25 maggio 2020
Consulta regionale delle Aggregazioni laicali
“MISERICORDIA” E “CONSOLAZIONE” IN QUESTO TEMPO DI COVID: LA RISPOSTA DEL VATICANO A UNA LETTERA DELLA CRAL questo tempo d
Papa Francesco scrive alla CRAL di Sicilia e chiede di “invocare il Signore Gesù, implorando misericordia per l’umanità duramente provata dalla pandemia di coronavirus, consolazione per gli ammalati e loro familiari e forza per gli operatori sanitari“.
La missiva giunge in Sicilia in risposta ad una lettera che il direttivo della Consulta regionale ha voluto indirizzare a Santo Padre Francesco porgendogli “espressione di spirituale vicinanza a motivo dell’attuale emergenza sanitaria mondiale“.
Nel messaggio, che arriva dalla Segreteria di Stato di Città del Vaticano ed è a firma di monsignor L. Roberto Cona, anche l’invito da parte del Pontefice a pregare per Lui e la sua benedizione apostolica che impartisce di cuore e che “volentieri estende a quanti ci sono associati nel deferente attestato di ossequio e alle persone care”.
Ecco di seguito la lettera che la Cral aveva inviato a Papa Francesco.
Santo Padre,
in questo tempo di dolorosa sospensione segnato da lutti e sofferenze a causa della Pandemia da Coronavirus, come Consulta regionale delle Aggregazioni Laicali vogliamo unirci alla Sua preghiera di Padre e di Pastore della Chiesa universale e con Lei – e per mezzo Suo – manifestare viva e sincera gratitudine a coloro che si stanno prodigando in vari modi per la protezione e la cura della vita umana, supremo dono di Dio nostro Padre.
In particolare, sentiamo di dire – e unire al Suo – il nostro GRAZIE al personale sanitario (medici, infermieri, ricercatori, tecnici, ausiliari) ed in pari grado ai titolari delle Funzioni pubbliche e di governo della Nazione, che nella durezza della prova che il nostro Paese sta attraversando, sono gravati dal peso di decisioni sofferte e non facili; nonché a quanti – non pochi – sacerdoti, religiosi, religiose, consacrati, laici volontari – mossi dal dovere missionario e da un vivo spirito di carità, non mancano di recare aiuto e conforto alle persone più fragili e vulnerabili: i poveri, gli anziani, i bambini, i senza tetto.
A Lei uniti, sentiamo il bisogno di esprimere anche la nostra commossa vicinanza a coloro che, nel generoso compimento della loro opera, hanno contratto il contagio del virus malefico e un vivo riconoscente pensiero per quanti hanno sacrificato la propria vita.
Profondamente partecipi di tutto ciò e fortificati dal Suo esempio nelle virtù della fede, della speranza e della carità, ci sentiamo sollecitati a coltivare nella preghiera un rapporto più intimo e profondo col Padre e da Lui lasciarci teneramente abbracciare e sostenere, perché in tutti noi parli con gesti e azioni concrete quella Voce di Amore che abita in noi.
E’ certamente bella, familiare ed edificante la presenza orante e amorevole di una Chiesa che è attenta ai fatti e ai drammi umani e sociali, personali e collettivi e che nella sua capacità di farsi uno con le sofferenze, le attese e le trepidazioni dell’intera comunità civile, rende testimonianza della prossimità di Dio ad ogni uomo e della ragione della Speranza che è in Essa.
A Lei Santo Padre,
dichiariamo tutta la nostra unità nello svolgimento del Suo Ministero Petrino e mentre Le assicuriamo la nostra costante preghiera, Le esprimiamo la gratitudine filiale, viva ed immensa, di tutto il Laicato aggregato di Sicilia per la Sua coraggiosa testimonianza di vita e per la profondità evangelica del Suo insegnamento.
La Pasqua che ci accingiamo a celebrare è il canto vittorioso della Vita sulla morte, l’inno della Speranza che si leva trionfante sulle macerie umane e materiali della storia.
Con tali sentimenti guardiamo fiduciosi al RISORTO e ci impegniamo ad essere, tra i nostri compagni di viaggio, suoi autentici testimoni.
Ci benedica.
Stefano Vitello,
a nome del Direttivo regionale
e in unità di intenti con i segretari delle
Consulte diocesane dei Laici delle Chiese di SICILIA
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