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DIACONI E FAMIGLIE: FESTA INSIEME NEL SEGNO DEL SERVIZIO E DELLA DISPONIBILITA’

Sono stati oltre 250 i diaconi che, insieme con le loro famiglie, hanno preso parte all’ormai annuale appuntamento che li raduna ogni volta in una diversa diocesi della Sicilia. Ad accogliere la sedicesima edizione della Festa regionale dei diaconi insieme alle famiglie, Fir appunto, è stata Catania. Il Centro regionale “Madre del Buon Pastore” per la formazione permanente del clero che ha organizzato l’evento domenica 2 luglio 2017,  ha proposto ai partecipanti la riflessione sul tema “Accompagnare, discernere e integrare le fragilità”. Relatore è stato Tonino Cantelmi, diacono della Chiesa di Roma, psichiatra e psicoterapeuta, docente presso la Pontificia Università Gregoriana e autore di diversi pubblicazioni. Il suo intervento ha insistito su crisi e felicità, trattando il tema a partire dalle indicazioni dell’Amoris Laetitia. “E’ necessario mettere insieme l’amore coniugale e i percorsi verso la felicità, anzi – ha detto Cantelmi – separarli sarebbe perdente. La crisi non è una sconfìtta, è piuttosto un processo evolutivo lungo il percorso che porta alla pienezza e alla felicità. E non c’è crisi che non possa essere affrontata, purché non ci si isoli: l’isolamento, la negazione dei problemi e il loro occultamento, la chiusura comunicativa, la solitudine del dolore, la mancanza di trame relazionali e di sostegni sono tutti elementi che trasformano le crisi in paralisi mortifere. E invece ogni crisi nasconde una buona notizia. È dunque dalle crisi che è necessario ripartire. Ma ogni crisi necessita di accompagnamento, di sostegno, di comprensione”. Il collegamento tra il documento di Papa Francesco e gli “Orientamenti pastorali. Accompagnare, discernere, integrare la fragilità secondo le indicazioni del Cap. VIII” della stessa esortazione apostolica indicati dalla Conferenza Episcopale Siciliana è stato assolutamente naturale.
Per don Calogero Cerami, direttore del Centro Madre del Buon Pastore, “i vescovi di Sicilia riconoscono l’urgenza di seguire percorsi nuovi che tengano conto delle dolorose ferite che uomini e donne battezzati vivono ogni giorno. Per questo chiedono a presbiteri e laici impegnati nel sostenere il cammino di persone che vivono situazioni di fragilità, un responsabile discernimento. Le tappe del cammino – aggiunge – sono scandite da tre verbi: accompagnare, discernere e integrare. I vescovi di Sicilia si soffermano in modo particolare a trattare il secondo verbo, affidando il delicato compito del discernimento, che è insieme personale e pastorale, ai presbiteri. In sintonia con Papa Francesco e con i vescovi di Sicilia, i diaconi delle dicioptto diocesi dell’Isola hanno espresso la disponibilità e la volontà di mettersi alla scuola dell’unico Maestro per essere a servizio delle fragilità del nostro tempo”.
Se, come indicato coralmente dalla Chiesa, “nel percorso di accoglienza, di accompagnamento, di discernimento e di integrazione diventano fondamentali le famiglie stesse che aiutano altre famiglie”, allora anche e proprio le famiglie dei diaconi permanenti devono sentirsi chiamate “ad assumere con coraggio le nuove sfide che impongono il rinnovamento della pastorale famigliare oggi”. [01]
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