18 maggio 2019
Ufficio regionale per la Carità
VEDERE, CONOSCERE, AGIRE: LA CARITÀ DELLO STARE ACCANTO
Vedere, conoscere e agire sono i tre verbi con i quali mons. Giovanni Accolla, arcivescovo di Messina e delegato CESi per la Carità, ha concluso il convegno regionale delle Caritas di Sicilia che si è svolto a Messina il 16 e 17 maggio scorsi. Tre verbi collegati ad altrettante attenzioni – “Accoglienza, dialogo, annuncio” – che i direttori e le equipes della Caritas delle diciotto diocesi dell’Isola si erano poste e avevano messo già nel titolo dell’evento. “Tre verbi – ha spiegato lo stesso mons. Accolla – che ci fanno fare esperienza delle misericordia di Dio e fanno diventare noi stessi, con il nostro vivere, volto incarnato della misericordia di Dio”.
Il vedere, conoscere e agire proposti dal vescovo delegato fanno parte di un modo di comunicare, esprimersi e di essere: sono parte integrante di quello che lui stesso ha definito “il linguaggio dello stare accanto”, specificando che “non occorrono parole, solo la presenza. É questo un modo che viene percepito da tutti. Stando accanto si sentono i profumi, si sente il calore: lo stare accanto è il primo elemento perché è lì che vediamo ed è da lì che partiamo per il passo successivo, quello del conoscere. Senza – ha aggiunto mons. Accolla – non possiamo arrivare ad agire, non possiamo partecipare in maniera viscerale, con quel movimento che ci parte da dentro, quello dell’amore di Dio per noi che resta sempre un amore scandaloso. La croce è mistero di scandalo, però è segno di una presenza di Dio accanto all’uomo”.
Stare accanto diventa allora “il modo più bello per evangelizzare e la strada più diretta per la conversione”, perché, per il presule, “un povero che arriva, un immigrato, ma anche carcerati e ammalati che consideriamo emigrati dalla vita, accantonati ai margini della società perché soggetti non più produttivi, ma che pare che assorbano debito pubblico e tempo dei parenti: tutti loro ci donano in ricchezza. Sono domanda, forza, diventano provocazione, diventano spinta a poterci metter in gioco e farci venire fuori da tutte le disabilità che sono provocate dalle forme di precomprensione culturale che caratterizzano il nostro vivere e il nostro luogo. L’altro, insomma, è una grande provocazione, una grande parola di Dio”.
Soffermandosi sull’”agire”, il vescovo Accolla sottolinea che “non significa modificare, ma sapere stare accanto facendoci carico della ricchezza e del dono che Dio ci fa dell’altro, altrimenti restiamo sempre nella cultura dei colonizzatori che vogliono imporre cultura o anche religione. Non possiamo curare le piccole ferite e lasciare invece solchi profondi nella vita degli altri”. L’arcivescovo di Messina ha parlato poi di una “tentazione fortissima, diabolica, la più insidiosa per gli operatori di carità e di misericordia: credere che, dal momento che faccio una cosa buona, ho chissà quale machiavellica licenza, che il fine possa giustificare i mezzi e che posso indossare, come un camaleonte, l’abito più opportuno per la circostanza. Non abbiamo alcuna licenza – ha detto mons. Accolla – se non a costo di buttar via la Parola di Dio, di buttar via Gesù Cristo, la sua croce. C’è un tesoro grande che Gesù ci ha dato: è di dovere andare oltre le dighe, oltre le mura. Non solo quelle erette solo dai politici! Noi ancora non riusciamo a venir fuori da una Chiesa condominiale, per poter entrare in una Chiesa comunionale. È la stupidaggine e la dabbenaggine maggiore che abbiamo – vescovi, preti e laici cosiddetti impegnati o ben qualificati -, quella di sentirci super partes. Non credo sia sempre così”. L’appello è allora alla sinodalità: “Abbiamo bisogno di coniugare per bene quei tre verbi, ma all’interno della nostra realtà ecclesiale occorre trovare opportunità di confronto e di crescita tra i nostri uffici diocesani, nelle curie”. Occorre per “fare delle nostre comunità un luogo espressivo bello di un rapporto comunionale che edifica ed evangelizza”. Un impegno che la Segretaria pastorale della CESi ha già assunto, programmando un appuntamento unitario per il prossimo novembre.
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