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GUARDARE LA FAMIGLIA CON GLI OCCHI DI MARIA

Due giorni ai piedi di Maria “per guardare la famiglia con i suoi occhi”. È a Siracusa che si svolge il convegno organizzato per domani e dopodomani dall’ufficio regionale per la Famiglia della Conferenza episcopale siciliana, in collaborazione con la Cei. Oltre i 300 partecipanti attesi per riflettere su “Ferite e luci di speranza” della “Famiglia dinanzi a Maria”.

Due giorni ai piedi di Maria “per guardare la famiglia con i suoi occhi”. È a Siracusa che si svolge il convegno organizzato per sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre dall’Ufficio regionale per la Famiglia della Conferenza Episcopale Siciliana, in collaborazione con la Cei. Oltre i 300 partecipanti attesi per riflettere su “Ferite e luci di speranza” della “Famiglia dinanzi a Maria”. “L’evento prodigioso avvenuto a Siracusa 60 anni fa ha per protagonista una famiglia che in quei giorni soffriva per una gravidanza a forte rischio. Maria pianse – dicono Lorena e Pino Busacca, codirettori dell’Ufficio Famiglia della Cesi – e le sue lacrime sanarono gli sposi ed anche il nascituro. È per noi famiglie un evento simbolico e suggestivo di quanto e come Maria può esserci vicina! Ecco perché non poteva passare l’anniversario della lacrimazione della Madonna senza che le famiglie cristiane s’interrogassero su come la famiglia sia ferita oggi, ma soprattutto come in Maria si possano cogliere la prime luci di speranza”.

L’obiettivo che ci siamo posti è far emergere luci di speranza, in sintonia con l’invito del Papa ad annunciare la speranza, a parlare di gioia, di positività, di bellezza. Ed è in qualche modo addirittura emozionante – sono parole di don Antonio Carcanella, direttore dell’Ufficio regionale per la Famiglia –  vedere come alcuni dei temi che saranno trattati anche nel corso dei laboratori siano gli stessi sui quali anche i Vescovi sono stati interpellati. Il nostro convegno è stato organizzato lungamente prima dell’elezione di Papa Francesco e percepire la sintonia che lo Spirito ha soffiato, questo vento nuovo che pervade la Chiesa tutta, dal Vaticano alle Chiese di Sicilia ci conforta nel cammino. Il pianto della Madonna al capezzale di una famiglia in difficoltà, nella malattia, della disoccupazione, si fa segno tangibile della vicinanza del Signore alle sofferenze dell’uomo. Nei due giorni che ci aspettano – aggiunge il sacerdote – toccheremo le criticità dell’istutito familiare, ma tracceremo anche le realtà virtuose che si pongono a suo sostegno.  Vogliamo imparare a porci a sostegno della famiglia anche di particolari realtà, ecclesiali e non. Lo faremo guardando alle lacrime di Maria, un pianto dal quale può scaturire gioia, bellezza; come dal pianto della donna che partorisce emerge il figlio, segno tangibile dell’amore che Dio nutre per gli sposi e per il mondo intero”. [01]

 

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