“CRISTIANI E MUSULMANI INSIEME. STRUMENTI DI COOPERAZIONE”
“Al di là dei convenevoli e del ribadire la necessità, l’opportunità e la bellezza del dialogare, occorre essere concreti: ci sono delle differenze tra cristiani e musulmani e ci sono, talvolta, diversità tra i musulmani di comunità diverse, ma ci sono delle cose che ci accomunano. Il nostro abitare la Sicilia, per esempio, è una delle prime e più evidenti. Come abitanti di questa terra, tutti ne condividiamo quelle che spesso sono indicate come risorse e quelle che sono evidenziate come problematiche”. Così mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e delegato CESi per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, interviene sulla Giornata regionale del dialogo islamo – cristiano che si terrà a Palermo sabato 21 ottobre 2017. Il tema di riflessione scelto è “Cristiani e musulmani insieme. Strumenti di cooperazione”.
Alcune delle risorse comuni e delle difficoltà alle quali accenna il vescovo sono emerse nel corso degli incontri organizzati dall’Ufficio regionale con gli esponenti del mondo musulmano e, poi, in commissione mista. “Se pensiamo all’educazione dei figli o ai rapporti con la scuola, tutti ci troviamo a fare i conti con alcune difficoltà. Certo ci sono delle differenze che – spiega il presule – possono essere dovute a fattori culturali e religiosi, ma di certo affrontare e accompagnare i ragazzi nell’età adolescenziale è complesso sia per le famiglie cristiane che per quelle musulmane. Noi faremo i conti con le nostre problematiche generazionali ed educative, loro li faranno magari con ragazzi che non sono sempre facili ad essere educati secondo certi loro valori. Dove sta la differenza reale? Cristiani o musulmani – aggiunge mons. Raspanti -, siamo gente inserita nella storia, parte del tessuto della stessa società, tutti in rapporto con la città e con la cosa pubblica. La Chiesa siciliana offre, in diverse nostre diocesi, occasioni di integrazione che passano attraverso iniziative di accoglienza, formazione linguistica, spazi gioco, momenti comuni e di scambio interculturale. Ci siamo chiesti come progettare qualcosa di più stabile e di più incisivo ed essere al contempo dallo stesso lato nel dialogare con le istituzioni. Ecco perché la scelta del tema della ‘cooperazione’ ed ecco perché ‘strumenti’. Nessuno di noi – prosegue il vescovo – sa che cosa verrà fuori dall’incontro: discuteremo senza frasi fatte, nella gioia dell’incontrarci, ma il fine è diverso. Il cuore della Giornata, infatti, sarà la tavola rotonda alla quale prenderanno parte tre esponenti del mondo islamico e tre del mondo cristiano che ci stimoleranno su temi comuni come la famiglia e i giovani, al quale abbiamo già accennato, ma anche l’educazione e la scuola e la questione della sanità. Si tratta di stimoli: parlando di qualcosa che viviamo con difficoltà o che siamo comunque chiamati a fronteggiare, seppur con certe differenze, potremo magari trovare punti comuni e, insieme, individuare occasioni di cooperazione e per azioni sinergiche”. [01]
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