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CARITAS E MIGRANTES INSIEME PER PRESENTARE IL VOLTO MISERICORDIOSO E ACCOGLIENTE DELLA CHIESA

"Caritas e Migrantes: insieme per la promozione della dignità dei migranti nell'Anno giubilare della Misericordia" è il tema trattato nel corso del IV Convegno regionale celebrato a Cefalù il 14 e 15 ottobre 2016. Ad organizzarlo gli Uffici regionale per la Carità e per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana.

“Caritas e Migrantes: insieme per la promozione della dignità dei migranti nell’Anno giubilare della Misericordia” è il tema trattato nel corso del IV Convegno regionale celebrato a Cefalù il 14 e 15 ottobre 2016. Ad organizzarlo gli Uffici regionale per la Carità e per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana.
“Insieme abbiamo voluto presentare il volto misericordioso e accogliente della Chiesa – ha detto don Enzo Cosentino, direttore dell’Ufficio CESi per la Carità – a partire da quattro parole che Papa Francesco ci ha consegnato parlando di immigrazione a Prato, nel novembre 2015. Queste parole sono: rispetto, accoglienza. inclusione e integrazione. Il rispetto che la Chiesa ci chiede è quello delle culture, delle tradizioni dei nostri fratelli ai quali occorre chiedere che facciano lo stesso nei nostri confronti. L’accoglienza è per i cristiani un dovere – prosegue don Cosentino – che ci viene imposto già dalle Beatitudini. Nel povero, infatti, vediamo il volto sofferente di Cristo. Inclusione vuol dire creare situazioni di equità e di pari opportunità, base essenziale per arrivare all’integrazione all’interno delle nostre comunità cristiana”.
“All’inizio, prima ancora della risposta ai vari bisogni, deve esserci la consapevolezza piena dell’importanza del riconoscimento della dignità e della libertà dell’individuo. Prima ancora di essere un bisognoso – ha detto Mario Affronti, direttore dell’Ufficio regionale per le Migrazioni -, chi chiede il nostro aiuto è un uomo, una persona. Le parole inclusione e integrazione riguardano innanzitutto la Chiesa di Sicilia e, in essa, non solo noi addetti ai lavori, ma tutti”. Il richiamo è a quella che il vescovo mons. Carmelo Cuttitta, presidente della Segreteria pastorale della CESi e segretario della Conferenza Episcopale Siciliana definisce “una pastorale di insieme che non si ritrova solo nei grandi intendimenti ma anche nella quotidiana fatica della testimonianza”. “Nel Convegno degli Organismi pastorali regionali (Campofelice di Roccella, 18 – 21 novembre 2013) sul tema “Insieme per annunciare la speranza” – aggiunge Affronti – abbiamo riflettuto sul fatto che non possiamo annunciare il Vangelo senza una lettura attenta della dimensione che viviamo, consapevoli che un’evangelizzazione efficace deve tenere conto della cultura del nostro tempo, ma anche delle peculiarità della nostra terra. Si è parlato di esodo etnico-culturale: apertura alle diverse culture presenti sul nostro territorio con un movimento che va dalle diocesi alla regione, dall’ufficio alle parrocchie e ai movimenti, dal tempio al Papa”.
Dopo il saluto del vescovo della diocesi di Cefalù, mons. Vincenzo Manzella, a don Enzo Cosentino e Mario Affronti la presentazione del tema e l’apertura dei lavori. Il rapporto tra “Papa Francesco, i migranti e noi” è stato approfondito nell’intervento di Giuseppe Savagnone, che ha riletto il cosiddetto “sogno di Papa Francesco” contestualizzandolo all’interno di una rilettura storicizzata della Teologia della liberazione. L’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nel suo intervento “Ero forestiero. Come Cristo così la Chiesa” ha ribadito la necessità “vivere la povertà come servizio in opposizione al potere: occorre fondare il volto della Chiesa a partire da Cristo – ha detto -, guardando a Lui e su Lui conformandoci, possiamo comprendere come deve essere il rapporto che la Chiesa deve avere con i poveri”.
Il cammino dall’accoglienza all’integrazione all’interno delle Chiese di Sicilia è stato oggetto di un intervento a due voci firmata da Santino Tornesi, dell’Ufficio Migrantes dell’arcidiocesi di Messina, e da Valerio Landri, della Caritas dell’arcidiocesi di Agrigento. Nel corso della prima giornata di convegno anche un intenso momento di preghiera in memoria e suffragio di tutti i migranti morti nei viaggi della speranza. A presiedere la celebrazione il vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero, delegato CESi sia per la Carità che per le Migrazioni.
Il secondo giorno è stato quello delle cifre che descrivono “una realtà che ha assoluto bisogno di una interpretazione”. Don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, ha presentato “Dati, ragioni del fenomeno e le problematiche dell’accoglienza”, mentre Cristina Molfetta, antropologa culturale della Migrante di Torino, ha presentato il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016.
Don Sergio Natoli, dell’Ufficio Migrantes dell’arcidiocesi di Palermo, ha sintetizzato in assemblea quanto emerso dai gruppi di lavoro che, nell’ambito del IV Convegno regionale “Caritas e Migrantes: insieme per la promozione della dignità dei migranti nell’anno giubilare”, hanno approfondito i temi proposti dai relatori. Nell’intervento sono state presentate le criticità, ma anche le risorse del fare pastorale dedicata agli ultimi e, in particolare, ai migranti. Dai partecipanti anche alcune proposte concrete. 
A concludere la due giorni che ha riunito gli Uffici Caritas e Migrantes delle diciotto diocesi di Sicilia, insieme con quanti sono impegnanti a vari livelli e a vari titoli nell’accoglienza e nella pastorale dei migranti, è stato l’intervento del vescovo Mogavero, il quale  ha ripercorso alcuni passaggi significativi dei lavori, offrendo uno sguardo d’insieme, ma ha innanzitutto proposto raccomandazioni e impegni: le linee pastorali che possono segnare il cammino della Chiesa siciliana. [01]
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