veritate ricorda che la famiglia e’ componente decisiva della civitas che deve avere una governance poliarchica in una sussidiarietà verticale e orizzontale.
Diritti non devono essere sottoposti a sottoprodotti dello stato.
3 conseguenze del carattere pubblico delle famiglie:
1) Il futuro della famiglia e le sfide che derivano dal discernimento hanno il potere delle provocazione per una precisa riscoperta dell’irriducibile apostolato dei laici.
2) La responsabilità dei laici chiama in causa anche il profilo politico e l’impegno dei laici in politica.
3) L’Azione deve essere costante, coerente e impegnativa.
Come affrontare questo lungo cammino?
Senza nostalgia e con umiltà, insieme creando alleanze.
Combattere senza arroganza ma con coraggio: “l’Agonismo della libertà” di cui parlava don Sturzo.
L’Eucaristia e’ centro e culmine che ci sostiene per essere forti e fedeli, “non molli e vili”.
Mons. Miglio invita tutti a “prendere la partenza” come missione da vivere con speranza e responsabilità.
Da papa Francesco il richiamo alla storia delle Settimane Sociali ci invita a guardare i Santi sociali.
L’Amore che previene e’ da Dio. L’amore riguarda tutti. La società ha bisogno di amore per uscire dalla crisi. La speranza guarda verso l’alba e l’aurora mentre spesso si parla di tramonto. Ma bisogna essere concreti. La famiglia deve essere criterio di discernimento negli ambiti. Dobbiamo vedere problemi alla luce della famiglia. Mons. Miglio conclude sollecitando una continuità nell’impegno che impegna direttamente le diocesi e la Chiesa di Italia nei prossimi eventi quali il convegno delle Chiese di Italia del 2015 a Firenze e il Congresso eucaristico del 2016
Come afferma la Lettera invito pubblicata l’8 febbraio scorso dal Comitato Scientifico e Organizzatore, “il tema della famiglia intesa come da sempre insegnano l’esperienza umana e giuridica e anche la Chiesa, cioè fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna e aperta alla vita è stato scelto nella ferma convinzione che si tratti di un tema centrale per il bene comune del Paese, ricordando che tale tema era già presente nei vari punti dell’agenda proposta alla Settimana Sociale di Reggio Calabria”.
Con la pubblicazione del Documento preparatorio può essere utile richiamare l’obiettivo assegnato alle Settimane Sociali: esse “intendono essere un’iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capace di affrontare e se possibile anticipare gli interrogativi e le sfide talvolta radicali poste dall’attuale evoluzione della società. La Chiesa italiana in questo spirito vuole non solo garantirsi uno strumento di ascolto e di ricerca, ma anche offrire ai centri e agli istituti di cultura, agli studiosi e agli operatori sociali, occasioni di confronto e di approfondimento su quel che sta avvenendo e su quel che si deve fare per la crescita globale della società”.
I lavori della 47° Settimana Sociale prenderanno avvio con la sessione inaugurale nel pomeriggio del 12 settembre presso il Teatro Regio di Torino e proseguiranno nei giorni successivi nello stesso Teatro salvo per le assemblee tematiche, previste il 13 pomeriggio e il 14 mattina, che si svolgeranno anche in diverse strutture attorno al Teatro.
La sessione conclusiva si terrà il 15 settembre mattina al Teatro. [01]
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