“Ci prepariamo a vivere questa giornata con il cuore aperto alla sua Parola, le braccia larghe per poter abbracciare, le mani aperte per poter raggiungere tutti e condividere con tutti la gioia di questa giornata”. Con queste parole si è aperta la Giornata regionale dei Giovani organizzata dall’Ufficio per i Giovani della Conferenza Episcopale Siciliana a Caltagirone, nei giorni 4 e 5 luglio 2016.
“Ci prepariamo a vivere questa giornata con il cuore aperto alla sua Parola, le braccia larghe per poter abbracciare, le mani aperte per poter raggiungere tutti e condividere con tutti la gioia di questa giornata”. Con queste parole si è aperta la Giornata regionale dei Giovani organizzata dall’Ufficio per i Giovani della Conferenza Episcopale Siciliana a Caltagirone, nei giorni 4 e 5 luglio 2016. Dopo l’accoglienza con canti, balli e bans, è stato il vescovo delegato mons. Calogero Peri, pastore della Chiesa ospitante, a guidare la riflessione e la preghiera. “Vogliamo vivere questi momenti attorno all’altare del Signore, attorno alla sua Parola – ha detto il presule ai giovani radunati al Giardino pubblico -, facendo di noi tutti un solo ascoltatore di tutte queste meraviglie che Dio vuole ancora compiere in ciascuno di noi”.
Nel dare il benvenuto ai giovani, anche l’invito a “lasciarsi riempire di doni: il grazie che vi rivolgiamo – è stato ribadito in apertura alla Giornata – è quello di chi è certo che ci faremo realmente dono per tutti, per questa Chiesa, per questa terra di Sicilia e per il mondo intero”.
I giovani, dal canto loro, hanno avuto spazio e voce ai piedi della Croce. “Ci sentiamo spesso smarriti e impauriti dal futuro incerto”, hanno detto dal palco e hanno pregato di “avere la speranza per provare a costruire un mondo migliore, la fede per accogliere la volontà di Dio e il progetto che ha per ognuno, la certezza dell’averlo accanto nel momento della prova”. Hanno pregato affinché il Signore li rendesse “operatori di misericordia, capaci di sconfiggere l’indifferenza, di creare occasioni di dialogo e riconciliazione, e di sentire il bisogno del fratello che vive o passa accanto”. Hanno chiesto a Dio e alla Chiesa di Sicilia di “essere accolti” con le loro “imperfezioni e debolezze, con i progetti e sogni, e di aprire i cuori affinché siano in grado di sentire l’amore di Dio e riconoscerlo come Signore della vita”. [01]
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