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CATECHESI E FORMAZIONE. “ANNUNCIARE E COMUNICARE, ANZI ANNUNCIARE E’ GIA’ COMUNICARE”

“Catechesi e comunicazione” è il titolo dell’intervento di don Giuseppe Lonia alla Scuola di formazione regionale per equipe diocesane per la Catechesi (Poggio San Francesco, 26 – 29 agosto 2017). “Parlando di Catechesi e comunicazione o anche il contrario, comunicazione e catechesi, occorre mettere in relazione i due termini non solo attraverso la congiunzione, ma anche attraverso il predicato verbale: la comunicazione è catechesi e la catechesi è comunicazione. La catechesi, ovvero l’opera evangelizzatrice della Chiesa – ha detto Lonia, che nell’Arcidiocesi di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela si occupa sia di Catechesi sia di Comunicazioni sociali – è anche inevitabilmente comunicazione, cosi come è missione, nel senso che essa contiene, inevitabilmente, una dimensione etica che va ben aldilà della pura dimensione informativa o di intrattenimento”. Per Don Giuseppe connettere comunicazione e catechesi costituisce per la Chiesa, in quest’era digitale, una vera e propria sfida. “Siamo immersi in un contesto culturale di cui media sono protagonisti, per cui non ci si può accontentare di dare una verniciatura digitale alla testimonianza cristiana illudendosi che sia sufficiente adottare qualche nuovo strumento di comunicazione per rendere l’azione pastorale più accattivante e accettata. La questione – ha detto ai catechisti don Giuseppe Lonia – è ben più seria perché rimanda alla responsabilità del cristiano è chiamato a dare ragione della sua fede e ad essere testimone del risorto non le reali situazioni di vita”.
Nel suo intervento anche una “constatazione amara”: nell’epoca della comunicazione globale, “la comunicazione della fede ‘non passa’ facilmente, per diverse ragioni. Lungo la storia – ha spiegato – c’è stato un cambio di prospettiva. I moderni media hanno creato un linguaggio di straordinaria efficacia: hanno la capacità di narrare storie, drammatizzare eventi, contrapporre caratteri e situazioni, spettacolarizzare il quotidiano, provocare emozioni e coinvolgimento, creare partecipazione, suscitare desideri, speranze e ideali. La sfera affettiva dell’uomo è indubbiamente fortemente coinvolta”.
Nel cristianesimo, “la religione del libro”, nato sul “passa parola”, il primato della parola nella comunicazione della fede resta indiscutibile, ma occorre chiedersi che tipo di parole vengono impiegate. Il sacerdote messinese ha proposto tre “verbi speciali”: il primo è semplificare, il secondo drammattizzare nel senso di coinvolgere, il terzo personalizzare. “Comunicare è un dovere, ma deve essere anche un piacere per questo la comunicazione deve avere alcune precise caratteristiche: deve essere spiazzante – ha detto don Lonia – deve cioè sorprendere, magari con un incipit o una partenza particolare. Deve essere multimediale e interattiva, iniziando per esempio da una canzone, un SMS, una foto, un film. E ancora non deve dire tutto: alcuni rinvii, alcune riprese delle domande in un altro incontro sono molto più efficaci di risposte immediate e frettolose. Occorre poi procedere passo passo, perché agli incontri settimanali si affianca una meta a lungo termine. La comunicazione anche deve essere esperienzale e coinvolgere più sensi, deve dare spazio a domande anche negative e a dubbi, deve comprendere cosa ha funzionato e cosa no ed evitare ‘lezioni frontali’ e a ‘senso unico’”.
Infine un invito: “occhio allo stile!”. “Il nostro è passivo, aggressivo o entrambe le cose? E’ manipolativo o assertivo?”.
Prima di arrivare al termine dell’intervento, il direttore dell’Ufficio diocesano di Messina per la Catechesi ha raccomandato l’attenzione anche al linguaggio non verbale. “E’ importante il tono della voce, la mimica facciale, la gestualità, lo sguardo, la postura, ma anche – ha detto – l’abbigliamento che comunica l’identificazione ad un ruolo sociale o una situazione e l’uso che si fa dello spazio personale e sociale. Questa volta – ha concluso – l’abito fa il monaco: l’immagine è il primo messaggio, quindi è estremamente importante”. [01]
 
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