02 maggio 2019
Convegno nazionale di Pastorale giovanile
“LA SICILIA, FINESTRA SUL MEDITERRANEO E SULL’EUROPA”
Collegandosi al titolo dell’evento “Dare casa al futuro”, mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e presidente della Commissione Cei per i giovani, la famiglia e la vita, ha proposto ai partecipanti all’evento di spalancare una finestra in questa casa. “Mi sono interrogato su qualcosa che potesse dare una prospettiva, che non fosse non solo di sintesi, ma anche di impegno concreto – spiega il presule – e ho creduto che l’immagine della finestra, specchio dell’anima potesse aiutare. Per dare casa al futuro, infatti, bisogna dare occhi a questa casa”.
Il vescovo siciliano fa riferimento alle relazioni proposte durante i lavori dei quattro giorni di Terrasini che “sono state una finestra sul mondo interiore dei giovani, un invito a guardare bene dentro, mettendosi alla ricerca di una identità profonda che vada al di là della paure e delle chiusure che ci possono essere. Solo persone di questo tipo – aggiunge –, capaci e disposti a tale apertura, possono essere abitanti di una casa del futuro”.
“Dare casa al futuro” partendo dalla Sicilia assume per il presule, che è anche delegato della Conferenza episcopale siciliana per i giovani, un significato particolare. “Significa avere presente che tutta la nostra regione è e nello stesso tempo ha bisogno di una finestra sul Mediterraneo che consenta di guardare bene la realtà. Una finestra – aggiunge – che sia sul Mediterraneo e che vada anche al di là. Non è possibile fare finta che nel chiuso, nelle autoreferenzialità delle nostre città, immaginiamo di poter dire che siamo realtà di futuro. Sarebbe un futuro cieco questo – aggiunge –, che non va da nessuna parte. Attraverso questa finestra propostami da un artista, abbiamo bisogno di guardare alla realtà dell’Africa e fare in modo che la realtà dei Paesi poveri possa entrare in dialogo e portare alle nostre città anche la propria ricchezza, non solo i propri problemi”.
Ma la “finestra” alla casa della Pastorale giovanile nazionale è “anche una finestra sull’Europa perché – spiega il vescovo – siamo qui da tutta l’Italia e tutti avvertiamo che non possiamo isolarci dal resto dell’Europa e per guardare bene in Europa deve forse proprio partire da quella realtà speciale che è la Sicilia, che fornisce occhi all’intero Paese italiano per non isolarsi e, soprattutto, per portare avanti quella genialità del lavoro italiano che è bellezza oltre che funzionalità”.
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