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DALLA SICILIA PER “ILLUMINARE IL SINODO”

Oltre un migliaio di persone sono partite dalla Sicilia alla volta di Città del Vaticano per partecipare alla Veglia con il Papa e illuminare il Sinodo con la loro preghiera. Altri ancora, numerosi, sono partiti con gruppi, movimenti ed associazioni. Intanto nelle diocesi e nelle parrocchie, chi non è andato fisicamente, si è ritrovato per pregare. Per tutti la riflessione del vescovo mons. Calogero Peri, delegato Cesi per la famiglia.

Sabato 3 ottobre 2015, vigilia dell’apertura della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi  (4 – 25 ottobre 2015), che ha per tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, Papa Francesco ha invitato in Piazza San Pietro, a Città del Vaticano, le famiglie italiane. Oltre un migliaio hanno risposto dalla Sicilia organizzandosi attraverso il coordinamento delle Diocesi. Altri ancora, numerosi, sono partiti con gruppi, movimenti ed associazioni. Una presenza considerevole, come notevole è il numero di chi, non potendo essere a Roma fisicamente, ha pregato in coro con tutta la Chiesa attraverso le veglie organizzate a livello diocesano e parrocchiale. “Il Sinodo è un evento storico – spiega mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone e delegato per la Famiglia della Conferenza episcopale siciliana – a cui tutta la Chiesa, ovunque nel mondo, partecipa invocando la presenza e la forza rinnovatrice dello Spirito”. Una riflessione del vescovo, attraverso la sua stessa voce, ha accompagnato i pellegrini e i fedeli siciliani verso quel “momento speciale di grazia che il Signore ci offre proprio mentre le Chiese di Sicilia riflettono su ‘L’esodo della famiglia nel tempo della crisi”. Del resto – aggiunge il presule – in questo tempo in cui le sfide alla famiglia non giungono da fuori, ma dal suo stesso interno, le famiglie stesse e la Chiesa tutta sanno di essere coinvolte in un processo faticoso. La risposta generosa della Sicilia, in termini di presenza concreta, ma anche di impegno nella preghiera è indice di una rinnovata e rinfrancante volontà e speranza”.
La possibilità di scaricare l’audio dal sito delle Chiese di Sicilia e l’invito dello stesso direttamente sui cellulari dei direttori degli Uffici diocesani per la Pastorale familiare da parte dell’Ufficio stampa della CESi ha permesso una riflessione comunitaria.
Ecco una sintesi dell’intervento di mons. Peri.
“Dopo il Sinodo straordinario durante il quale sono stati messi a fuoco i temi di discussione e gli argomenti su cui la Chiesa potrà e dovrà confrontarsi, ora la celebrazione del Sinodo ordinario che affronterà i contenuti della Relatio Sinodi. Il Papa ha chiesto l’intervento dal basso anche con la consultazione, ma non semplicemente a livello di argomenti e suggerimenti, quanto piuttosto a livello di preghiera. Una preghiera costante, con l’invocazione della luce dello Spirito, che sale da tutta Chiesa per accompagnare la riflessione sulla famiglia e sull’istituzione familiare, senza la quale crollerebbe la società, crollerebbe la Chiesa, crollerebbe il futuro e la speranza del mondo.
I siciliani, pure in questo momento di difficoltà, hanno accolto l’invito e hanno risposto con la solita generosità che ha sempre contraddistinto le nostre famiglie e la nostra gente. Noi sappiamo che la cultura siciliana da tempo, per le sue vicende e vicissitudini storiche, è una cultura familistica, nel senso che ha posto al centro della sua esperienza la famiglia – e non semplicemente papà, mamma e figli, ma anche nonni, zii…, in una famiglia allargata secondo il senso tradizionale del termine. Non poteva fare altro per elaborare tutti gli apporti di altri popoli e per rispondere agli  invasori e ai conquistatori che la storia ha visto succedersi in Sicilia. In questo tempo, però, le nuove sfide non giungono dall’esterno, ma da dentro: televisione, internet, soggetti formativi che non sono più la famiglia, la Chiesa e la scuola. Per un intero quinquennio le Chiese di Sicilia, per volere dei loro pastori riuniti nella Conferenza episcopale, stanno riflettendo su “L’esodo della famiglia nel tempo della crisi”. E’ chiaro che anche la famiglia in Sicilia sta ricevendo i contraccolpi di nuove condizioni.
Quello del Papa non è solo un invito in un momento particolare per la Chiesa, quale può essere il Sinodo, ma è un indicare una strada che non si esaurisce con la veglia a San Pietro e con il Sinodo. È certamente  impossibile contare quanti hanno preso parte alla preghiera in parrocchia, in diocesi, nelle sedi dei gruppi e dei movimenti per seguire l’evento. Almeno mille e duecento persone, famiglie con bambini, sono andati: tanti chilometri, tante difficoltà logistiche e pesi anche economici! Ma così la Sicilia ha voluto esprimere il senso di appartenenza e di importanza che le famiglie hanno e sentono. Lo stress di un viaggio per riaffermare un valore. Andare a Roma e ritrovarsi con tutta la Chiesa cattolica significa ricevere quell’incoraggiamento ad andare avanti, a non perdere di vista i valori: Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre e anche la famiglia lo è come nucleo fondante e fondamentale sia della società che della Chiesa.
Il Papa insiste molto sul rendere quotidiano quello che in qualche momento è stato evento, avvenimento. Questo momento di preghiera che il Papa ha voluto convocare e ha voluto personalmente guidare rappresenta un rilancio dell’importanza che riveste per la famiglia il ritrovarsi attorno a Cristo, essere unita lì, consapevole della grande vocazione che Dio le ha assegnato. Il Papa, allora, richiama la famiglia ad essere ciò che Dio ha pensato e voluto di lei: un’istituzione importante non soltanto a livello umano, per la trasmissione della vita, ma arricchita, esaltata, approfondita ed onorata con un sacramento che getta luce divina  sulla realtà umana. Nella famiglia, infatti, gli uomini sono invitati ad amare non solo con cuore di uomini, ma come ama Dio, con lo stesso suo cuore: è questo il primo luogo in cui questo amore veramente eccezionale del Signore si può rendere presente.
Senza dubbio adesso sarà importante continuare ad accompagnare i lavori del Sinodo, non soltanto tenendosi informati, ma soprattutto con la preghiera perché noi sappiamo che, laddove non giungono gli uomini o dove gli uomini non trovano una soluzione, Dio può aprire una strada. Anche in mezzo al deserto, in mezzo al mare, in luoghi infidi, come tante volte è accaduto nella storia dell’Esodo. La famiglia che sta vivendo questo momento di particolare crisi non deve dimenticare che nel cammino verso la terra promessa si giunge alla meta soltanto se a capo c’è Cristo Signore che conosce la via e che è via, verità e vita”. [01]
 
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