21 febbraio 2019
Palermo
CONFRATERNITE: CON UN DECRETO FUORI CHI NON RISPETTA LA LEGGE E NON VIVE LA FEDE
Quanti, nell’arcidiocesi di Palermo, vorranno far parte di una Confraternita hanno l’obbligo di produrre “documentazione essenziale ad attestare il loro indubbio percorso di testimonianza dei valori evangelici nella vita civile”: occorrerà il certificato generale e il certificato dei carichi pendenti del Casellario giudiziale rilasciati in data non anteriore a tre mesi. “Non possono essere accolti, quali membri della Confraternita – stabilisce il Decreto –, coloro che si sono resi colpevoli di reati disonorevoli o che con il loro comportamento provocano scandalo; coloro che appartengono ad associazioni di stampo mafioso o ad associazioni più o meno segrete contrarie ai valori evangelici”.
Nel testo del Decreto sull’appartenenza alle confraternite reso pubblico e attivo da oggi, si legge: “È intrinsecamente inconciliabile l’agire malavitoso, tanto più una militanza attiva tra i ranghi di società di stampo mafioso, e l’appartenenza ad una delle tante nostre Confraternite che perseguono i fini apostolici propri della Chiesa. Una contraddizione più stridente non è dato poterla immaginare!”. Nella presentazione, l’arcivescovo mons. Lorefice spiega che “la Chiesa di Palermo apprezza e valorizza la realtà delle Confraternite e riconosce in esse una grande opportunità per alimentare la fede del popolo di Dio che si esprime nella pietà popolare, ‘frutto del Vangelo inculturato’, e pregna di una ‘sottesa forza attivamente evangelizzatrice’”.
Il presule non tace la propria stima e l’intenzione di “proseguire nell’opera di valorizzazione del mondo confraternale”, ma riconosce che “accanto ad esperienze positive e incoraggianti si collocano talora anche nella nostra amata Chiesa palermitana imbarazzanti e inaccettabili tentativi di fare delle Confraternite centri di una pratica fintamente religiosa per puro esibizionismo e folklorismo, di esercizio di potere e, perfino, un alibi per persone di dubbia moralità sociale ed ecclesiale”. Un “fenomeno tutt’altro che trascurabile” che “esige attenta valutazione e severa vigilanza da parte dell’autorità ecclesiastica”.
Il percorso che ha portato al decreto è indicato nello stesso documento: intanto la visita apostolica del Papa a Palermo e le diverse sollecitazioni espresse dalla Conferenza episcopale siciliana in documenti e lettere prodotti negli anni: gli Orientamenti pastorali per le Chiese di Sicilia “Nuova evangelizzazione e pastorale”, del 3 aprile 1994; il Documento “Finché non sorga come stella la sua giustizia“, del 15 maggio 1996; il documento “Amate la giustizia, voi che governate sulla terra“, del 9 ottobre 2012. Mons. Lorefice si sofferma ampiamente sulla Lettera “Convertitevi!” redatta dai vescovi di Sicilia, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’accorato appello di S. Giovanni Paolo II, nella Valle dei Templi di Agrigento, il 9 Maggio 1993.
Fa riferimento alle “particolari cure pastorali” dei vescovi della Chiesa locale verso le Confraternite, a partire dell’istituzione del Centro diocesano per le Confraternite laicali, voluto dal card. Salvatore Pappalardo.
Parlando delle confraternite, dice nel Decreto: “Riconosco in questo ricco patrimonio di fede ereditato dal passato, una realtà ecclesiale capace di costituire ancora oggi un valido contributo per la vita di fede di tanti uomini e donne delle nostre comunità e come espressione di una pietà popolare, ancora in grado di parlare al cuore dell’uomo contemporaneo”. Proprio da questo nascono le disposizioni: per valorizzare veramente le “autentiche tradizioni della nostra pietà popolare” e, ancor più, perché quella dei confrati sia “una testimonianza di vita coerente con il Vangelo di Cristo accolto e annunciato nella vivente Tradizione della Chiesa”.
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