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IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA SEGRETERIA PASTORALE DELLA CESI VERSO IL NUOVO QUINQUENNIO

“È necessario creare sinergia tra Uffici, che ci si metta in rete, per agire nell’ambito di aree pastorali affini. Questo, pur nella necessaria singolarità di ciascun organismo, eviterebbe di portare avanti progetti ristretti, sia nel lavoro ordinario sia in occasioni forti come i momenti formativi e i convegni”. Lo ha detto mons. Carmelo Cuttitta, vescovo di Ragusa e presidente della Segreteria pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana, incontrando per la prima volta i direttori di recente nominati alla guida degli Uffici regionale per il quinquennio 2018 – 2022.
Insieme con il vescovo, che è al contempo Segretario della Conferenza Episcopale Siciliana e delegato per il Clero, anche don Giuseppe Rabita, direttore della Segreteria pastorale.
L’incontro – che si è svolto venerdì 10 novembre 2017, nella sede della CESi, a Palermo – ha permesso innanzitutto una prima conoscenza tra quanti compongono il Consiglio regionale e la presentazione dettagliata delle Norme generali comuni che ne guidano l’esistere e il procedere.
“La Segreteria pastorale è accanto a voi una presenza costante che vi aiuterà a tenere le fila nell’itinerario di lavoro. Non siete soli in questo e dovete saperlo e sentirlo con certezza: i vescovi delegati dei singoli settori con i quali lavorare a strettissimo contatto e la Conferenza tutta vi seguono con interesse e vi appoggiano: ci attendiamo da voi di essere stimolati con consigli e suggerimenti”.
Una prima collaborazione è stata richiesta in merito all’individuazione di uno o più temi di riflessione che possano “sollecitare ed accomunare” in questo quinquennio che va ad iniziare. “Il nostro ritrovaci in comunione e collaborazione e il nostro condividere programmi e obiettivi – ha detto il presidente della Segreteria pastorale della CESi ai direttori – devono creare un convergere di forze che possano, poi, essere convogliate in aree comuni di intervento su temi condivisi”.
Ad avanzare qualche ipotesi di lavoro don Giuseppe Rabita, direttore della Segreteria pastorale. “Guardando a quanto fatto, emerge una sorta di ingenuo automatismo tra le nostre scelte pastorali e la loro incisività nella vita ecclesiale e sociale, come se ci si potesse limitare ad un cambiamento delle prassi o delle strutture per produrre frutti autentici di vita evangelica. Sappiamo bene, invece – ha detto al Consiglio, del quale è peraltro segretario -, come ciò sia frutto unicamente dello Spirito e non delle nostre strategie pastorali”. Rabita, ponendo l’accento sulla necessità di una Chiesa che sia “estroversa”, ha accompagnato i direttori a guardare “alle suggestioni e alle proposte emerse nel Convegno ecclesiale di Firenze che potrebbero essere alla base di un percorso del quinquennio che si apre, raccordandoci con la Chiesa universale che nel 2018 celebrerà il Sinodo dei giovani”. Accanto a questo tema di stretta attualità – ecclesiale e sociale – don Giuseppe Rabita ha anche proposto, in alternativa, di “focalizzare l’attenzione su un argomento controverso quale è la religiosità popolare” che lo stesso direttore ha definito “il segno più concreto di come la cultura evangelica in Sicilia sia diventata, e per buona parte sia ancora, cultura di popolo”.
Per approfondire le proposte e le ipotesi di lavoro emerse, gli stessi direttori si incontreranno prima del prossimo Consiglio, programmato per gennaio 2018, in due sottogruppi individuati per aree geografiche. Lo scopo è presentare ai vescovi delle diciotto Diocesi dell’Isola, nel corso della prossima Sessione invernale, un programma generale per il quinquennio.
Intanto, nel nuovo Consiglio regionale, tra coloro che sono stati chiamati a rappresentare i venti Uffici che lo compongono, è significativa la presenza di sei laici e tre donne. Entrambi i numeri potrebbero aumentare di una unità: non è stato, infatti, ancora nominato il Segretario della Consulta regionale delle Aggregazioni laicali che guida l’Ufficio per il laicato. Quella dei laici è una presenza che lo stesso mons. Cuttitta ha definito “molto positiva, intanto per la possibilità di un confronto più ampio”. Riferendosi, poi, alla quota rosa presente negli organismi della Cesi, il vescovo ha detto “della capacità femminile di mediare e addolcire che gioverà certo alle Chiese di Sicilia”. [01]
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